Virginia non lo sa, ma al mondo esiste qualcuno che può comprendere i suoi dolori: gli abitanti dell’Hampshire, contea nel sud dell’Inghilterra. Anche lì c’è un problema, molto serio, con frigoriferi e freezer. La differenza è che lì c’è davvero, non si tratta di un complotto e suscita diverse difficoltà.
Tutta la macchina del riciclo della zona, a causa della crisi, è andata in tilt: le isole di smaltimento sono piene, i cittadini non sanno più dove mettere gli elettrodomestici rotti, e il rischio è che, sull’onda delle proteste, possano seguire l’esempio di Roma, o almeno della Roma descritta da Virginia Raggi, e cioè abbandonarli per strada.
Secondo la legge inglese, la responsabilità della collocazione di freezer e frigoriferi spetta ai produttori. Ora però tutto il sistema che avevano approntato (con il benestare del governo) si è bloccato: i frigoriferi non vengono più recuperati, i freezer restano ammassati – sono oltre 2.500 – e non c’è più spazio per nuovi arrivi. È un problema. Hampshire come Roma.
“Sono molto deluso di vedere che la questione del riciclo dei frigoriferi, che è un tema nazionale, stia avendo un impatto sui residenti dell’Hampshire. Sono mesi che la cosa va avanti e nessuno ha fatto qualcosa per risolverla”, spiega il consigliere della contea Rob Humby. La colpa, però, non è degli amministratori locali, “ma del governo”. Lo scaricabarile (o meglio, lo scaricafrigorifero) è già cominciato: colpa dei costruttori? No, degli amministratori. Anzi, del governo centrale. E allora?
Allora tutto resta fermo come è. I cittadini inglesi aspettano, nessuno si muove, i frigoriferi si usurano. E non li possono nemmeno lasciare per strada, altrimenti sembra che vogliano fare uno scherzo al sindaco.