Destra radicale e i movimenti nazionalisti, in Italia non c’è ancora un’Alba Dorata

CasaPound aveva superato il 6 per cento a Bolzano, adesso raddoppia le percentuali a Roma. Forza Nuova elegge diversi consiglieri nei centri più piccoli, ma va male nelle metropoli. I dati del Front National francese restano lontani. Anche nel nostro Paese, però non mancano sorprendenti affermazioni

«Come diceva uno slogan di qualche anno fa, la Rivoluzione non può essere bloccata, ma le si può solo far perdere tempo». Il segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore commenta così l’esito della tornata elettorale. Soddisfatto, ma non troppo. Sono tempi duri per l’estrema destra in Italia. Mentre in Europa i partiti nazionalisti conquistano successi inediti, da noi l’atmosfera resta diversa. Le percentuali d’area restano marginali. L’ondata anti-establishment finisce per essere calamitata altrove. Il voto di protesta si divide, per la maggior parte, tra Lega Nord e Cinque Stelle.

Forza Nuova si arrende all’evidenza. «Nelle grandi città dove eravamo presenti – scrive Fiore in un comunicato – i risultati sono negativi e denotano un radicamento ancora insufficiente». È il caso di Roma, dove il partito sosteneva la candidatura a sindaco di Alfredo Iorio. Storico responsabile della sezione di via Ottaviano del Movimento Sociale. Nelle ultime settimane in città sono tornati a farsi vedere anche i manifesti con la fiamma. Alla fine, però, Iorio ha ottenuto circa 3mila preferenze, fermandosi allo 0,21 per cento. Le metropoli restano un terreno difficile. È andata peggio a Roberto Usseglio Viretta, candidato di Forza Nuova a Torino, fermo a 690 voti (0,18 per cento).

ll segretario di Forza Nuova Roberto Fiore: «Come diceva uno slogan di qualche anno fa, la Rivoluzione non può essere bloccata, ma le si può solo far perdere tempo»

Non mancano le eccezioni. Il giorno dopo il voto, l’Italia scopre piccole enclavi nere. Una cartina a macchia di leopardo, dove Forza Nuova può celebrare successi inattesi. Sono centri piccoli e piccolissimi. A Cadegliago Viconago, 2mila abitanti in provincia di Varese, il movimento di Fiore supera addirittura il 17 per cento ed elegge tre consiglieri. Stesso record a Portobuffolè, 800 abitanti scarsi in provincia di Treviso. «Il più piccolo paese della provincia» come si legge su Wikipedia. Al crescere dei comuni, diminuisce il risultato elettorale. A Crotone il candidato sindaco di Forza Nuova arriva all’1,67 per cento, a Rimini raggiunge l’1,4.

Discorso diverso per CasaPound, forse la sigla più nota a livello nazionale. Solo qualche settimana fa, alle comunali di Bolzano, il movimento della tartaruga aveva ottenuto un risultato incredibile. Il 6,67 per cento, utile per portare a casa tre consiglieri comunali. Un dato per certi versi sorprendente, tanto da calamitare l’attenzione di giornali e tv, incuriositi dal successo della formazione di Gianluca Iannone.

A Roma CasaPound ha conquistato 14mila voti. Valgono l’1,2 per cento, ma sono il doppio di quanto raccolto tre anni fa. E una lcuni municipi si sfiora il 3,5 per cento

Quello di Bolzano resta il risultato migliore. Ma anche il dato di Roma offre spunti interessanti. In corsa per il Campidoglio era schierato Simone Di Stefano, vicepresidente nazionale. Dopo una campagna elettorale passata in lungo e largo per le strade della Città Eterna, alla fine CasaPound ha conquistato 14mila voti. Quasi l’1,2 per cento. Siamo lontani dalle percentuali di Alba Dorata in Grecia e del Front National in Francia, ma la tendenza è in crescita. Solo tre anni fa il movimento aveva ottenuto la metà delle preferenze, superando a stento lo 0,5 per cento. Non mancano quartieri più “caldi”. A Ostia CasaPound raggiunge il 2 per cento. Nel XV municipio, a Nord della Capitale, il 2,28 per cento. Nel IV municipio, lungo la via Tiburtina, si arriva al 2,4 per cento. Ma il candidato presidente sfiora il 3,5 per cento.

Un comunicato celebra i risultati nel resto d’Italia. «Sono da considerarsi un successo i più di duemila voti presi nella “rossa” Torino, dove eravamo presenti per la prima volta» spiega il leader Gianluca Iannone. A Latina il candidato sindaco della tartaruga sfiora il 3 per cento. E poi c’è l’Abruzzo. A Lanciano il movimento arriva al 3,25 per cento. A Sulmona il candidato di Sovranità – lista espressione di CasaPound – supera il 6 per cento. «Un risultato che ci spinge a proseguire con determinazione sulla strada intrapresa, quella della difesa della nostra Nazione e delle nostre città metro dopo metro: il movimento cresce, si radicalizza e avanza a testa alta».

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