Come vive l’ultimo animale rimasto in uno zoo siriano

Fuori dalla sua gabbia infuria la guerra. Il babbuino Said sente le bombe e impazzisce di paura. Nel suo piccolo zoo di Aleppo è l’unico animale rimasto ancora vivo

Dal 2011, da quando è cominciata la guerra, quasi metà della popolazione della Siria ha dovuto abbandonare la propria casa e cercare rifugio altrove. In tanti hanno raccontato le situazioni difficili e tragiche vissute dalle persone: molti hanno visto la casa distrutta dalle bombe, o membri la famiglia uccisa negli scontri – e, di conseguenza, hanno dovuto prendere la decisione, non facile, di lasciare tutto. Quasi nessuno, però (e anche giustamente, verrebbe da dire) ha parlato di come vivono, invece, gli animali dell’area, coinvolti, a modo loro, nella guerra.

Lo ha fatto l’Afp, raccogliendo la storia di Said, un babbuino dello zoo di Aleppo, che è anche l’unico animale rimasto vivo della struttura. In tempo di pace Sabil park, dove vive Said, nella zona occidentale della città, era un luogo di ritrovo molto amato dagli abitanti della zona. Tutti conoscevano il simpatico babbuino e alcune famiglie venivano apposta per vedere le sue acrobazie nella gabbia. Le cose sono molto cambiate.

Come spiega Abdullah al-Jaghal, il suo custode di 52 anni, “una volta Said era un animale festoso. Gli piaceva essere al centro dell’attenzione e amava giocare con i visitatori. Ora è tutto diverso: passa la maggior parte del suo tempo in silenzio, si è isolato. Non c’è più nessuno che lo viene a trovare”. Quando sente il rumore delle bombe “impazzisce. Si spaventa e si arrampica fino al punto più alto della gabbia. Ci vuole molto tempo per calmarlo ogni volta che succede”. Gli altri animali dello zoo – alcune scimmie e pavoni – sono tutti morti. E il parco intorno alla sua gabbia è pieno di buchi provocati da granate.

“Ogni volta che ci sono combattimenti nella zona e cadono bombe su Sabil park”, dice una signora sentita dall’Afp che abita nelle vicinanze, “ci preoccupiamo anche per Said e di cosa gli potrà succedere. Ci chiediamo come reagirà”. E in fondo sarebbe anche lecito chiedersi cosa pensi un povero babbuino di tutto quel disastro, provocato dalla specie più intelligente di tutte.

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