I carabinieri della compagnia di Paternò si sono dovuti appostare nella vegetazione alle pendici dell’Etna. Mimetizzati tra le piante, hanno atteso alcune ore. Poi, al momento opportuno, sono sbucati dalla macchia e hanno arrestato un uomo di quarant’anni, che nel suo fondo agricolo in contrada Agnelleria si era messo a innaffiare alcuni esemplari di canapa indiana. Sette, per la precisione. Sequestrate le piante, pochi giorni fa il colpevole è finito ai domiciliari per produzione illecita di sostanze stupefacenti. Nelle stesse ore a Cortona, in Toscana, i colleghi dell’Arma hanno arrestato per lo stesso motivo un uomo di 51 anni. Tradito dal caldo agostano, anche lui stava irrigando le sue venti piante di cannabis nel giardino di casa.
Da Nord a Sud, isole comprese, i sequestri di piccole e grandi piantagioni di cannabis proseguono senza sosta. Chissà, forse è merito del clima mediterraneo. Alcune zone del Paese sono particolarmente adatte per la produzione di marijuana, non è un mistero. Basta scorrere le notizie di cronaca locale per scoprire che gli italiani coltivano “erba” con buona frequenza. Un popolo dal pollice verde particolarmente sviluppato, almeno a giudicare dagli interventi delle forze dell’ordine. Solo negli ultimi giorni gli arresti si contano a decine. Centinaia e centinaia di piante scovate e sequestrate. A Magliano Sabina, vicino Roma, l’altro giorno sono finiti ai domiciliari padre e figlio. Rispettivamente di sessantacinque e ventitré anni. I militari li hanno sorpresi mentre innaffiavano sette piante di marijuana conservate nel giardino della loro villetta. Nascoste da sguardi indiscreti – evidentemente non abbastanza – da altra vegetazione. Lunedì un 36enne di origini sarde è stato denunciato per coltivazione di cannabis a Genova. Anche stavolta al centro delle indagini è finita una mini piantagione casalinga: i militari della compagnia di San Martino hanno sequestrato 9 piantine di cannabis alte circa 90 centimetri.
Da Nord a Sud, isole comprese, i sequestri di piccole e grandi piantagioni di cannabis proseguono senza sosta. Basta scorrere le notizie di cronaca locale per scoprire che gli italiani coltivano “erba” con buona frequenza. Un popolo dal pollice verde particolarmente sviluppato, almeno a giudicare dagli interventi delle forze dell’ordine. Solo negli ultimi giorni gli arresti si contano a decine. Centinaia e centinaia di piante scovate e sequestrate
C’è chi coltiva per uso personale, ma anche chi punta a vendere il prodotto delle proprie attività agricole. Difficile giustificare altrimenti la piantagione di 158 piante di cannabis indica, per un peso totale di 30 chilogrammi, sequestrata sempre a inizio settimana a Palmi, in Calabria. Dopo averla scoperta i carabinieri della compagnia di Gioia Tauro hanno arrestato il 43enne che se ne prendeva cura. E un quantitativo simile di stupefacenti è stato trovato nei giorni scorsi a Polla, in provincia di Salerno. Qui i militari hanno scoperto una piantagione di 180 piante di cannabis, coltivate nel sottobosco. Ma non si è ancora riusciti a risalire all’illegale coltivatore. Ha conquistato la cronaca nazionale, invece, la vicenda accaduta la scorsa settimana a Rimini. Stavolta i carabinieri hanno arrestato un uomo dopo aver trovato nella sua abitazione una serra artigianale con 15 piante di marijuana. Ad avvertirli, chiamando il 112, era stato il figlio dodicenne. Una “soffiata” per vendicarsi del genitore, che lo aveva appena sgridato per non aver fatto i compiti. Così almeno ha raccontato l’ex moglie del colpevole.
La lunga lista degli illeciti prosegue. Lo scorso weekend la Guardia di Finanza di Napoli ha sequestrato addirittura tre piantagioni. Ben occultate tra la fitta vegetazione, le piante sono state riconosciute dai militari durante alcune operazioni di osservazione aerea. Risultato: sequestro della cannabis, per un totale di quasi 100 chilogrammi, e denuncia per i proprietari dei fondi agricoli interessati dalle coltivazioni. Compresa una cava abbandonata che era stata adibita a improvvisata piantagione di erba. Sempre sabato scorso è finito in manette un imprenditore agricolo marchigiano. Dopo un lungo pedinamento dei carabinieri, è stato sorpreso insieme a un complice nelle campagne di Massignano, mentre si prendeva cura di un centinaio di piante conservate in due serre da 180 metri quadri. Secondo le prime stime, una volta essiccato il prezioso raccolto avrebbe fruttato circa 50mila euro.
C’è chi semina all’aria aperta e chi preferisce la discrezione. Qualcuno coltiva per uso personale, altri puntano a vendere il prodotto delle proprie attività agricole. Difficile giustificare altrimenti la piantagione di 158 piante di cannabis indica, per un peso totale di 30 chilogrammi, sequestrata a inizio settimana a Palmi, in Calabria
E ancora. Quaranta piantine di cannabis sono state sequestrate quattro giorni fa a Calasetta, in Sardegna. Stavolta l’operazione è stata condotta dalla sezione anticrimine del commissariato di Iglesias, e ha portato al fermo di un 56enne incensurato. Quasi per caso, invece, una gazzella dei carabinieri che pattugliava le strade di Bagno a Ripoli, vicino Firenze, ha notato alcune piante sospette su un balcone. E così, dopo un breve sopralluogo, i militari hanno arrestato il 54enne che aveva 25 esemplari di cannabis sul terrazzo di casa. C’è chi semina all’aria aperta e chi preferisce le coltivazioni indoor. Come il giovane bresciano che otto giorni fa è stato denunciato dai carabinieri. Nella cantina della sua abitazione vicino Salò, trasformata per l’occasione in serra tropicale, sono state trovate cinque piantine. Il giorno prima un sessantenne di Ostia, vicino Roma, era stato arrestato per lo stesso motivo. Colto sul fatto, e con la pompa dell’acqua in mano, mentre annaffiava una ventina di piante di marijuana su un terreno vicino alla sua abitazione. È finto ai domiciliari, invece, un quarantenne di San Giuseppe Jato, vicino Palermo, che nella sua abitazione aveva fatto crescere sette piante di cannabis alte 150 centimetri.
Mentre proseguono i sequestri, il Paese torna a interrogarsi sulla legalizzazione della marijuana. Alla ripresa dei lavori parlamentari, la Camera dei deputati tornerà ad esaminare la proposta di legge presentata da un largo fronte trasversale di deputati e senatori. Pochi giorni fa, intanto è intervenuto sull’argomento anche il presidente dell’autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, sollevando il consueto vespaio di polemiche. Della legalizzazione della cannabis, ha spiegato Cantone, «bisogna iniziare a parlare in modo laico, al di fuori degli steccati ideologici». E ancora: «C’è un dato che nessuno riesce a mettere in discussione: le politiche proibizioniste non sono riuscite assolutamente a sradicare il fenomeno». La legalizzazione, diversa dalla liberalizzazione, avrebbe anche il merito di «evitare il contatto tra i ragazzi e il mondo degli spacciatori». Il confronto tra favorevoli e contrari è destinato proseguire. Unica avvertenza: buona parte delle persone denunciate in questi giorni sarebbero comunque finite nei guai. La proposta di legge autorizza la coltivazione individuale di piante di cannabis, ma solo fino a un massimo di cinque piantine.