In Italia oltre 30mila persone esercitano abusivamente una professione. E nel 50 per cento dei casi l’illecito interessa l’ambito medico e sanitario. È un fenomeno che ha raggiunto dimensioni preoccupanti, pericoloso per la salute dei cittadini e per le casse dello Stato. Adesso una legge in discussione alla Camera promette una stretta. «Capita frequentemente il caso di odontotecnici che si improvvisano dentisti – si legge in uno dei ddl depositati a inizio legislatura e assorbito dal provvedimento – ottici che fanno gli oculisti, venditori di protesi acustiche che fanno gli otoiatri, massaggiatori che fanno gli ortopedici, erboristi che fanno diagnosi e prescrivono terapie». Altre volte si tratta di “professionisti” ancora più improvvisati. Veri e propri truffatori che mettono in pericolo l’incolumità dei malcapitati clienti.
«Abbiamo quindi circa 15mila persone l’anno che fanno i medici, ma che non lo sono. Di questi la stragrande maggioranza – si parla di 10mila unità – è costituita da dentisti»
L’esercizio abusivo delle professioni ormai ha assunto il carattere di una «vera e propria epidemia». Così si era espresso in Aula il senatore Lucio Barani, due anni fa, quando il Senato ha approvato il provvedimento ora all’esame della commissione giustizia di Montecitorio. Sono i numeri a descrivere la preoccupante diffusione del fenomeno. Stando ai dati pubblicati dall’Eures – Ricerche economiche e sociali e della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, citati dal parlamentare, in Italia ci sono 30mila persone che esercitano una professione in maniera abusiva. «Vuoi il geometra, l’ingegnere, il revisore dei conti, il commercialista». Ben il 50 per cento di loro, però, improvvisa la professione medica. «Abbiamo quindi circa 15mila persone l’anno che fanno i medici, ma che non lo sono. Di questi la stragrande maggioranza – si parla di 10mila unità – è costituita da dentisti».
Un esercito di abusivi. Un altro spaccato inquietante lo ha offerto la senatrice Alessandra Bencini. A sentire lei, solo nel biennio 2010-2011 i carabinieri dei Nas hanno segnalato all’autorità giudiziaria un migliaio di falsi infermieri. Personale senza alcuna qualifica. «Come evidenziano anche recenti indagini, nella gran parte dei casi si tratta di donne che cercano di contribuire al bilancio familiare». Il resoconto stenografico della seduta riporta altri dati preoccupanti. A parlare è il senatore Pd Amedeo Bianco: «I dati rilevati dal 2006 al 2012 dal Nucleo antisofisticazioni e sanità dei carabinieri evidenziano in ambito medico l’80 per cento dell’abusivismo riferito alla professione odontoiatrica». Dentisti fai da te, senza alcun titolo. «Nel giro di soli sei anni, i Nas hanno compiuto 7.745 ispezioni, operando 3.601 segnalazioni all’autorità giudiziaria (2.422 riferite all’esercizio abusivo delle professioni)». E in 877 casi i laboratori e gli studi medici sono stati chiusi e sequestrati.
Nella legge in discussione alla Camera, già approvata al Senato, tra le altre cose viene innalzato il massimo della reclusione da 6 mesi a tre anni. Mentre il tetto della multa passa da 516 a 50mila euro
È evidente il rischio per la salute dei pazienti. Ma il fenomeno ha anche un aspetto economico tutt’altro che trascurabile. Bianchi stima, solo per chi si improvvisa odontoiatra, un danno da diversi milioni di euro. Incrociando i dati del ministero dell’Economia e degli studi di settore, «per questa professione il fatturato è di circa 600milioni di euro. Poiché ovviamente tutte queste situazioni sono di totale evasione fiscale, il danno erariale ammonta a 75 milioni di euro all’anno».
Nell’aprile 2014, il Senato ha approvato il disegno di legge a prima firma Giuseppe Marinello, ora all’esame della Camera. Come cambierà la lotta all’abusivismo? Anzitutto il provvedimento interviene sul codice penale, modificando l’articolo 348 (esercizio abusivo di una professione). La pena alternativa della reclusione o della multa viene sostituita con la pena congiunta della reclusione e della multa. In più si prevede la pena accessoria della pubblicazione della sentenza di condanna e la confisca obbligatoria delle attrezzature e degli strumenti utilizzati. Per il professionista che ha indotto altri nell’esercizio abusivo della professione, è introdotta la reclusione da 1 a 5 anni e una multa da 15mila a 75mila euro. Non solo. Sono previste delle aggravanti in caso di delitto di omicidio colposo, quando causato nell’esercizio abusivo di una professione per cui è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria. Stesso discorso in caso di lesioni gravi o gravissime.