Disturbi alimentariL’ossessione per i muscoli, l’epidemia che colpisce gli uomini

L’incidenza dei disturbi alimentari tra gli uomini è aumentata da uno su dieci a uno su quattro. E spesso si tratta di un problema identitario, molto diffuso tra gli omosessuali

Muscoli, proteine, anabolizzanti. I disturbi alimentari non sono più solo una questione da donne. Fino a vent’anni fa, una persona ogni dieci tra chi soffriva di problemi legati all’alimentazione era di sesso maschile. Oggi l’incidenza è aumentata a uno su quattro. E per alcune patologie, come il disturbo da abbuffate compulsive, si sale addirittura a tre su quattro.

«Gli uomini, al pari delle donne, non sono più immuni dalle patologie legate all’alimentazione», spiega Laura Ciccolini, presidente della Fida, Federazione italiana disturbi alimentari. Da quelle “classiche”, come anoressia e bulimia. Fino a patologie “nuove”, come ortoressia e bigoressia, più specifiche del genere maschile, nate nella cultura del benessere a tutti i costi, delle palestre e dello sport eccessivo.

L’ortoressia è l’ossessione del mangiare sano. La bigoressia, invece, viene definita come l’ossessione per i muscoli: chi ne è affetto trascorre ore e ore in palestra, fa sport in modo compulsivo, si guarda di continuo allo specchio per monitorare lo stato della muscolatura. Tutto ruota attorno ai muscoli, dal tempo libero all’alimentazione. «Spesso si rinuncia alle cene fuori con gli amici per evitare alcuni cibi», racconta Ciccolini. E in molti casi per nutrirli, quei muscoli, si assumono beveroni iperproteici, o peggio, anabolizzanti, in modo da aumentare la massa magra e ridurre al minimo quella grassa.

Per identificare l’uomo attento all’estetica, è stato anche coniato un nuovo termine: metrosexual. Un incrocio linguistico tra “metro” ed “eterosessuale”, che viene utilizzato per indicare una nuova generazione di uomini, tendenzialmente di città, consumatori di cosmetica e molto curati nell’aspetto. Come per le donne, anche per gli uomini, il corpo diventa teatro di rappresentazioni e di conflitti. Dall’adolescenza all’età adulta.

La bigoressia è l’ossessione per i muscoli: chi ne è affetto trascorre ore e ore in palestra, fa sport in modo compulsivo, si guarda di continuo allo specchio per monitorare lo stato della muscolatura

«Finora i disturbi alimentari sono stati considerati con una connotazione prevalentemente femminile», spiega Ciccolini. «Questo ha portato gli uomini ad avere difficoltà a chiedere aiuto agli specialisti». Basti pensare che fino a due anni fa, il Dsm (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), la Bibbia dei disturbi psicologici, tra i criteri per descrivere l’anoressia indicava “l’assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi”. Nella decima classificazione internazionale delle malattie (Icd 10), stilata dall’Organizzazione mondiale della sanità, si distingueva invece tra anoressia maschile e femminile, puntualizzando come nell’uomo si manifesti anche con la “perdita di interesse e della potenza sessuale”.

Per il resto, i segnali dell’anoressia sono uguali negli uomini e nelle donne: perdita eccessiva di peso e controllo ossessivo del cibo. Con l’unica differenza che le donne anoressiche di solito sono molto magre e ossute. Mentre gli uomini, spesso, sono più muscolosi. Ecco perché la bigoressia maschile viene spesso definita come “anoressia inversa”, accompagnata da un’attenzione eccessiva per il corpo e non tanto per il peso in sé.

Come spiegano Laura Dalla Ragione e Marta Scoppetta nel libro Giganti d’argilla, se l’identità dell’uomo in passato si costruiva attraverso il lavoro, in un momento di crisi si punta tutto sul corpo. La costruzione di un corpo perfetto può diventare un obiettivo che distrae dal resto. Con una serie di tappe fisse: prima l’ingrossamento dei muscoli, poi la definizione; prima i carboidrati, poi solo le proteine, senza dimenticare l’aiutino integratori e altre sostanze.

La costruzione di un corpo perfetto può diventare un obiettivo che distrae dal resto. Con una serie di tappe fisse: prima l’ingrossamento die muscoli, poi la definizione; prima i carboidrati, poi solo le proteine

«Rispetto alle donne, negli uomini che soffrono di disturbi alimentari si registrano problemi più profondi legati alla costruzione dell’identità, con una forte prevalenza di disturbi psichiatrici», spiega Laura Ciccolini. «Sono persone che fanno fatica a costruirsi un’identità autonoma e separata da quella della madre, restando in bilico in una sorta di area di nessuno». Così, come le donne, anche gli uomini finiscono per identificarsi con il disturbo in sé. «Essere anoressico o bulimico diventa una forma di identità che va a colmare un vuoto», dice Ciccolini. Tant’è che i disturbi alimentari tra gli omosessuali sono presenti quattro volte di più. «Questo vale soprattutto nei casi di omosessualità latente», dice la presidente di Fida, «quando essere gay viene vissuto come una vergogna e si fatica a riconoscersi in una identità sessuale precisa».

E spesso alle spalle di un uomo anoressico o bulimico ci sono storie di obesità infantile, più ricorrente tra i bambini maschi. «Sono storie che possono generare insicurezze profonde, derivanti da scherzi e prese in giro da parte dei coetanei», dice Ciccolini. «In molti casi, ci sono frasi particolari che li hanno colpiti particolarmente. Il controllo del peso e del cibo da adulti diventa quindi una forma di rivalsa».

In Giganti d’argilla, si trova la storia di Mario, 14 anni, da sempre un po’ cicciottello e poco amante dello sport. Dopo una dieta iniziata poco prima dell’estate, comincia a praticare sport. Prima qualche volta a settimana, poi ogni giorno. A un certo punto esce solo per andare in palestra. A tavola mangia pochissimo. E in camera continua a fare flessioni e addominali per paura di ingrassare. Gli insulti dei compagni di classe, motivo iniziale della dieta, erano scomparsi, ma lui non era più riuscito a fermarsi. «Esattamente come accade in molte donne che si ammalano, l’anoressia ha costituito per Mario un mezzo per trovare la propria identità», scrivono Dalla Ragione e Scoppetta.

La magrezza si trasforma in un valore. I muscoli sono ostentati con fierezza. «Questi ragazzi sono orgogliosi del lavoro che hanno fatto sui loro corpi, perché denotano una capacità forte di controllo sulla fame e sugli sforzi fisici in palestra. E per questo sono pazienti poco trattabili», dice Laura Ciccolini. «Così come per le anoressiche che, anche se sono in fin di vita, non chiedono aiuto, lo stesso accade per gli uomini». Sono le persone intorno che notano alcuni comportamenti ossessivi e si rivolgono ai medici. «Se fosse per loro, continuerebbero a pomparsi in palestra come se nulla fosse».

La magrezza si trasforma un valore. I muscoli sono ostentati con fierezza. «Questi uomini sono orgogliosi del lavoro che hanno fatto sui loro corpi, perché denotano una capacità forte di controllo sulla fame e sugli sforzi fisici in palestra

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