Quale corso prenderà la vostra vita? Se vi facessi questa domanda all’improvviso, sono sicura che mi guardereste male e mi rispondereste con una serie di punti interrogativi, senza realizzare cosa volevo davvero chiedere.
Eppure è la domanda che campeggia nella home page di Udemy,uno dei siti più conosciuti al mondo dedicato ai MOOC (Massive Operative Online Courses) che contribuisce a far sì che la “collaborative education” – ossia la formazione che prevede partecipazione condivisa e collaborazione – sia uno dei trend 2016.
Su Centodieci avevo raccontato la mia esperienza con Coursera che nel frattempo oltre a essere arrivato a sette milioni di utenti (dati 2015) ha aggiunto tra i suoi partner anche musei come il MOMA di New York, che ha attivato gratis il corso Seeing through photographs .Risultato? In poche ore centinaia di iscritti. Confesso che sono stata sedotta anche io, però non ho iniziato nessuna lezione (per scoprire il motivo leggete fino alla fine di questo articolo).
Se volete concludere con successo un MOOC dovete rispettare tre regole: frequentate un corso immediatamente spendibile nella vostra professione; non fatevi sedurre dal fatto che sia gratis, ma decidete di seguirlo davvero; non fate niente di meno rispetto a un corso in aula
Udemy mi ha conquistato per un motivo tra tutti: a organizzare i corsi non sono università ma professionisti. Una garanzia per me che chi ti sta fornendo determinati contenuti è qualcuno che si trova a masticarli ogni giorno per lavoro. Una caratteristica che riscontro nel seguire il corso Effective Time Management, ideato da un vero imprenditore. L’obiettivo infatti che mi pongo, come si può intuire, è di imparare a gestire davvero il mio tempo. Ci riuscirò? Lo scoprirò solo alla fine, intanto posso dire che il docente, William U. Peña, sta rispondendo a molte delle mie esigenze. È in inglese, come la maggior parte dei corsi, ma ce ne sono parecchi in spagnolo e persino in italiano. Per trovare quello che fa al caso mio, ho attivato il motore di ricerca interno, selezionato la lingua e scelto che fosse gratuito. Udemy propone corsi sia free che a pagamento ma a prezzi davvero bassi, a partire da 14 euro fino a 50, spesso scontati anche del 90%. Nella mia scelta ha influito una cosa che mi piace molto: il rating. Ogni corso – che non dura più di 20 ore – ha infatti la sua media di gradimento e recensioni da parte di chi l’ha provato. Si ha poi spesso diritto a una certificazione e se le lezioni sono a pagamento esiste una garanzia “soddisfatti o rimborsati”.
«Udemy mi ha conquistato per un motivo tra tutti: a organizzare i corsi non sono università ma professionisti. Una garanzia per me che chi ti sta fornendo determinati contenuti è qualcuno che si trova a masticarli ogni giorno per lavoro»
Se poi volete cimentarvi come formatori, questa è la piattaforma giusta: Udemy infatti dedica un’ampia sezione a chi vuol dare vita a un corso. Una piattaforma di successo? Sicuramente sì, se 11 milioni di studenti finora l’hanno utilizzata su 40mila corsi in più di 80 lingue con 9 milioni di contenuti video.
Edx è invece più strutturata, d’altra parte dietro ci sono università prestigiose come Boston, Harvard e centri di ricerca come il MIT. Nata nel 2012, lo stesso anno di Coursera, ha come obiettivo di migliorare il modello tradizionale residenziale di formazione universitaria e di dare vita a corsi, anche a carattere professionale, aperti a tutti. I corsi qui sono più lunghi e per ottenere alcuni certificati bisogna versare una quota, perché edX punta molto sul fatto di dare conoscenze certificate valevoli ai fini professionali e stringe ancor di più il suo rapporto con l’università, mondo da cui nasce, dando dei crediti che appunto possono essere validi per entrare al college e all’università. Dall’unione di edX e Google è nata la piattaforma www.mooc.org che si propone di essere “lo YouTube delle lezioni online”.