Dalla legalizzazione della cannabis all’introduzione del reato di tortura. Passando per la riforma del codice penale, le adozioni, la legge elettorale e le norme sulla concorrenza. Pronti, via. Dopo la pausa estiva il Parlamento torna al lavoro e si riapre il confronto politico. Sono diversi i provvedimenti lasciati in sospeso. Si tratta di temi spesso delicati, su cui la maggioranza rischia di dividersi (basta pensare alle polemiche sulle droghe leggere che hanno accompagnato gli ultimi giorni prima delle ferie). Con una difficoltà in più. Per il governo l’autunno sarà scandito dal vero spartiacque della legislatura: il referendum sulla riforma costituzionale. Con l’esito finale ancora in bilico, non è difficile immaginare che molti dei temi all’ordine del giorno finiranno al centro di ripicche e veti reciproci.
Intanto già questa mattina si aprono le porte di Montecitorio. Le commissioni Ambiente di Camera e Senato sono convocate in seduta congiunta presso la sala del Mappamondo. Si parla del terremoto. Sarà sentito in audizione il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, che aggiornerà i parlamentari sui tragici eventi del Centro Italia, illustrando le politiche di prevenzione antisismica allo studio del governo. Per le altre commissioni si dovrà attendere ancora una settimana. E qualche altro giorno prima di tornare ai normali ritmi di lavoro. Le Aule di Camera e Senato, infatti, sono convocate tra il 12 e il 13 settembre. A Montecitorio si riparte dallo spinoso dossier cannabis. Dopo un lungo lavoro in commissione, la proposta di legge nata dal lavoro di oltre duecento parlamentari di quasi tutti gli schieramenti è arrivata all’attenzione dell’assemblea. Il 25 luglio scorso è stato avviato l’esame, poi il provvedimento è tornato in commissione. Lo scontro politico ha già raggiunto i livelli di guardia. Il centrodestra prepara le barricate contro la proposta di legalizzazione delle droghe leggere. Per evitare frizioni all’interno della maggioranza finora il governo si è tenuto a distanza dal dibattito. Ma è evidente che alla ripresa dei lavori – sono stati presentati quasi 2mila emendamenti, quasi tutti di Area Popolare – gli equilibri politici saranno messi a dura prova. Senza considerare che l’attenzione mediatica sull’argomento finirà per creare ancora più pressioni.
Prima della pausa estiva i deputati di Sinistra Italiana hanno depositato una mozione che chiede di modificare la legge elettorale. È un argomento particolarmente delicato per la maggioranza. Se ne discuterà a settembre, in attesa della decisione della Consulta
Altro terreno di scontro è la legge elettorale. In attesa della decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum – attesa per il 4 ottobre – a Montecitorio si torna a discutere del provvedimento. Prima della pausa estiva i deputati di Sinistra Italiana hanno depositato una mozione che chiede di modificare la legge. È un argomento particolarmente delicato per la maggioranza, divisa al suo interno tra chi difende la legge elettorale e chi preferirebbe cambiarla. Una questione strettamente legata alle riforme costituzionali, visto che la minoranza Pd ha legato il suo sostegno referendario alla possibilità di correggere l’Italicum. In attesa della capigruppo, l’esame della mozione è stato calendarizzato per il mese di settembre. Per l’esecutivo è un motivo in più di preoccupazione. Discorso a parte per le adozioni. Lo scorso inverno il tema era entrato al centro del dibattito pubblico durante l’esame del disegno di legge sulle unioni civili. Per evitare ulteriori scontri e accelerare l’iter del provvedimento, in quell’occasione si era deciso di stralciare il capitolo relativo alla stepchild adoption. Da quel momento si attende una riforma del settore. Presso la commissione Giustizia della Camera è in corso un’indagine conoscitiva sull’argomento. Le prime audizioni di esperti si sono già tenute, altre sono attese in autunno. Ora molti attendono un’accelerazione del complicato dossier sulle adozioni.
Senato. A inizio estate, dopo una lunga serie di polemiche, i gruppi parlamentari hanno deciso di accantonare temporaneamente il ddl sul reato di tortura. Adesso bisogna portare a termine il lavoro
Da un ramo all’altro del Parlamento, sono diversi i provvedimenti più urgenti che attendono al Senato. A inizio estate, dopo una lunga serie di polemiche, i gruppi hanno deciso di accantonare temporaneamente il ddl sul reato di tortura. Adesso bisogna portare a termine il lavoro. Il testo era stato approvato una prima volta nel 2014, trasmesso alla Camera e modificato, un anno fa è tornato a Palazzo Madama. A luglio lo scontro politico ha toccato i massimi livelli. Una parte del centrodestra si è opposta con forza alla norma, denunciando possibili rischi per gli operatori delle forze dell’ordine. Il confronto resta serrato. C’è poi il disegno di legge sulla concorrenza. Un provvedimento complesso, ricco di novità e conseguenze pratiche sulla vita degli italiani. La legge prevede disposizioni su internet, mercato elettrico, telefonia, assicurazioni. Si parla di taxi, ma anche di turismo. Al centro dell’attenzione trovano spazio le norme su alberghi e strutture ricettive. Sullo sfondo del confronto parlamentare, lobby e associazioni di categoria affilano le armi. Mentre continuano a infuriare le polemiche, tra le altre, sulle piattaforme web Airbnb, Uber e Tripadvisor.
Si è fermata prima dell’estate anche la riforma del processo penale. Dopo una lunga polemica, e tra non poche difficoltà, alla fine la commissione Giustizia di Palazzo Madama ha licenziato il testo. Ora si aspetta la prova dell’Aula. In particolare tra Partito democratico e Area Popolare sono emerse distanze sui termini di prescrizione. Il punto di intesa raggiunto prevede una sospensione della prescrizione di 18 mesi dopo la sentenza di primo grado, e altri 18 mesi tra l’appello e la cassazione. Ma la riforma prevede anche nuove norme sulle intercettazioni, da sempre argomento di grandi polemiche all’interno del Parlamento. Spazio poi alla legge sull’editoria, inserita nel calendario del Senato alla ripresa dei lavori. E alle norme sul cyberbullismo. La lista dei provvedimenti è lunga, l’agenda istituzionale ricca di impegni. In attesa del referendum costituzionale, ce n’è abbastanza per creare qualche preoccupazione a Palazzo Chigi.