Sorpresa: il treno Addis Abeba-Gibuti avrà controllori cinesi

L’intero progetto che unisce le due capitali è stato finanziato ed eseguito da Pechino. Soldi e manodopera cinese. E mentre viene formato il personale locale (stimano cinque anni) fanno tutto loro

All’inizio potrebbe sembrare strano: la nuova linea di treni che collega Addis Abeba (Etiopia) e Gibuti (Gibuti) avrà controllori e bigliettai cinesi. Com’è possibile? Molto semplice: tutto il progetto ferroviario, che ha riportato in vita un tragitto che, ormai vetusto per gli anni, aveva limitato il servizio tra le stazioni di Dire Dawa e Dewelé, è opera cinese.

Sono cinesi i soldi impiegati, circa tre miliardi di euro, è cinese la banca che li ha erogati (la Exim). Sono cinesi anche gli operai e gli ingegneri. Il resto, però, è etiope. Il tutto fa parte di un programma ambizioso, il Second Growth and Transformation Plan, cioè la costruzione di almeno 2.500 chilometri di ferrovia per collegare le più grandi città del Paese. Al momento, per i lunghi spostamenti, gli etiopi possono scegliere tra i bus (che però si muovono solo durante le ore di luce) e voli dal costo molto basso della Ethiopian Airways. In futuro, grazie all’aiuto della Cina, anche sui treni.

La differenza sarà anche economica: dal 1993, cioè da quando l’Eritrea ha dichiarato la sua indipendenza, l’Etiopia ha perso la sua via di accesso al mare. Il collegamento con Gibuti potrebbe riparare, in qualche modo, questa mancanza. Basteranno, anziché due giorni lungo una strada inquinata e malmessa come è avvenuto finora, solo 12 ore a 120 km/h. Un bel cambiamento di verso

All’inizio, come si è detto, anche i bigliettai saranno cinesi. Le fermate saranno annunciate in amarico, lingua nazionale etiope, in inglese e, come è ovvio, anche in cinese. La concessione della gestione durerà per “soli” cinque anni, cioè il periodo in cui i cinesi prevedono di formare il personale locale.

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