La strategia grillina per il referendum. Contro la riforma un tour mondiale e viaggi in treno con i pendolari

Il voto del 4 dicembre si avvicina. Per conquistare i voti degli italiani all’estero è già partito un tour che arriverà fino a Mosca. In Patria si stringono alleanze con gli altri comitati. Dopo l’iniziativa in scooter, Di Battista girerà il Paese sui treni Regionali

«Se al referendum dovesse vincere il Sì, il nostro Paese sarà meno affidabile. Esattamente il contrario di quello che racconta la propaganda renziana». Il senatore Cinque Stelle Vito Crimi parla davanti a decine di giornalisti stranieri, che lo ascoltano un po’ sorpresi. La riforma del bicameralismo? «Rischia di creare un blocco istituzionale» insiste il deputato Danilo Toninelli, volto noto della commissione Affari costituzionali. «E questo non farà ripartire l’Italia, semmai fermerà gli investimenti nel nostro Paese». La conferenza stampa organizzata a Roma si intitola «I say no to save Italy’s future». I pentastellati raccontano ai corrispondenti stranieri la loro versione sul referendum e le sue possibili ripercussioni sul piano internazionale.

La campagna referendaria dei Cinque Stelle non conosce confini. Mentre in Italia sta per partire una nuova iniziativa itinerante – dopo il viaggio in scooter della scorsa estate, stavolta Alessandro Di Battista dovrebbe girare il Pese a bordo dei treni regionali – l’attenzione M5S si concentra all’estero. Parlando con i giornalisti esteri, i grillini si rivolgono ai tanti italiani residenti oltre confine. Alle ultime Politiche votarono in più di un milione, il 4 dicembre le loro preferenze rischiano di essere decisive. E così da pochi giorni è iniziato un lungo tour internazionale per difendere le ragioni del No. «Perché anche i cittadini che vivono all’estero hanno diritto ad essere informati sulla riforma truffa» insiste Toninelli. Zurigo, Stoccarda, Monaco di Baviera. «Le comunità italiane devono sentirsi parte di questa battaglia». Da qui al giorno del voto, i Cinque Stelle hanno organizzato almeno un appuntamento in gran parte delle capitali europee. Il 15 novembre saranno a Bruxelles, il 16 a Vienna e Parigi. Negli stessi giorni si sta allestendo una data a Mosca. E i protagonisti non saranno solo gli europarlamentari. Per combattere la battaglia referendaria sono schierati anche i big del movimento.

Da pochi giorni è iniziato un lungo tour internazionale per difendere le ragioni del No. Zurigo, Stoccarda, Monaco di Baviera. «Le comunità italiane devono sentirsi parte di questa battaglia», spiega il deputato Toninelli. Da qui al giorno del voto, i Cinque Stelle hanno organizzato almeno un appuntamento in gran parte delle capitali europee. Il 15 novembre saranno a Bruxelles, il 16 a Vienna e Parigi. Negli stessi giorni si sta allestendo una data a Mosca

Non è un mistero: la partita referendaria si vince anche all’estero. Nelle ultime settimane diversi esponenti dell’esecutivo hanno incontrato le comunità italiane di mezzo mondo (in Parlamento ha fatto discutere la visita in Sud America della ministra per le Riforme Maria Elena Boschi). I Cinque stelle puntano allo stesso elettorato. Sul sito iodicono.it, dedicato alla riforma costituzionale, i grillini hanno pubblicato un piccolo vademecum in lingua inglese per spiegare i motivi del No. Ai cronisti stranieri spiegano le critiche alla riforma costituzionale. Provano a smontare l’immagine di un movimento sempre all’opposizione. Raccontano le tante proposte alternative presentate in Parlamento e mai prese in considerazione, gli emendamenti depositati al Senato e respinti. Dal dimezzamento del numero dei parlamentari alla riduzione dei loro stipendi, passando per l’abolizione dei senatori a vita.

Il referendum rappresenta un passaggio importante per il futuro del M5S. Ecco perché anche stavolta si è scelto di organizzare un incontro con la stampa estera. I giornali stranieri hanno sempre riservato una particolare attenzione per il movimento di Grillo, una realtà per certi versi unica nel suo genere. In molti ricordano che proprio davanti ai corrispondenti esteri si era presentata Virginia Raggi, alla prima conferenza da candidata sindaco di Roma. E non a caso, stavolta, all’appuntamento è presente Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e aspirante premier in pectore dei Cinque Stelle. È lui il volto istituzionale del Movimento, nonostante le indiscrezioni di questi giorni e la presunta fronda di alcuni parlamentari che ne avrebbero messo in discussione la leadership. Ennesimo segnale che all’interno del Movimento la fase sia particolarmente delicata.

«Se al referendum dovesse vincere il Sì, il nostro Paese sarà meno affidabile. Esattamente il contrario di quello che racconta la propaganda renziana». Il senatore Cinque Stelle Vito Crimi parla davanti a decine di giornalisti stranieri, che lo ascoltano un po’ sorpresi. La riforma del bicameralismo? «Rischia di creare un blocco istituzionale» insiste il deputato Danilo Toninelli. «E questo non farà ripartire l’Italia, semmai fermerà gli investimenti nel nostro Paese»

Ma non c’è solo il fronte estero. La partita referendaria si gioca soprattutto in patria. La scorsa estate aveva attirato l’attenzione dei media il lungo viaggio del deputato Alessandro Di Battista. In sella al suo scooter il grillino aveva attraversato il Paese, fermandosi in oltre 40 tappe per spiegare la posizione contro la riforma. Adesso si passa al treno. In questi giorni è allo studio una nuova iniziativa. Secondo indiscrezioni, tra poche settimane Di Battista, probabilmente non da solo, sarà il protagonista di un nuovo tour in Italia. Stavolta a bordo di convogli regionali, per avvicinare il mondo dei tanti pendolari italiani.

Intanto prosegue i lavoro dei Cinque Stelle sul territorio. Nella campagna referendaria sono una delle realtà più attive. «Ogni settimana in centinaia di comuni vengono organizzate iniziative di ogni tipo» racconta Danilo Toninelli. «Gazebo, banchetti informativi e volantinaggi, gestiti direttamente dai nostri eletti e dagli attivisti». Anche il deputato lombardo, per dire, pochi giorni fa ha partecipato a una marcia di oltre 70 chilometri in Liguria per sostenere il fronte contrario alla riforma. È una battaglia che svela alcuni aspetti inediti dei Cinque Stelle. Ad esempio la disponibilità ad allearsi con altri movimenti. «Stavolta conta il risultato – raccontano i parlamentari grillini davanti ai giornalisti stranieri – Per questo non ci devono essere bandiere di partito». E così in queste settimane non è raro vedere i pentastellati fianco a fianco con gli esponenti del comitato del professor Zagrebelsky. Pochi giorni fa due assessori della giunta di Virginia Raggi – Paolo Berdini e Luca Bergamo – hanno partecipato alla festa della Costituzione organizzata dal Comitato per il No a Roma. E con loro c’era la senatrice pentastellata Elena Fattori, in rappresentanza del gruppo parlamentare. «La battaglia per il No la condividiamo con chiunque – spiega Toninelli – L’obiettivo è mettere al riparo la Costituzione e la democrazia».

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