Niente, ci eravamo sbagliati: il problema è molto più profondo di una agenzia di comunicazione scelta con leggerezza. Molto, molto più profondo. Di cosa stiamo parlando? Del Fertility Day. Anzi, del Fertility Day Reloaded, la nuova campagna lanciata dal ministero della salute per correggere il tiro rispetto all’ultima, grottesca, di qualche settimana fa. Una campagna che, invece di correggere il tiro, lo abbassa, ad alzo zero.
Le immagini che adornano i pdf messi online dal ministero, infatti, sono se possibile ancora peggio delle prime. Se un paio di settimane fa erano grottesche, in questo caso sono direttamente offensive, anzi, proprio razziste. Non ci credete? Guardate la copertina del fascicolo scaricabile dal sito ufficiale.
Ad essere contrapposte sono due immagini, due visioni del mondo: da una parte, cioè sopra, le Buone “Abitudini”, simboleggiate da due coppie etero, bianche, bionde e sorridenti mentre stanno in spiaggia al sole. Il bene della Germania degli anni Quaranta, insomma. Dall’altra, cioè sotto, ci sono i Cattivi “Compagni”. E, a parte il fatto che quando sono buone sono “abitudini” e quando sono cattive sono “compagni”, la cosa da non credere è l’iconografia scelta per rappresentare il Male: ragazzi disordinati coi capelli ricci, multirazziali, che fumano con un bong chiusi in casa.
Anche tralasciando il fatto che magari i primi si sono appena pippati un grammo di cocaina a testa, e i secondi magari stanno fumando del tabacco aromatizzato alla mela, questa è una divisione del mondo razzista. Ma la cosa peggiore è che una decisione del genere lascia intendere qualcosa di abbastanza spaventoso: non se ne sono accorti perché per loro non c’è problema, il che è, in se stesso, un problema.
Sì, perché se quando devi analizzare un prodotto di comunicazione così delicato — su cui tra l’altro sai già che ci saranno gli occhi di tutta l’Italia puntati addosso — non ti accorgi che hai diviso il mondo tra bianchi-biondi-fighi-etero e neri-ricci-disordinati-promiscui, allora significa che il razzismo ce l’hai negli occhi. Ce l’hai dentro. E sei un Ministero della Repubblica è una cosa molto grave e forse è il caso di farci i conti.