Abbiamo sentito nominare gli Etf molte volte durante la crisi finanziaria del 2007-2008, e oltre, spesso associati a speculazioni disinvolte. Gli Exchange-traded fund sono però una tipologia di fondi di investimento molto varia, con gradi di rischiosità molto differenziati. Sono due le caratteristiche che li distinguono: sono negoziati in Borsa come un’azione e hanno come obiettivo quello di replicare un indice di riferimento. Tale indice può essere un mercato azionario, italiano o straniero (come Ftse 100 o S&P 500), oppure a iitoli di Stato, obbligazioni societarie o materie prime come l’oro. Come spiega un’analisi di MoneyFarm, tali indici dall’inizio dell’anno hanno avuto rendimenti molto diversi: male sono andati i mercati azionari, specialmente in alcuni Paesi, mentre molto bene hanno “performato” beni rifugio come l’oro.
Tali strumenti, anche se creati da società di gestione del risparmio e disponibili per l’acquisto presso società di intermediazione o società di consulenza finanziaria indipendenti, hanno una buona popolarità anche presso i piccoli investitori retail. I vantaggi sono diversi, in termini di trasparenza, diversificazione, convenienza, liquidità, facilità di accesso. È bene però essere informati sugli indici su cui si sta andando a investire.