Il 3 maggio si torna a votare per le primarie Usa e tutti gli occhi sono puntati sul campo Repubblicano (anche se i democratici Sanders e Clinton sono lontani “solo” mille voti). In Indiana, Donald Trump punta alla vittoria su Ted Cruz per avvicinarsi a quota 1.237 (i delegati necessari per la nomina a candidato presidente per il Grand old party). Mancano solo 11 stati alla conclusione delle primarie e il magnate newyorkese si presenta davanti ai suoi sostenitori con 997 delegati. Un dato che gli permette di fare qualche calcolo: dato per scontato che durante l’appuntamento di giugno in New Jersey i 51 delegati si allineeranno alle posizioni del candidato più votato, a Trump basterebbe una vittoria in Indiana per poi giocarsi la California (172 delegati, il bottino più consistente dell’intera campagna) con relativa sicurezza. Nel frattempo, gli avversari di Trump si danno da fare sulla rete dove spopolano i gadget con la scritta “Drumpf”, il cognome originario dei Trump prima del loro arrivo in America. A farla emergere ci aveva pensato il presentatore John Oliver durante il suo Last Week Tonight. Sebbene non significhi niente, Drumpf si avvicina molto alla parola tedesca “trumpf” che in italiano può essere tradotta con “carta di briscola”. Tutto per dire che la corsa alla nomination di Donald non sia altro che un trucco, una bolla di sapone. Ma a decidere se si tratti di un asso o di un due, saranno gli elettori.
3 Maggio 2016