Confronti, clicchi, paghi con la carta e aspetti che il pacco arrivi a casa: sono queste le quattro fasi dello shopping online che nel 2015, in Italia, ha contagiato oltre 13 milioni di persone. Il tutto, nonostante i prezzi inizino ad aumentare a causa dell’alto numero di resi. Un effetto che vale soprattutto nel settore dell’abbigliamento dove in molti (prevalentemente donne) acquistano più taglie dello stesso capo per poi scegliere quella che veste meglio e restituire gli altri. Una pratica talmente diffusa che influisce anche sui livelli di smog. A Londra, per esempio, dal 2008 al 2014 la congestione stradale causata dai veicoli per le consegne di merci è aumentata del 3,8%, contribuendo al superamento dei limiti di inquinamento fissati dall’Ue. Eppure le cifre dello shopping online continuano a crescere. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm-Politecnico di Milano, nel 2016 il mercato potrebbe valere 19,2 miliardi (+17% rispetto all’anno precedente). Numeri che potrebbero salire non appena entrerà in vigore il mercato unico digitale proposto dall’Ue. L’obiettivo? Quello di superare il geoblocking, rendere meno costosa la consegna transfrontaliera dei pacchi e promuovere la fiducia dei consumatori nell’utilizzo degli strumenti digitali.
31 Maggio 2016