Meno patatine fritte, più frutta secca. Al posto di bibite zuccherate ed energy drink, yogurt, latte e frutta fresca. Meglio se a chilometro zero. Si prepara una rivoluzione all’interno dei distributori automatici presenti nelle nostre scuole. Per i bambini sono in arrivo nuove merende all’insegna della corretta alimentazione e di sani stili di vita.
Questo, almeno, è quello che propone una proposta di legge depositata da alcuni deputati del Partito democratico e incardinata in commissione Affari sociali. Un provvedimento che vieta la somministrazione «mediante distributori automatici situati negli istituti scolastici e in altri luoghi pubblici abitualmente frequentati da minori», di una serie di alimenti e bevande. In particolare quelli che contengono un elevato apporto di acidi grassi saturi, di acidi grassi trans, di zuccheri semplici aggiunti, di sodio e di nitrati utilizzati come additivi, di dolcificanti, di teina, di caffeina, di taurina. Una vera e propria lista nera, cui rischiano di farne le spese anche numerosi tra i prodotti più noti e pubblicizzati. Nessuna lista di proscrizione, per il momento. A stabilire l’elenco delle sostanze vietate e degli ingredienti da evitare sarà un tavolo interdisciplinare. Un board a tutela della salute alimentare dei più piccoli, composto da quattro esponenti dei ministeri della Salute, dell’Istruzione, delle Politiche Agricole, dello Sviluppo Economico, oltre a quattro rappresentanti regionali «competenti in materia di salute, istruzione e agricoltura».
Addio ad alimenti e bevande che contengono un elevato apporto di acidi grassi saturi, di acidi grassi trans, di zuccheri semplici aggiunti, di sodio e di nitrati utilizzati come additivi, di dolcificanti, di teina, di caffeina, di taurina
Nessuna guerra alle grandi industrie dolciarie. A detta dei firmatari, la legge si propone solo di «garantire l’adeguatezza degli apporti nutrizionali di alimenti e bevande» somministrate ai bambini, con l’obiettivo di sostenere «l’adozione di corretti stili di vita da parte dei minori stessi, di prevenire il consumo eccessivo di alcune sostanze e di evitare, a lungo termine, l’insorgenza non solo delle malattie acute, ma anche di quelle cronicodegenerative che si sono dimostrate correlate ad apporti squilibrati di nutrienti protratti nel tempo».
Insieme al primo firmatario Umberto D’Ottavio, hanno sottoscritto il progetto i colleghi dem Massimo Fiorio e Luigi Dallai. Qualche giorno fa, presentando l’iniziativa a Montecitorio, proprio Fiorio ha voluto rassicurare sulle conseguenze della normativa. «Vogliamo dare un segnale, nello stesso tempo lasciamo spazi di dibattito: associazioni, il mondo scolastico e quello agricolo possono intervenire». Niente drammi. «Questo è un Paese ricco di biodiversità. Non vogliamo penalizzare nessuno, ma reimpostare la distribuzione automatica, con la possibilità di accedere all’orto fresco come già accade in alcune realtà scolastiche». Sì a frutta e verdura, insomma. E non solo. «Può essere vantaggioso inserire frutta fresca e secca – ha proseguito Dallai – yogurt e tutti elementi che possono essere apprezzati dal punto di vista del gusto, sono naturali e possono provenire da una filiera corta».
Meno patatine fritte, più frutta secca. Al posto di bibite zuccherate ed energy drink, yogurt, latte e verdura. Meglio se a chilometro zero
La relazione tra alimentazione e obesità infantile del resto è nota. Secondo i dati del ministero della Salute sull’alimentazione di bambini e ragazzi, i nostri studenti sono spesso più in sovrappeso rispetto ai colleghi degli altri paesi europei. In alcune fasce d’età la bilancia segna un peso eccessivo in quasi il 25 per cento dei casi. Intanto la proposta di legge del Partito democratico incontra il favore delle prime associazioni. «La proposta non è una crociata contro patatine fritte, merendine e bevande gassate – racconta il presidente della Coldiretti Lazio David Granieri – ma un modo per affiancare prodotti più sani e genuini, come ad esempio gli snack a base di frutta secca».