Pizza ConnectionScoprì le spese pazze del presidente di Ferrovie Nord Milano e le denunciò: «Esautorato dall’incarico»

Andrea Franzoso lavorava all'Internal Audit della partecipata di Regione Lombardia. Segnalò le spese pazze dell'ex presidente Norberto Achille e assunzioni disinvolte, facendo aprire un'inchiesta. Da ottobre dovrà cercarsi un altro lavoro

Andrea Franzoso è il dipendente che con un suo audit (cioè un rapporto che verifica le procedure interne a un’azienda o un’ente) ha portato alla luce le spese allegre dell’ex presidente di Ferrovie Nord Milano Norberto Achille che è stato poi rimosso dall’incarico. Insomma, un whistleblower. A giorni anche Franzoso lascerà il suo incarico: la società ha proposto al suo dipendente una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro: «per motivi organizzativi – ha detto Franzoso audito dalle commissioni Infrastrutture e Trasporti e Antimafia lo scorso 14 luglio – non c’era altro ruolo all’interno dell’azienda che potessero offrirmi, quindi ho pensato di accettare la proposta» e a giorni lascerà il suo incarico, come sottolineato nella stessa audizione con un generico «alla fine dell’estate». Un licenziamento mascherato, perché all’interno le possibilità di carriera sembravano ormai essere giunte al capolinea.

L’utilizzo disinvolto della carta di credito aziendale da parte dell’ex presidente è solo la punta dell’iceberg di un sistema di clientelismo politico rodato da anni. A far partire l’inchiesta, che coinvolse per favoreggiamento anche l’ex presidente del collegio sindacale Carlo Alberto Belloni (che nel frattempo ha restituito il maltolto), fu proprio Franzoso, che insieme a un altro collega, il capo dell’audit Luigi Nocerino a metà febbraio del 2015 si reca dai carabinieri per denunciare «rilevanti criticità con riferimento alle spese aziendali, ed in particolare la presenza di numerosi rimborsi per spese non autorizzate né autorizzabili riconducibili all’Ufficio di Presidenza». Questione che era esplosa in azienda tanto che Belloni aveva chiesto «che il contenuto del “report” venisse “ammorbidito”, per la preoccupazione, espressa dal medesimo, che “viene la Guardia di Finanza gli facciamo trovare le porte aperte e tutto già scritto”», riportano gli inquirenti.

«Per motivi organizzativi non c’era altro ruolo all’interno dell’azienda che potessero offrirmi, quindi ho pensato di accettare la proposta di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro» e a giorni lascerà il suo incarico.

La Guardia di Finanza in effetti trovò tutto già scritto riscontrando più di 452 mila euro di spese che Achille (che ne ha restituiti all’azienda circa 128 mila) fece a carico di Ferrovie Nord (che ha annunciato la costituzione parte civile), dunque a carico dei contribuenti lombardi. Il premio a Franzoso per la segnalazione? La risoluzione del contratto con Fnm. «Per diversi mesi – ha raccontato lo stesso Franzoso davanti alle commissioni in regione – non ho avuto più nulla da fare in ufficio, non ho avuto più da lavorare», mentre nel frattempo per svolgere le funzioni del dipendente la società si rivolgeva addirittura a consulenti esterni. Con lui anche il capo della sezione audit Luigi Nocerino non ha più svolto le stesse mansioni. Per Nocerino si sono aperte le porte del servizio acquisti.

A quel punto Franzoso si appella al giudice per lavoro il quale però non accoglie il ricorso per ragioni tecniche: per chi fa segnalazioni, per i cosiddetti whistleblower, non c’è tutela. La stessa tutela scritta su un disegno di legge che dallo scorso 21 gennaio giace in un cassetto della commissione Affari Costituzionali al Senato, e che da lì fatica a uscire. In Ferrovie Nord c’è stato un cambio di management dopo le dimissione di Achille, ma a poco è servito l’ingresso del nuovo presidente in quota Lega Nord Andrea Gibelli: Franzoso nel suo vecchio ruolo non è ben accetto. Tanto che lo stesso Gibelli lo incontra a quattro mesi dal suo insediamento e su richiesta del dipendente.

Per chi fa segnalazioni, per i cosiddetti whistleblower, non c’è tutela. La stessa tutela scritta su un disegno di legge che dallo scorso 21 gennaio giace in un cassetto della commissione Affari Costituzionali al Senato

Intanto nei giorni successivi il polverone c’è anche qualcuno che tenta di tirare acqua al proprio mulino politico. A settembre dello scorso anno l’allora vice presidente di Fnm in quota Forza Italia, Gianantonio Arnoldi, aggancia il consigliere del Movimento 5 Stelle Stefano Buffagni, che in aula presentò sul caso Ferrovie Nord una interrogazione snocciolando fatti e misfatti. In quella sede Arnoldi, oggi consigliere di amministrazione di Concessioni Autostradali Lombarde e presidente di Ferrovie Nord Milano Autoservizi, chiede a Buffagni di fare da intermediario con Franzoso per capire se questo fosse disponibile per una promozione a capo della sicurezza, «il classico promoveatur ut amoveatur»,taglia corto Franzoso.

Ma c’è di più. Perché nella stesso momento Arnoldi chiede, riferisce Buffagni in commissione, «se conoscevo qualcuno» come direttore amministrativo. «Dissi – spiega il consigliere del Movimento 5 Stelle – che si poteva aprire un bando» oppure «cercare una società di cacciatori di teste che trovi un dirigente apicale di livello». Insomma Arnoldi sembra voler portare dentro Fnm qualcuno in quota M5S, forse per chetare l’attivismo del consigliere regionale grillino che ribatte: «oggi sono un consigliere regionale e ho un altro ruolo, quando sarà presidente di FNM mi porrò il problema». Lusinghe, rimandate dunque al mittente.

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