Basta patti del Nazareno, nessuna intesa con Renzi. Il centrodestra del futuro deve partire da pochi punti chiari. E da una nuova leadership scelta attraverso elezioni primarie «da tenere il prima possibile». Il leader dei Conservatori e Riformisti Raffaele Fitto è convinto che solo in questo modo si potranno convincere i milioni di elettori persi in questi anni. Europarlamentare, già ministro e governatore della Puglia, un anno e mezzo fa è uscito da Forza Italia tra le polemiche. Di una cosa gli va dato atto: la coerenza. Fitto è stato il primo, nel partito di Berlusconi, a criticare gli accordi con il Pd di Renzi. Ma anche il solo, per lungo tempo, a chiedere le primarie per scegliere il nuovo leader del centrodestra.
Onorevole Fitto, lei è da sempre schierato contro questa riforma costituzionale. Domenica si vota, qual è la sua sensazione?
Sto girando molto in tutta Italia, partecipo a tantissimi incontri. Vedo che tra i cittadini c’è grande partecipazione e consapevolezza nel merito della riforma. Oltre all’aspetto politico, che è il naturale esito della personalizzazione voluta da Renzi, le ragioni del No si fondano sui contenuti. Sono giustificate da una pessima riforma che se venisse approvata porterebbe il Paese nel caos.
Immaginiamo che vinca il No. Non teme che Forza Italia e Partito democratico possano dar vita a un nuovo accordo? Qualcuno già ipotizza la nascita di un nuovo patto del Nazareno.
La sua domanda e la mia risposta sono ben poca cosa rispetto a quanto è stato già dichiarato. Silvio Berlusconi ha detto chiaramente che il 5 dicembre bisognerà sedersi attorno a un tavolo con il Pd. Vede, nel 2015 abbiamo rotto con Forza Italia anche per l’atteggiamento che il partito aveva tenuto sulla riforma costituzionale. Le tesi con cui oggi molti esponenti di Forza Italia spiegano le ragioni del No, sono esattamente le tesi che avevamo noi. Abbiamo semplicemente avuto il torto di aver ragione. Ma se qualcuno parla ancora di patti del Nazareno, evidentemente non ha compreso la gravità dell’errore commesso allora. Soprattutto, non ha chiari gli obiettivi per il futuro. Il centrodestra si deve mettere insieme per essere alternativo alla sinistra, non per dialogarci. Non possono esistere altre stagioni di intese, accordi e accordicchi. Altrimenti rischiamo di rimanere solo gli spettatori di una contesa tra Pd e Cinque Stelle.
Se qualcuno parla ancora di patti del Nazareno, evidentemente non ha compreso la gravità dell’errore commesso. Soprattutto, non ha chiari gli obiettivi per il futuro. Il centrodestra si deve mettere insieme per essere alternativo alla sinistra, non per dialogarci. Non possono esistere altre stagioni di intese, accordi e accordicchi. Altrimenti rischiamo di rimanere solo gli spettatori di una contesa tra Pd e Cinque Stelle
Intanto questa campagna elettorale ci consegna l’ennesima discesa in campo del Cavaliere. Silvio Berlusconi ancora protagonista, nonostante l’età. È stupito?
Non mi stupisco più di nulla. Con Silvio Berlusconi ho avuto netti contrasti, come sanno tutti. Nel centrodestra credo sia necessario stabilire dei punti fondamentali per stare insieme. Il primo: il rapporto con l’Europa. Al Parlamento Ue sono iscritto al gruppo Conservatori e Riformisti, siamo all’opposizione delle politiche di questa Commissione. Secondo: il 5 dicembre si sta da questa parte della barricata, non con Renzi. È finito il tempo degli inciuci. Terzo, le regole. Dalla Francia abbiamo ricevuto uno splendido esempio proprio in questi giorni. Il centrodestra, che solo pochi mesi fa era a pezzi, ha svolto elezioni primarie straordinarie che hanno coinvolto oltre 4 milioni di elettori. I francesi hanno legittimato un nuovo leader di centrodestra e il suo programma. Ecco, le primarie sono un passaggio obbligato anche da noi. Da questo punto di vista Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno espresso parole chiare. Mi fa piacere. Adesso non perdiamo tempo: la prossima settimana incontriamoci, concordiamo tempi e regole e fissiamo una data.Un giudizio su Stefano Parisi? Fino a poche settimane fa il leader designato sembrava lui…
Non voglio dare alcun giudizio personale. Ha sbagliato lui a illudersi di poter ricevere la nomina a cavaliere con la spada sulle spalle. Il Cavaliere ha la sua di spada, nessuno può autonominarsi.Come immagina il nuovo centrodestra? Un fronte sovranista ed euroscettico a trazione leghista o più vicino a posizioni moderate?
Sicuramente fuori dalle logiche del Ppe e dell’establishment europeo. Lo immagino come lo immaginano i nostri elettori. Saranno loro a scegliere chi lo deve guidare e in quale modo. La discussione tra lepenisti e moderati? Rompiamo questo schema, abbandoniamo queste categorie e lasciamo decidere i cittadini. In Francia, ad esempio, chi poteva immaginare che avrebbe vinto François Fillon? Secondo i sondaggi non era il candidato più accreditato. E allora ben venga quello che scelgono gli elettori. La stagione del centrodestra per come lo abbiamo conosciuto in questi anni ormai è superata. Adesso confrontiamoci su leadership e programma.La stagione del centrodestra per come lo abbiamo conosciuto in questi anni ormai è superata. Le primarie sono un passaggio obbligato anche da noi. Da questo punto di vista Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno espresso parole chiare. Mi fa piacere. Adesso non perdiamo tempo: la prossima settimana incontriamoci, concordiamo tempi e regole e fissiamo una data
È un centrodestra aperto a tutti? Anche Angelino Alfano potrebbe partecipare alle primarie?
Nessuna questione personale, ma non c’è posto per chi sta al governo con Renzi e ha condiviso le ragioni di questo referendum. Immagino che nemmeno Alfano abbia in mente di partecipare. Non possiamo celebrare primarie della confusione: l’ho già detto, per stare insieme bisogna stabilire alcuni punti fermi. Dalla posizione in Europa, all’alternativa a Renzi.Dopo le primarie, un leader e il programma, al centrodestra serviranno i voti. Come si recuperano gli elettori di un tempo? Attraverso una seria autocritica. È un errore continuare a ripetere che quando eravamo al governo andava tutto bene. Significa considerare dei pazzi i dieci milioni di elettori che ci hanno lasciato. Secondo me, invece, hanno ragione loro. C’è una netta differenza tra quanto il centrodestra ha raccontato nelle campagne elettorali e quanto ha fatto quando era alla guida del Paese. Partiamo da qui, da un’autocritica. Dalle luci e dalle ombre della nostra esperienza al governo. Negare tutto questo vuol dire prendere una strada sbagliata. Discutiamo un programma serio e credibile, raccontiamo che Italia abbiamo in mente. Solo così, sono convinto, il centrodestra potrà recuperare il suo elettorato.