I tassi bassi non spingono più l’economia

Crescono le perplessità sull’utilità di una politica monetaria accomodante da molti anni. Storicamente il finanziamento a basso costo è stato utilizzato per investire e creare posti di lavoro. Ora sembra favorire le operazioni di buyback, le bolle speculative e l’indebitamento degli Stati

Peter Macdiarmid/Getty Images

L’efficacia della politica monetaria potrebbe aver raggiunto il suo limite. Non solo perché i bassi tassi di interesse stanno comprimendo sempre di più i margini di profitto delle banche, che hanno sempre meno incentivi ad erogare finanziamenti. Ma perché la politica monetaria sta favorendo sempre più comportamenti speculativi.

Storicamente, il finanziamento a basso costo è stato utilizzato per investire in asset per aumentare le vendite e i profitti futuri. Sempre più spesso, invece, oggi i bassi tassi di interesse stanno dando alle grandi aziende la possibilità di indebitarsi a basso costo e utilizzare il debito per il riacquisto delle azioni. Con il primo approccio si creano nuovi posti di lavoro e si fornisce una spinta all’economia. Con il secondo si riempiono le tasche degli azionisti e dirigenti nel breve termine.

Non solo: un rapporto della scorsa settimana del Fondo Monetario Internazionale ha mostrato che il livello di indebitamento dell’economia globale è aumentato. Con un debito così a buon mercato non esistono incentivi per ridurre l’indebitamento.

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