A Roma Meloni e Salvini mettono all’angolo il Cav.

Dopo un mese di ripensamenti e smentite, l’ex ministro annuncia oggi la sua discesa in campo. È il quarto aspirante sindaco del centrodestra (sempre più spaccato). L’ennesimo candidato più per necessità che per convinzione

L’annuncio ufficiale è atteso per oggi. Dopo aver ottenuto il via libera dall’ufficio di presidenza di Fratelli d’Italia, nelle prossime ore Giorgia Meloni comunicherà la sua candidatura a sindaco di Roma. Dopo un mese di prese di posizione, suggestioni, ripensamenti e smentite, l’ex ministro della Gioventù è finalmente in campo. Contemporaneamente il centrodestra assiste alla sua frantumazione. L’intesa tra FdI, Forza Italia e Lega Nord si scioglie all’ombra del Campidoglio. E difficilmente la vicenda non avrà ripercussioni a livello nazionale.

Intanto la campagna elettorale romana assiste all’ennesimo colpo di scena. La partita si arricchisce di un nuovo aspirante sindaco – il quarto solo nel centrodestra – e le incertezze aumentano. Al netto delle strategie, il percorso che ha portato alla candidatura della leader di Fratelli d’Italia assomiglia a un ottovolante. Un lungo tira e molla che spiega meglio di tante analisi la confusione che regna nel centrodestra capitolino. E non solo quello.

Esattamente un mese fa, in un comunicato congiunto, i tre leader di centrodestra chiedevano a Guido Bertolaso di candidarsi a sindaco di Roma

È passato esattamente un mese da quel comunicato congiunto dei tre leader di centrodestra. Era il 12 febbraio scorso. Dopo un lungo confronto, Salvini, Berlusconi e la Meloni chiedevano a Bertolaso di «voler guidare, nel ruolo di candidato sindaco, un’ampia coalizione di centrodestra aperta anche al contributo delle migliori risorse della società civile». Un’intesa sancita nero su bianco. E destinata a saltare nel giro di poco tempo. «Sono certa che grazie alla sua esperienza e capacità (Bertolaso, ndr) potrà essere il sindaco che farà uscire la capitale d’Italia dall’infinita emergenza nel quale è precipitata» spiegava Giorgia Meloni lo stesso giorno (che in precedenza aveva già bocciato il sostegno ad Alfio Marchini e lanciato senza successo la candidatura di Rota Dalla Chiesa). Mentre Salvini coltivava i primi dubbi, la leader di FdI annunciava di volersi candidare come capolista nella lista di Fratelli d’Italia alle amministrative. Dalle parole ai fatti. Il 16 febbraio ecco spuntare sui social network un primo selfie di Bertolaso e Meloni. «Fatevene una ragione: mentre voi parlate noi siamo già al lavoro per ricostruire Roma»

Poi qualcosa è cambiato. Prima Salvini ha preso apertamente le distanze da Bertolaso. Poi la Lega ha organizzato un giro di consultazioni in città che hanno visto trionfare Marchini. «Fuoco amico» del Carroccio, per dirla con la Meloni, che intanto ha iniziato a valutare una sua candidatura (a cui inizialmente aveva rinunciato per proteggere la propria gravidanza). La settimana scorsa, l’ultimo colpo di scena. «A differenza degli altri quando do la mia parola la mantengo – ha spiegato l’ex ministro in un’intervista televisiva – Sono impegnata a sostenere Guido Bertolaso se rimane in campo. Se non sarà così Fratelli d’Italia sa già cosa fare». Il resto è storia recente: le gazebarie di Forza Italia. La decisione di Giorgia Meloni di mettere a disposizione la propria candidatura. Oggi la discesa in campo ufficiale, con buona pace di chi l’aveva sconsigliata perché in dolce attesa.

Dietro alla decisione di rompere con Forza Italia ci sarebbero le mire politiche dei due leader Salvini e Meloni, decisi a mettere all’angolo Berlusconi

Una scelta strategica, sostiene oggi qualcuno. Dietro alla decisione di rompere con Forza Italia ci sarebbero le mire politiche dei due leader Salvini e Meloni, decisi a mettere all’angolo Berlusconi. Una corsa per conquistare la leadership del centrodestra, che inevitabilmente aprirà la strada a un nuovo fronte lepenista italiano. Per altri la decisione della leader di FdI è il tentativo di contendere realmente il Campidoglio agli avversari (Pd e Cinque Stelle in testa). La conseguenza di una candidatura debole, quella di Bertolaso, destinata a sicura sconfitta. E anche per questo sembra che nelle ultime ore sia partito un pressing sul Cavaliere per convincerlo a cambiare strategia e sostenere la Meloni.

La sensazione, nel frattempo, è che anche l’ultima candidatura a sindaco sia arrivata per necessità, più che per convinzione. Nulla di nuovo. Da questo punto di vista Giorgia Meloni è in buona compagnia. Il primo ad avere qualche dubbio era stato proprio il Pd Roberto Giachetti. Che fino a poche settimane prima di scendere in campo aveva assicurato di non averne alcuna voglia. Ma anche Bertolaso fino a ieri si era detto pronto a un passo indietro. «Se Giorgia Meloni si candida in nome e per conto di tutto il centrodestra – le sue parole – io sarei l’uomo più felice della terra, tornerei ad occuparmi dei bambini poveri e malati che stanno in Africa, e non avrò remore e rimorsi». Che sia vera la denuncia dei grillini? Vuoi vedere che a Roma è in atto un complotto per far vincere i Cinque Stelle?

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