Hofstra University di Hempstead, stato di New York. Novanta minuti senza pausa. Tre round: direzione del paese, prosperità, sicurezza. Da un lato del ring l’espertissima Hillary Rodham Clinton, ex First lady, ex senatrice per lo stato di New York, ex Segretario di stato, oggi candidata alla Casa Bianca per il Partito Democratico. Dall’altro lato Donald John Trump, uomo d’affari, boss del popolarissimo show televisivo The Apprentice, candidato presidenziale per il Partito Repubblicano.
L’arbitro dell’incontro è Lester Holt, giornalista della NBC. Scaramucce tra il burbero Trump e il giudice di gara prima di partire: sebbene il secondo sia apprezzato per il suo essere equo, il primo lo accusa di stare con la rivale democratica – peccato che Holt sia registrato nelle liste elettorali come repubblicano. Le aspettative più alte sono rivolte verso la Clinton, sempre preparata, lucida, a volte fredda a tal punto da apparire antipatica. Al contrario, Trump è l’animale televisivo così imprevedibile che l’avversaria pare si sia preparata per affrontare diversi lati della sua personalità. Almeno 100 milioni di americani incollati agli schermi con il Presidente uscente Barack Obama che ha promesso di tenere il dibattito in sottofondo, mentre lavora, al posto del programma televisivo Monday Night Football. Come ha scritto il magazine neoconservatore Commentary, non si tratta di 100 milioni di secchioni della politica pronti ad un dibattito alto: stanno lì a guardare la tv per la stessa ragione per cui alcune persone guardano le gare NASCAR – gli scontri.
L’ex Segretario di stato si è dimostrata puntale e precisa nelle risposte ed ha inflitto il primo gancio al rivale chiedendogli perché ancora non ha pubblicato la sua dichiarazione dei redditi. Colpito, quasi affondato: Trump è andato nel pallone
Al di là delle zuffe l’obiettivo per entrambi era dimostrarsi “fit”, pronto ed adatto a diventare presidente: la Clinton doveva dimostrare di essere in salute dopo l’affaire polmonite, Trump aveva la necessità di apparire più tranquillo e posato. L’ex Segretario di stato si è dimostrata puntale e precisa nelle risposte ed ha inflitto il primo gancio al rivale chiedendogli perché ancora non ha pubblicato la sua dichiarazione dei redditi.
Colpito, quasi affondato: Trump è andato nel pallone. O stesso è accaduto quando si è parlato dei suoi tentativi di dimostrare che Obama non era nato negli Stati Uniti o quando ha negato il suo appoggio alla guerra in Iraq. Lei era ben preparata, lui semplicemente non lo era affatto. Il candidato repubblicano doveva mantenere la calma ed illustrare perché non votare la rivale: ha finito per interrompere 25 volte nei primi 26 minuti di dibattito la democratica. Un dibattito negativo per lui, fra risposte improvvisate e tanto nervosismo, tanto che forse per la prima volta dopo un dibattito presidenziale un candidato è andato a parlare con i giornalisti: non certo un segnale di fiducia. Come ha confermato il primo sondaggio firmato CNN che dà la Clinton vincitrice del duello per il 67% degli intervistati. John Podesta, capo della campagna di Hillary a dichiarato al Corriere della Sera: «se fosse stato un incontro di boxe avremmo vinto per ko tecnico».Il mago delle previsioni Nate Silver, giornalista di FiveThirtyEight, ha riassunto la situazione pre-dibattito in dieci domande e dieci risposte da cui si evince un vantaggio sempre più risicato per la Clinton con i sondaggi nel medio periodo che sembrano incoraggianti per Trump. Il clima di totale incertezza potrebbe favorirlo più di quanto non si creda
Potrebbe aver ragione Podesta ma in un paese così polarizzato questo dibattito potrebbe aver solamente rafforzato la base elettorale dei due candidati spostando solo qualche indeciso verso la Clinton, per invertire una rotta che la vede in calo nel medio periodo. Stando all’ultimo sondaggio prima dell’incontro, realizzato da Bloomberg Politics. Considerando i due candidati minori in corso a novembre, il libertario Gary Johnson e la verde Jill Stein, Trump sarebbe in vantaggio sulla Clinton 43% a 41% per cento. Il candidato repubblicano sta facendo segnare un costante miglioramento negli ultimi due mesi, avendo recuperato uno svantaggio di oltre 10 punti. Ma il risultato più sorprendente di questa rivelazione riguarda i millennials: tra gli elettori sotto i 35 anni, infatti, Trump è in forte ascesa avendo ridotto di 19 punti il distacco dalla Clinton: ora il 50% sta con l’ex First lady, il 40% con il biondo magnate. Un altro sondaggio pubblicato lunedi, realizzato da CNN/ORC, mostra Trump e Clinton vicinissimi in due stati che si prevedono decisivi: Colorado e Pennsylvania.
Se, come e quanto questa dibattito sposterà l’elettorato è impossibile da prevedere. Il mago delle previsioni Nate Silver, giornalista di FiveThirtyEight, ha riassunto la situazione pre-dibattito in dieci domande e dieci risposte da cui si evince un vantaggio sempre più risicato per la Clinton con i sondaggi nel medio periodo che sembrano incoraggianti per Trump, favorito dal contesto socio-economico. Ma l’incertezza è altissima ed il margine d’errore troppo ampio: la corsa, secondo Silver, è apertissima e non ci sono stati in particolare che potremmo essere decisivi – lo sono tutti a loro modo.
C’è un clima di incertezza che, continua l’esperto, potrebbe favorire Trump, capopopolo di quelli che Hillary ha apostrofato come “miserabili”, in una gaffe che ha finito per farla passare ancor di più per snob e per rafforzare la posizione del rivale.