Gli autobus romani sono vecchi e malandati. Si rompono spesso, mancano i pezzi di ricambio, chi sale a bordo lo fa a suo rischio e pericolo. Non lo dicono i pendolari, ma i senatori della Repubblica. A leggere il resoconto stenografico di una delle ultime sedute a Palazzo Madama c’è da impallidire. Per una volta sono tutti d’accordo. Tra gli scranni del Palazzo come al capolinea del 46 barrato. Da destra a sinistra, passando per i Cinque Stelle, i nostri parlamentari sembrano aver improvvisamente scoperto la situazione del trasporto pubblico della Capitale. L’occasione, martedì scorso, è stata la discussione di alcune mozioni sulla municipalizzata Atac.
Talvolta la denuncia politica nasconde passaggi autobiografici. «Recentemente sono venuti a trovarmi alcuni amici – racconta in Assemblea il senatore Lucio Barani – E quasi tutti sono stati borseggiati quando hanno preso una linea di superficie o metropolitana. È incredibile: in totale ci sono quasi 500 denunce di furto ogni giorno». A difendere l’azienda sono in pochi. È una questione di immagine. «Roma è la città più bella del mondo – insiste il Pd Marco Filippi – arrivano decine di milioni di turisti in ogni mese dell’anno e la qualità del trasporto pubblico costituisce, inevitabilmente, il biglietto da visita del nostro Paese». Eppure, insiste il senatore dem, «ancora oggi l’azienda ha i più vecchi autobus tra le varie capitali europee. Con un ciclo di vita ormai superiore agli undici anni, quando sono appena quattro quelli di un autobus a Parigi, cinque quelli a Londra e otto a Madrid».
Gli autobus romani sono vecchi e malandati. Si rompono spesso, mancano i pezzi di ricambio, chi sale a bordo lo fa a suo rischio e pericolo. Non lo dicono i pendolari, ma i senatori della Repubblica. «Recentemente sono venuti a trovarmi alcuni amici – racconta in Aula il parlamentare Lucio Barani – E quasi tutti sono stati borseggiati quando hanno preso una linea di superficie o metropolitana. È incredibile: in totale ci sono quasi 500 denunce di furto ogni giorno»
La seduta si trasforma presto in uno sfogatoio collettivo. «A Roma nell’ultimo decennio la situazione del servizio risulta in costante peggioramento» alza la voce l’esponente di Sinistra Italiana Massimo Cervellini. «Riduzione delle corse e della qualità dell’esercizio, incremento della frequenza di interruzione dei servizi, scadimento costante della manutenzione delle vetture, con i conseguenti rischi in termini di sicurezza per gli utenti». Chi ha detto che i parlamentari non prendono i mezzi pubblici? A sentire il dibattito sembra di stare alla fermata in attesa del tram. «Di oltre 1.900 mezzi, 600 sono fermi perché obsoleti» continua il senatore di Sinistra Italiana. Lo scenario, almeno a quanto raccontano i parlamentari, è desolante. «Sempre più frequenti sono le notizie di pneumatici deformati o con i battistrada non conformi agli standard di circolazione, di ruote e rotaie con difetti di fabbricazione, o di mezzi fermi nelle officine di riparazione per l’assenza di pezzi di ricambio, dovuta all’impossibilità di acquisto per mancanza di fondi, o di mezzi che prendono fuoco per autocombustione».
Nella foga oratoria qualcuno forse si lascia prendere la mano. «Non sfugge a nessuno l’incredibile calca di persone che, nelle ore di punta, non riesce nemmeno a salire sui mezzi – racconta Barani – Questo iperaffollamento ha ripercussioni di ogni genere, ad esempio sulla salute, nel periodo del picco dell’influenza o di altre malattie tipo la meninigite o la tubercolosi, che sono trasmissibili». Epidemie a parte, a giudicare dal dibattito parlamentare la situazione sembra davvero inquietante. «Vi sono le lagnanze delle persone che scendono perché fanno prima a piedi e le lagnanze del personale minacciato da balordi» insiste il senatore di Ala. Si lamentano persino i Cinque Stelle, che da qualche mese si sono insediati in Campidoglio. «Abbiamo pullman che circolano a Roma che hanno un milione di chilometri – prende la parola il senatore Andrea Cioffi – E su questi bisogna fare manutenzione, bisogna revisionare le testate, bisogna farli andare. Per non parlare della Roma-Ostia, dove sono stati messi sulla linea treni destinati alla metropolitana».
Per una volta sono tutti d’accordo. Tra gli scranni del Palazzo come al capolinea del 46 barrato. «Non sfugge a nessuno l’incredibile calca di persone che, nelle ore di punta, non riesce nemmeno a salire sui mezzi» si lamenta un senatore. «Vi sono le lagnanze delle persone che scendono perché fanno prima a piedi e le lagnanze del personale minacciato da balordi»
Certo, spesso la colpa è anche degli utenti che viaggiano senza pagare. «A volte mi sembra di vedere il film di Cetto La Qualcunque – insiste Barani – Quando dice che chi fa il biglietto non è normale. I controlli non esistono». ll dubbio resta. Ma in Senato si sono accorti solo adesso che qualcosa non andava? Il grillino Cioffi ironizza: «La giunta Raggi si è insediata da tre mesi: il fatto che oggi discutiamo di una mozione sull’Atac mi sembra alquanto singolare». Ma non tutti sono d’accordo. L’esponente di Forza Italia Francesco Aracri, ad esempio, ricorda di aver presentato negli ultimi mesi almeno sette interrogazioni su questo argomento. «Ma ovviamente nessuno ci ha risposto».
A un certo punto della seduta parlamentare arriva la sorpresa. Ritirate alcune mozioni, gli esponenti di Pd e centrodestra presentano un ordine del giorno bipartisan che apre alla possibilità di commissariamento dell’azienda. Il documento ipotizza il rilancio dell’azienda, «anche attraverso procedure straordinarie». Magari collocando «temporaneamente la partecipazione dell’Atac all’interno di un organismo statale». La reazione dei Cinque Stelle è durissima. I grillini denunciano il blitz. «La storia ci ricorda cosa è successo negli ultimi ventitré anni a Roma – insiste Cioffi – Per diciassette anni ha governato il cosiddetto centrosinistra e per cinque anni il cosiddetto centrodestra. E oggi ci vengono a dire che vogliono commissariare Atac, che loro hanno ridotto in questo modo. Vi dovete vergognare!». Alla fine, però, niente di fatto. In Aula manca il numero legale. Discussione rimandata a data da destinarsi.