Ryanair farà pagare pochissimo (da 2 a 5 euro) chi accetterà di restare in piedi (2009, 2010, 2012). Ryanair volerà negli Stati Uniti, a 10 euro (2007, 2014, 2015, 2016). Ryanair farà pagare come extra l’uso della toilette (2006, 2009, 2010). Metterà un casinò a bordo (2005, 2009). Farà salire in cabina cani e gatti. Effettuerà voli senza neanche un bagaglio in stiva. Farà pagare di più i grassi. Metterà a disposizione filmini porno a pagamento. Farà pagare i sacchetti per il vomito. Farà volare un solo pilota invece che due per risparmiare. Cosa poteva aggiungere a questa sequenza di annunci roboanti l’ufficio marketing della compagnia low cost irlandese? Ah, sì, Ryanair non farà pagare il biglietto. Perché? Boh, mettete un motivo a caso, come quello appiccicato un paio di giorni fa dalla società (per la cronaca, sarebbero i commercianti degli aeroporti a dover pagare). Quando succederà? Tra cinque o dieci anni, quando nessuno ne chiederà conto.
Non che ci sia questo pericolo. Che tutti questi annunci si siano dimostrati negli anni niente più che delle bufale è nella realtà dei fatti – forse sui voli intercontinentali è ancora il momento di sospendere l’incredulità, vista l’annunciata collaborazione con altre compagnie low cost, come la Norwegian Air, che l’intercontinentale lo fa già. Ma il giochino sembra fare comodo a tutti: il vettore ha guadagnato altre pagine di pubblicità gratuita e i giornali online qualche click. Ora, che il Ceo Michael O’Leary faccia queste bordate è parte del personaggio e della strategia. Volendo risparmiare su tutto, lo fa anche sulla pubblicità. Per questo non c’è conferenza stampa in cui non ci sia un attacco politico (bersaglio preferito sono i politici francesi) o una stoccata a un concorrente (in Italia da sempre Alitalia, ma anche Meridiana o Easyjet). Il problema è semmai dei giornali che immancabilmente riprendono le notizie, senza fare troppe domande.
Che il Ceo di Ryanair Michael O’Leary faccia queste bordate è parte del personaggio e della strategia. Il problema è semmai dei giornali che immancabilmente riprendono le notizie, senza mai fare troppe domande
Eppure a voler individuare la bufala basterebbero pochi secondi. Anzi, basterebbero le prime due parole, ricorrenti in tutte le sparate: “Ryanair considers” equivale a dire “Ryanair è in cerca di visibilità grazie alla pigrizia che alberga nelle redazioni”. Che a suggello dei comunicati ci siano di volta in volta le dichiarazioni del portavoce ufficiale della società, Stephen McNamara, fa poca differenza. Ps: il titolo di questo pezzo è una citazione di un articolo del 2011 di Luca Sofri sul Post, che denunciava già allora l’andazzo. In quel caso l’ultimo annuncio era “Ryanair vieterà ai bambini di viaggiare”. Ma almeno era un pesce d’aprile.