Tutte le bufale su Laura Boldrini, quando la finta notizia corre sul web

In Rete la presidente della Camera è protagonista inconsapevole di decine di false notizie. Avrebbe chiesto di rendere obbligatorio il burqa e di inserire a scuola corsi di Corano, vorrebbe una tassa sulla carne di maiale e un premier Rom. E sui social i lettori più ingenui commentano indignati

Ha chiesto di rendere obbligatorio il burqa per le donne italiane. Poi ha introdotto una tassa sulla carne di maiale. Dopo aver proposto di inserire a scuola l’ora obbligatoria di Corano, ha persino aperto un conto a Panama per raccogliere fondi destinati ai migranti di fede islamica. L’inconsapevole protagonista è sempre lei, Laura Boldrini. Nell’epoca di internet la bufala corre sul web. Ne sa qualcosa la presidente della Camera: la Rete è piena di siti che le attribuiscono frasi mai pronunciate, notizie inventate, fotomontaggi e vignette di dubbio gusto. Bufale un tanto al chilo. Che pure, ecco l’aspetto più inquietante della vicenda, raccolgono i commenti indignati di migliaia di ingenui lettori.

I falsi sono tanti, a metterli in fila si potrebbe scrivere un libro. Alcuni sono palesemente surreali, altri più subdoli. Tutti rigorosamente inventati. Basta fare una ricerca online per raccogliere un copioso campionario. Lo scorso aprile, ad esempio, Laura Boldrini avrebbe proposto di modificare il calendario. Rimuovendo santi e relative festività cattoliche per non offendere gli immigrati. Ne ha dato notizia – ovviamente tarocca – il sito Italianosveglia. Pochi giorni dopo la presidente della Camera è andata oltre, presentando una proposta di legge per introdurre «il burka obbligatorio anche per le italiane». Stavolta la cronaca è affidata al sito satirico Il quotidaino.wordpress.com. Le prime righe dell’articolo entrano in dettaglio: «Sel, Pd e M5S hanno finalmente raggiunto un accordo (…) a quanto pare il governo si è convinto: il Burka sarà obbligatorio nelle spiagge, nei luoghi di ristorazione e fino a 500 metri dai luoghi frequentati da musulmani». Pochi giorni prima la stessa testata aveva tirato fuori un’altra chicca, riportando le frasi con cui la presidente della Camera obbligava i ristoranti italiani «ad avere almeno una pietanza kebab» nel proprio menu. E resta da capire se i commentatori avranno capito l’intento satirico dell’articolo.

Nell’epoca di internet la bufala corre sul web. Ne sa qualcosa la presidente della Camera Lara Boldrini: la Rete è piena di siti che le attribuiscono frasi mai pronunciate, notizie inventate, fotomontaggi e vignette di dubbio gusto. Bufale un tanto al chilo. Che pure, ecco l’aspetto più inquietante della vicenda, raccolgono i commenti indignati di migliaia di ingenui lettori

Articoli e immagini. Di bufala in bufala, non mancano i fotomontaggi. Mesi fa era diventata virale la notizia di Laura Boldrini tra le ragazze Coccodè di Indietro Tutta!, storico programma tv degli anni 80. Un’altra storia inventata dalla Rete, un’altra fonte inesauribile di insulti online. È la preoccupante conseguenza del fenomeno: le finte notizie girano sul web, si diffondono sui social network, finiscono per raccogliere l’indignazione di migliaia di utenti poco attenti a verificare le fonti. Sullo sfondo resta un interrogativo. Perché proprio la presidente della Camera? Una donna ai vertici delle istituzioni italiane è un bersaglio facile, inutile dirlo. Ma dietro alla diffusa campagna di disinformazione c’è anche una motivazione politica. L’agenda progressista di Laura Boldrini si è caratterizzata per l’impegno su temi come i diritti, la parità di genere, l’integrazione e l’Europa. Tutti argomenti impopolari, capaci di solleticare il risentimento di molti. Battaglie che, non a caso, gran parte dei politici si guardano bene dal combattere pubblicamente, pena la perdita di consenso. Non stupisce che il filo conduttore di tutte le bufale sulla presidente di Montecitorio – l’elemento sempre presente – siano proprio i migranti.

Dietro al fenomeno c’è anche una motivazione politica. L’agenda progressista di Laura Boldrini si è caratterizzata per l’impegno su temi come i diritti, la parità di genere, l’integrazione e l’Europa. Tutti argomenti impopolari, capaci di solleticare l’indignazione di molti. Battaglie che, non a caso, gran parte dei politici si guardano bene dal combattere pubblicamente, pena la perdita di consenso

Su ilfatoquotidiano.altervista.org si possono trovare altri scoop sulla presidente di Montecitorio. Tra marzo e aprile Laura Boldrini avrebbe aperto un conto offshore a Panama per finanziare «numerose attività in favore dei migranti islamici». Poco dopo avrebbe regolamentato la precedenza dei figli dei migranti nelle iscrizioni degli asili nido. Una notizia riportata con tanto di dichiarazioni rilasciate ai microfoni del “fatoquotidiano”: «Crediamo sia giusto – questa la presunta spiegazione – che i bambini islamici abbiano precedenza in quanto persone più sfortunate».

Alcuni falsi sono volutamente grotteschi. Ci sono siti che riportano finte dichiarazioni in cui la presidente della Camera si augura la nomina di un premier rom, chiede di introdurre una tassa sulla carne di maiale, si appella agli italiani per adottare immigrati e difende i vitalizi dei parlamentari. Altre bufale sono molto meno ironiche. Lo scorso luglio, dopo la strage di Dacca, sul blog tuttoquellochenoncidicono sono stati pubblicati dei virgolettati – ovviamente mai pronunciati – in cui Boldrini dice: «L’islam è una religione di pace, la colpa non è da attribuirsi agli islamici, ma a noi che non impariamo la loro cultura e non ci integriamo, se quegli italiani avessero imparato il Corano oggi sarebbero ancora vivi, è impossibile negarlo, ecco perché si sta discutendo una proposta di legge che inserisca, al posto dell’ora di religione, l’ora di lettura del Corano». Copione simile dopo la strage di Nizza, pochi giorni dopo. Un altro blog ha riportato le finte esternazioni della presidente di Montecitorio. «Questi “terroristi” chiedono solo aiuto e comprensione, la colpa è nostra che non sappiamo capirli, chiedo scusa a tutto il mondo islamico perché gli abbiamo fatto perdere la speranza». Bufale palesemente inventate, pubblicate per solleticare l’indignazione popolare e conquistare qualche click in più. Ma alimentando odio e delegittimando l’avversario, in un momento storico già ricco di tensioni, il rischio è che prima o poi la situazione possa finire fuori controllo.

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