Il primo effetto della Brexit? Cambiare la Bank of England

Un taglio dei tassi di interesse, un nuovo quantitative easing, ma anche misure per favorire i prestiti alle famiglie e alle imprese e per garantire l’acquisto di obbligazioni di grandi aziende. È la risposta aggressiva della banca centrale britannica alla Brexit. Potrebbe non essere finita

Dopo la Brexit la risposta della Bank of England si è fatta sentire, eccome. Con quattro misure la banca centrale britannica ha delineato un piano aggressivo. Il primo tassello del puzzle è il taglio dei tassi dello 0,25%, portando il tasso di riferimento allo 0,25 per cento. Ma sono le altre misure che vanno osservate da vicino dagli investitori. La banca ha messo a punto una modalità di finanziamento chiamata “Term Funding Scheme” che facilita la creazione di credito verso le famiglie e imprese e dovrebbe evitare alle banche la crisi di redditività data dai tassi bassi. È previsto il ricorso a un programma di Quantitative Easing da 60 miliardi di sterline per comprare titoli di stato inglesi su un orizzonte di 6 mesi. Infine, ci sarà un piano di acquisto di 10 miliardi di sterline per l’acquisto di obbligazioni corporate. Questi ultimi acquisti comprimeranno i tassi sulle obbligazioni corporate con un conseguente prevedibile spostamento degli investitori in cerca di rendimento verso obbligazioni più rischiose o azioni ad alto dividendo. Chi investe si deve attrezzare alla nuova realtà. Con un’avvertenza: la banca potrebbe sorprendere ancora pur di riportare mercati ed economia sulla giusta traiettoria.

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