La prima parte di Euro 2016 si è conclusa, con la fine dei gironi che hanno determinato il tabellone dagli ottavi fino alla finale di Parigi del prossimo 10 luglio.
E la redazione di LK non poteva esimersi dal dire la propria sul meglio e il peggio di questa prima fase dell’Europeo francese. Anche simpaticamente.
BEST 5
1. Le piccole d’Europa
Subito una precisazione: non le chiameremo mai e poi mai le “Leicester d’Europa”, nemmeno se ci costringete a rivedere per 6 ore di fila la replica di Italia-Irlanda. Parliamo ovviamente delle “piccole” nazionali che si sono qualificate agli ottavi: Galles, Irlanda del Nord, Islanda e Ungheria hanno conquistato il pass e il cuore di molti tifosi.
L’amore è scoppiato soprattutto per gli islandesi, popolo di poco più di 300mila abitanti che ha portato il 3% della propria popolazione negli stadi francesi. Se fino a qualche anno fa l’Islanda e il calcio erano due cose agli antipodi, oggi la nazionale scandinava si prende persino il lusso di passare un girone dove era presente il Portogallo di CR7. E poi, dopo un commento così al gol-qualficazione contro l’Austria, non puoi non amarli:
Non solo Islanda. Certo è difficile considerare piccola una squadra con Gareth Bale che tira delle gran punizioni e si carica tutta la squadra sulle spalle, ma è pur sempre il Galles, che non vedevamo in una competizione ufficiale dal 1958, cioè al Mondiale in Svezia, dove l’Italia nemmeno c’era, eliminata nella battaglia di Belfast dall’Irlanda del Nord, che con il suo catenaccio e i suoi pochissimi tiri in porta è espressione di quel calcio dal sapore antico che è pur sempre una valida alternativa al Tiqui-Taqa.
2. Andres Iniesta
Ecco, a proposito di Tiqui-Taqa: non vogliamo addentrarci in quella selva oscura che è l’eterna sfida tra il palleggio spagnolo e il Cholismo. Vogliamo solo fare una menzione speciale per Don Andres, che a questo Europeo sta facendo cose che voi umani…A 32 anni il centrocampista del Barcellona ha perso il compagno di club e di mille battaglie Xavi, finito al ricco caldo arabo. Ma non ha perso la voglia di creare calcio ad altissimi livelli. Dategli un Pallone d’Oro alla carriera, almeno.
3. Il tacco di Madeira
La sfida tra messi e Cristiano Ronaldo non è solo in Liga, ma si gioca anche con un oceano di mezzo. Così, dopo che l’argentino ha infilato gli Usa in semifinale di Copa America con una punizione che levati, CR7 ha dovuto per forza replicare. E visto che fino alla terza partita il portoghese si era distinto per l’incarnato alla Carlo Conti (deve allenarsi in un solarium, non ci sono altre spiegazioni) e le polemiche con gli islandesi per non aver scambiato la maglia con uno di loro a fine gara, l’asso campione d’Europa con il Real Madrid si è dovuto rifare. Così:
4. Bonucci
Dopo aver passato intere stagioni a dire a mezza Serie A di sciacquarsi la bocca manco fosse un venditore di collutori, Leonardo Bonucci èp arrivato all’Europeo amatissimo dai tifosi della Juve e un po’ meno dagli altri. Ma già dopo la prima partita, abbiamo imparato che si può voler bene a tutti, basta giocare bene annullando i favoritissimi belgi e prendendosi pure il lusso di servire un assist a Giaccherini direttamente dallo Juventus Stadium. Che dire: armiamoci di collutorio, l’Italia chiamò.
5. I tifosi irlandesi
Giocano contro la Svezia? Si riuniscono ai loro tifosi per cantare assieme “Dancing Queen” degli Abba. Incontrano un papà con neonata in braccio sulla metro? Le cantano la ninna nanna. Incontrano una suora in treno? Le cantano un inno religioso, ma come fosse un coro da stadio. Capitano vicino a un anziano che ha forato la gomma dell’auto? Si organizzano e gliela cambiano. Incontrano la polizia francese? Intonano “Stand up for the french police” e si beccano pure gli applausi. Vedono una bellissima ragazza francese? Scatta la serenata. Sporcano la piazza’ La ripuliscono subito.
Dai, hanno vinto loro.
WORST 5
1. Joachim Loew che odora qualsiasi cosa produca il suo corpo
Ognuno ha i propri tic nervosi. E da quando in panchina non si può più nemmeno fumare (sono anni ormai) per gli allenatori è diventato sempre più difficile scaricre la tensione. Figuriamoci a un Europeo o a un Mondiale, dove lo stress è alle stelle. ma quando i tic diventano vizi, le telecamere impietose rischiano di farti fare figuracce in eurovisione. Lo sa bene Joachim Loew, che già da anni era diventato celebre perchè spendeva buona parte del tempo in panchina a degustare i prodotti dop del suo naso. In questo Europeo, però, il ct della nazionale campione del mondo in carica ha dato il meglio del peggio di sè, arrivando a odorarsi qualsiasi cosa provenga dal suo corpo. Non aggiungiamo altro e vi rimandiamo a queste agghiaccianti immagini.
2. La mira di Mueller
E in tema di Germania, non possiamo non constatare quando il buon Thomas si stia mangiando in questo europeo. Spesso dimenticato nella lista dei milgiori giocatori al mondo, Mueller non è forse tra i più eleganti, ma è spesso efficace. In questo Europeo, però, se avesse concretizzato le chiare occasioni che gli sono capitate, sarebbe già capocannioniere. Invece…
3. Thiago Motta
Le critiche hanno accompagnato prima la sua convocazione, poi l’assegnazione della maglia numero 10 voluta da Antonio Conte. Ok, cosa ha fatto fino a questo momento per ripagare la fiducia del ct (e anche dei tifosi)? Nulla. Come direbbe la Giallapa’s, sembra che corra con attaccato un calorifero. Con tutto il rispetto, si intende, per uno che ha vinto tantissimo ed ha contribuito al triplete (sei anni fa).
4. Le invasioni di campo di Zenga
Quando la Rai ha deciso di “esonerare” Giovanni Trapattoni da seconda voce Rai per prendere al suo posto Walter Zenga, l’inflessibile popolo del web si è diviso. Il “trapattonese” al commento tecnico, francamente, non ha funzionato: troppi borbottii di sottofondo, troppi interventi a coprire la prima voce come fosse ancora in panchina e qualche “porco zio” di troppo lo hanno fatto allontanare da Mamma Rai, anche se a ,molti è dispiaciuto perchè dai, il Trap è simpatico.
All’inizio Zenga è sembrato convincente: serio, preparato, puntuale. Poi ha strabordato, nel vero senso della parola. Ovvero, ha cominciato a sovrapporsi sempre più spesso al compassato e bravo Alberto Rimedio, intervenendo di continuo con osservazioni, precisazioni e persino accennando a pezzi come “Il cielo è sempre più blu”. Insomma, come ha detto Aldo Grasso, Zenga “a stento controlla la Wanna Marchi che alberga nel suo cuore”.
5. Il tabellone dagli ottavi in avanti
Tra Uefa e comitato organizzatore devono avre riunito le migliori menti in circolazione per concepire un tabellone del genere. A meno che non fosse voluto, se consideriamo che così come stanno le cose, in finale arriverà una nazionale che non ha mai vinto gli Europei, per mantenere vivo il sogno di una “favola” (argh!) già visto con Danimarca e Grecia.
Però diciamo che così è un tantinello squilibrato: da una parte appunto squadre con il carniere vuoto, dall’altra le big a sbranarsi tra loro. Ne resterà soltanto una.