E la polizia americana arresta un albero che attraversava la strada

Si trattava di una discutibile performance artistica: il genio, nascosto dietro una coltre di rami, aveva bloccato il traffico. Il motivo? Risvegliare la consapevolezza per i gesti che si fanno ogni giorno

Non sarà il primo artista che finisce in prigione. Ma di sicuro sarà il primo artista che finisce in prigione per aver impersonato un albero che cercava di attraversare la strada. È successo nel centro di Portland, nel Maine, proprio di fronte al Portland Museum of Art. Asher Woodworth stava mettendo in atto la sua performance artistica: un albero che, con i suoi tempi lunghissimi, cercava di andare da un lato all’altro della strada. Bloccando il traffico. “Un tentativo di portare l’attenzione sulle danze che tutti noi, ogni giorno, facciamo senza renderci conto”, ha dichiarato al New York Daily News. Coreografie date per scontate che dimentichiamo sempre.

Anche la polizia di Portland le ignora sempre: dopo una serie di avvisi, è stata costretta a intervenire e rimuovere l’albero, spostarlo sul ciglio, tagliare tutti i rami e svelare la sua natura umana. Operazione che, in tutto, ha richiesto ben due ore. Gli agenti hanno anche provato a individuare a quale specie appartenesse (o volesse appartenere) la pianta – forse per essere più precisi nel verbale – ma non ci sono riusciti. Era una conifera. “Tutti i rami provenivano dalle vicine foreste del Maine”, ha aggiunto Woodworth, dopo aver pagato la multa di 60 dollari per interruzione della circolazione.

La sua idea artistica ha radici (pardon) antiche. Da anni Woodward posta sul sito immagini di alberi e cespugli fotografati da Marcus Leatherdale e da Charles Fréger. Dopodiché ha saputo declinarla nel campo delle “esperienze dell’essere-nel-mondo”, un Dasein artistico che suona come un lasciapassare per ogni performance bizzarra. Ad esempio, tempo fa, lo stesso Woodoworth si era impegnato con il mondo dei supermercati: entrò in uno e si mise a fissare il reparto frigo, attirando l’attenzione dei poveri, normali clienti. Nel 2009 finì ancora nel mirino della polizia (per dire) perché, sempre per una performance, aveva staccato l’insegna da un ristorante della catena Chili’s, regalandolo a un amico. Il senso? Chissà. Saranno ancora le danze quotidiane che facciamo in modo inconsapevole.

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