Renzi rottama i giovani: per vincere il referendum servono i voti degli anziani

Lo spot del Governo ha come protagonista una garbata nonna. Non c'è da stupirsi: Renzi ha scaricato i giovani. E i giovani hanno scaricato lui

Arriva il primo spot del governo sul Referendum elettorale, dritto dritto sulla bacheca Facebook di Matteo Renzi, ed è molto più di uno spot: è una nuova estetica, una nuova linea politica, un nuovo mondo dove la Generazione Telemaco che prese il potere due anni fa si arrende alla Generazione Anchise – ai vecchietti insomma, ultimo bacino elettorale disponibile in Italia – e ne fa il suo avatar nelle forme dell’anziana signora con bici e permanente perfetta che invita a votare sì; «se no non cambia nulla».

Il promo referendario è molto furbo. In Italia l’elettorato giovanile non solo conta poco (gli under35 sono tra il 20 e il 30 per cento dell’elettorato) ma vota pochissimo, ma se vota è orientato sui Cinque Stelle, quindi presumibilmente sul No. La cosa migliore per il governo sarebbe che disertassero i seggi in massa. Sopra i 55 anni c’è quasi la metà del corpo elettorale (45 per cento), e per di più la parte più “affezionata” alle urne. Si spiega così la notevole energia che il governo sta mettendo nel blandire e soddisfare queste fasce: l’intervento sulle pensioni, innanzitutto, e il raddoppio della cosiddetta quattordicesima per le pensioni minime, cuore di una manovra che strizza l’occhio ai nonni più che ai nipoti.

In Italia l’elettorato giovanile non solo conta poco, ma se vota è orientato sui Cinque Stelle, quindi presumibilmente sul No. Si spiega così la notevole energia che il governo sta mettendo nel blandire e soddisfare queste fasce

Si nasce incendiari e si finisce pompieri, diceva Pitigrilli. Ma in questo caso si è pompieri per necessità più che per vocazione. Che l’allure del rivoluzionario, del “cambia verso”, a Matteo Renzi continua a piacere moltissimo – e lo si capisce dall’energia che ha messo nel confronto televisivo col “vecchio” Zagrebelsky – ma non può più permettersela. Il mainstream giovanile va da un’altra parte, non solo in Italia ma in tutta Europa, e c’è poco da fare: la sinistra, che per decenni ha cavalcato l’onda dei gusti, delle tendenze, persino delle mode estetiche dei ventenni, adesso deve metterci una croce sopra. E la signora col golfino color perla dello spot, col suo decoro fanè e gli occhiali attaccati alla catenella, magari non rientra nell’immaginario Leopolda ma è quel che serve, ora e qui, per sperare di farcela.

Piacerà a quella nonna il nuovo look di Matteo, non più scamiciato come ai tempi del palco con Valls e Sanchez ma in giacca e cravatta, sempre ragazzone però serio. Piacerà la promessa sulle pensioni, e la tregua con la Cgil che dei pensionati è l’indiscusso Gran Muftì. Ma le piaceranno anche i 500 euro al nipotino diciottenne, e magari sarà la nonna a convincere il medesimo nipotino a dare al Sì il suo primo voto, e insomma: le vecchie signore, l’irriso “settore menopausa” di Silvio Berlusconi, recuperano una inimmaginabile centralità politica in un paese già antropologicamente portato all’esaltazione delle lasagne di nonna, le coccole di nonna, i cinquanta euro che nonna ti infila in tasca mentre la saluti.

Avere scelto gli anzianicome interlocutori privilegiati è una genialata anche per motivi anagrafici: in fondo, sono i soli che potranno votare a cuor leggero, perché dell’Italia prossima ventura possono fregarsene, che tanto loro non ci saranno e finalmente dovranno spicciarsela gli altri

L’Italia è un Paese già sorretto dai vecchi per molte cose, dal welfare domestico al sostegno dei giovani in ogni sorta di difficoltà. I vecchi saldano rette universitarie, fanno le baby sitter, spicciano case di maschi e femmine che lavorano dieci ore al giorno per salari che non permettono una colf, tappano i buchi dei mutui tra un contrattino e l’altro.
E ora tocca ai vecchi farsi carico anche del celebrato cambiamento referendario, del passo che cambierà la “loro” Costituzione in un’altra cosa destinata a plasmare la Repubblica del futuro. In qualche modo è pure giusto: pagano loro, decidono loro.
Ma averli scelti come interlocutori privilegiati è una genialata anche per motivi anagrafici: in fondo, sono i soli che potranno votare a cuor leggero, senza troppi ripensamenti e conflitti interiori, perché dell’Italia prossima ventura possono fregarsene, che tanto loro non ci saranno e finalmente dovranno spicciarsela gli altri.

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