Sarà anche l’epoca del crollo delle religioni nel mondo occidentale, ma c’è ancora spazio per la nascita di culti nuovi e, soprattutto, belli. Basta con le chitarrine in chiesa, basta con le canzoncine tremende della messa: questa è la Chiesa di San John Coltrane, e qui c’è solo jazz. Oh yeah.
È stata fondata su ispirazione divina da parte del vescovo Franzo King e sua moglie, la reverenda madre Marina King nel 1971 e il titolo completo è Chiesa Africana Ortodossa San John Coltrane. E tutto il culto è amministrato attraverso una band, capitanataa dallo stesso Franzo King, che è un buon sassofonista soprano.
Al centro della liturgia c’è A Love Supreme, musica religiosa interpretata dallo stesso Coltrane, al termine della sua vita (poco meno che quarantenne), che segna un cambiamento profondo, quasi misticheggiante nella sua esistenza. Un “risveglio spirituale”, come lo avrà definito, che lo trasforma in evangelico musicale.
In qualche modo, ha funzionato. Il richiamo di Dio attraverso le note del jazz non ha colpito solo padre Franzo King, ma anche padre Robert Haven, anche lui grande amante del sax, ex alcolista che ha deciso di abbandonare la bottiglia grazie “al richiamo di Coltrane”.
La storia di questa nuova chiesa è raccontata in un documentario, piuttosto interessante, che indaga sulle radici e sullo strano pubblico di devoti di questo nuovo culto. La maggior parte, a quanto sembra, è composta in realtà più di appassionati di jazz che di veri e propri convertiti. Ma poco male: nell’epoca della fine delle religioni, l’ultima cosa sacra che rimane è il suono, e non è male. Basta che abbia ritmo.