Storie“Cerco lavoro da sette anni, ma le aziende scappano appena scoprono che sono disabile”

Danilo Massimi, 26 anni, invalido al 74%, è alla ricerca di un lavoro. Quando è partita Garanzia giovani pensava che si fosse aperta finalmente una strada almeno per fare un tirocinio, ma così non è stato. “Appena vedono l’invalidità, le aziende mi scartano”

«Sto a’ combatte», ripete Danilo Massimi, 26 anni, di Nettuno, in provincia di Roma. Da sette anni, da quando si è diplomato all’Istituto tecnico industriale Luigi Trafelli, Danilo “combatte” per avere un lavoro. O anche solo uno stage, per cominciare a imparare un mestiere. Come giardiniere o magazziniere. Ma le aziende che contatta, quando vedono il suo curriculum, «subito ci ripensano». “Colpa” della sua disabilità. Danilo è affetto da un leggero ritardo mentale e da strabismo. Gli è stata riconosciuta un’invalidità al 74 per cento. «Magari non riesco a stare tante ore davanti al computer, ma tutto il resto posso farlo», dice. «Posso prendere pesi, tagliare l’erba. Ma appena vedono l’invalidità, nessuno mi prende in considerazione».

Secondo la legge 68 del 1999, i datori di lavoro pubblici e privati con almeno 15 dipendenti sono tenuti ad avere assumere quote di lavoratori con disabilità (almeno uno da 15 a 35 dipendenti). Ma in Italia otto disabili su dieci sono disoccupati. E meno della metà delle aziende (45,5% secondo Isfol) rispetta gli obblighi di legge. Tantomeno la pubblica amministrazione. Non a caso, la Corte di giustizia europea nel 2013 ci ha bocciati sul tema. Gli iscritti nelle liste speciali di collocamento in attesa di un lavoro sono oltre 750mila.

Tra loro c’è pure Danilo. «Vado nei grandi supermercati e vedo che non c’è nessun disabile tra i lavoratori», dice. «Poi quando mando il curriculum, però, non assumono». L’unico breve lavoro Danilo l’ha ottenuto nel 2010 come assistente per i disabili nelle scuole per una cooperativa sociale. Un contratto a progetto che, appena scaduto, non gli è stato più rinnovato.

«Da allora è cominciato il mio purgatorio», racconta. «Sono rimasto fermo per ben tre anni, fino al 2014, perché nessuna azienda mi ha considerato adatto a lavorare. L’unica cosa che sono riuscito a fare è un piccolo lavoro socialmente utile, come giardiniere, per tre mesi, per il comune di Nettuno». Poi niente. A casa, andando a ritirare ogni mese i 280 euro di pensione d’invalidità. «È chiaro che con questi soldi non si può campare. Ma anche se fossero di più, non sarebbe giusto. Io posso e voglio lavorare», dice.

Il problema è sempre lo stesso: sono invalido. Le aziende non vogliono persone come me, non mi vogliono nonostante la legge mi dovrebbe tutelare, non mi vogliono nonostante i bonus di assunzione che potrebbero prendere, non mi vogliono neanche per un tirocinio. Appena mi vedono cambiano faccia. Sono ormai sette anni che cerco lavoro, mi sono messo in gioco in ogni modo

Quando nel 2014 è partita Garanzia giovani, poi, Danilo pensava che almeno un tirocinio gli venisse garantito appunto. Tutt’altro. Come tanti altri ragazzi, si iscrive. E in quattro mesi fa un solo colloquio, ma senza successo. Poi ripiega su una grande agenzia interinale. «Ma niente, mi mandavano offerte non adatte. In quattro mesi non ho ricevuto nulla, nemmeno una proposta, nemmeno un colloquio. Le aziende hanno continuato a scartarmi». A un certo punto anche l’agenzia gli dice che non c’è niente da fare. «Non mi sono mai sentito così solo», racconta. «Ma non mi sono arreso».

Danilo si rivolge alla Regione Lazio, che gli dice di iscriversi a un ente di formazione di Latina. Facendo la spola tra agenzie private e centri per l’impiego, per ben quattro volte Danilo si iscrive a Garanzia giovani nella speranza di trovare uno stage. Nel frattempo fa corsi di orientamento e di formazione.

A giugno 2015 si apre una strada: comincia uno stage in una cooperativa sociale, che però termina sei mesi prima del previsto, perché la cooperativa fallisce. Prova e riprova a mandare curriculum, fa qualche colloquio. «Il problema è sempre lo stesso: sono invalido. Le aziende non vogliono persone come me, non mi vogliono nonostante la legge mi dovrebbe tutelare, non mi vogliono nonostante i bonus di assunzione che potrebbero prendere, non mi vogliono neanche per un tirocinio», dice. «Appena mi vedono cambiano faccia. Sono ormai sette anni che cerco lavoro, mi sono messo in gioco in ogni modo. Credevo che Garanzia giovani fosse finalmente un’opportunità concreta per potermi inserire nel mondo del lavoro, ma invece sono ancora qui, in attesa».

A gennaio 2016 la Regione Lazio ha stanziato 728mila euro per i tirocini e l’inserimento lavorativo delle persone disabili. «Avrei dovuto cominciare uno stage in un’azienda agricola, ma mi hanno detto che i soldi siano già finiti», racconta Danilo. Di tanto in tanto fa visita al centro per l’impiego e telefono per sapere se c’è qualche novità. «Mi dicono: “Gli altri ragazzi aspettano che qualcuno li chiami. Tu sei l’unico che chiama ogni giorno”», racconta. «E che devo fare?», risponde lui. «Sto a’ combatte per un lavoro».

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