Per tutta l’estate sembrava che l’Italicum, la nuova legge elettorale italiana, fosse intoccabile. Poi, con i primi freddi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha cambiato idea. Meglio toccarla, questa legge, e modificarla. Per più motivi: il più temuto ma meno sicuro è che, sondaggi alla mano, vincano i Cinque Stelle e si prendano la maggioranza assoluta al Parlamento (e Renzi farebbe la stessa fine di Cameron). Quello meno temuto ma più sicuro è che la Corte Costituzionale, carta alla mano, lo bocci, e costringa il Parlamento, preso in contropiede, a rifarla al volo (e Renzi farebbe la fine di Calderoli).
In ogni caso, è arrivato il momento di fare qualche ritocco, prima che sia troppo tardi. Il Movimento Cinque Stelle ha già avanzato la sua proposta di modifica, per andare verso un sistema proporzionale con le preferenze (idea che piace tanto a Cirino Pomicino) e LinkPop si sente autorizzato a presentare la sua. Anzi, le sue: ci sono almeno altri tre sistemi elettorali che potrebbero fare al caso per l’Italia. Tutti già in uso, con successo, in altre parti del mondo.
Elezione del papa copto
Il Sinodo della chiesa copta sceglie tre candidati possibili, a loro totale discrezione – ma con alcuni limiti: devono essere monaci da almeno 15 anni e di almeno 40 anni. Il nome dei candidati viene scritto ciascuno su un diverso foglio di carta. I tre foglietti vengono poi messi in una coppa sull’altare della Cattedrale di San Marco, al Cairo.
A questo punto interviene un bambino di cinque anni, bendato (e anche lui selezionato dalla congregazione) che estrae dalla coppa il pezzo di carta. Lui non vede, la sua mano viene guidata dal volere divino, il nome estratto è quello che ha scelto Dio. Potrebbe funzionare anche in Italia.
Elezione del sindaco di Cuckfield
È un piccolo paese del West Sussex, sulla costa sud dell’Inghilterra, con una bizzarra procedura per eleggere il proprio sindaco (che è, però, una nomina di pura rappresentanza). Ogni voto indica una sola scelta per un solo candidato; chi riceve più voti, vince. Sembra normalissimo, ma non lo è: ogni voto costa un centesimo (1 penny) e chiunque può comprare tanti voti quanti ne vuole. È un ottimo sistema per l’Italia: aiuta a rimettere a posto le finanze del Paese e, soprattutto, inverte il voto di scambio. Non è più l’elettore a essere comprato, ma la scheda elettorale (certo, poi andando alla conta dei soldi vincerebbe Berlusconi, ma non diteci che è una novità)
Elezione dei membri onorari del Septic
Qui si entra nel mondo superspecifico e settario dei club studenteschi di Cambridge. Anzi, è un superclub che raccoglie gli ex presidenti del CUTwC, cioè il Cambridge University TiddlyWinks Club, una congrega di ubriaconi. Il loro sistema di selezione, però, è interessante. Per decidere se ammettere un nuovo membro, prima di tutto, posizionano una brocca vuota nella cabina elettorale. I votanti, in ordine di seniority, entrano nella cabina per votare con in mano due bicchieri di vino, uno bianco e uno rosso. L’elettore ha di fronte a sé diverse scelte. Può bere uno dei bicchieri, può berli entrambi, può versarli dentro alla brocca, può versarne uno solo, può infine berli e anche prendere il vino dalla brocca (se ce n’è già) e berlo nei bicchieri. L’unica condizione è che esca dalla cabina con i due bicchieri vuoti. Risultato: se nella brocca c’è del vino rosso, anche solo diluito, il candidato è respinto. È un ottimo sistema di selezione, ma è difficile (anche se non impossibile) immaginare di trasportarlo a livello nazionale.