Startup culturali, farsi sotto per le agevolazioni!

Un testo che estende il regime fiscale delle startup innovative a quelle che puntano alla valorizzazione del patrimonio culturale nazionale

Che l’Italia sia un museo a cielo aperto si è sempre saputo. Che gli italiani lo sappiano sfruttare bene, meno. Per questo, con l’avvicinarsi dell’estate, si moltiplicano le possibilità. Una di queste si chiama startup culturale. La VII Commissione cultura della Camera sta mettendo a punto un sistema che favorisca l’imprenditoria, sopratutto giovanile, che decide di occuparsi della promozione dell’offerta culturale italiana attraverso lo sviluppo, la produzione o la distribuzione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Il testo in discussione prevede di estendere il regime fiscale favorevole previsto per le startup innovative a quelle culturali (ossia, quelle che puntano alla valorizzazione opere dell’ingegno di carattere creativo e il patrimonio culturale nazionale).

Le startup culturali sono quelle che puntano alla valorizzazione opere dell’ingegno di carattere creativo e il patrimonio culturale nazionale attraverso lo sviluppo, la produzione o la distribuzione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico

In particolare, secondo la proposta di legge di iniziativa parlamentare, le startup «composte all’80% da persone fisiche che non abbiano compiuto il trentacinquesimo anno di età all’atto della costituzione della medesima società, essa è esente da imposta di registro, diritti erariali e tasse di concessione governativa». Inoltre, dal primo gennaio 2016 (e per due anni) un credito d’imposta agevolato pari al 65% dei costi sostenuti dalle startup culturali che hanno investito in acquisto di software e tecnologie innovative, comunicazione web e relativa consulenza, iscrizione a una piattaforma di crowdfounding.

Non solo incentivi e sgravi fiscali però. Nel documento in discussione si parla anche della creazione di un «portale per la raccolta di capitali per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali». In sostanza un sito online che faciliti la raccolta del capitale di rischio delle startup e le donazioni da parte di enti pubblici che gestiscono beni culturali. Ora si aspetta la campagna informativa da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che partirà il primo giugno di quest’anno e punta tutto sugli under 35.

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