Archiviato il referendum costituzionale, Renzi stava ancora tentando di rassegnare le dimissioni e già Grillo presentava il primo capitolo del programma di governo del Movimento Cinque Stelle: “L’Energia”.
Cominciamo dal metodo: sarò un po’ all’antica, ma mi aspetto che un programma di governo sia costituito da un documento piuttosto corposo, zeppo di cifre e di grafici di non facile lettura e di riferimenti esterni che certifichino l’attendibilità dei dati di partenza. Prosegua con una interpretazione di quei dati e si concluda con un piano di azione composto da obiettivi, stime di costi, coperture finanziarie, tempi di esecuzione e altri dettagli.
Invece il programma del Movimento 5 Stelle per l’Energia, almeno al momento, è costituito da un video in cui il comico genovese parla seduto alla sua scrivania e circondato da un muro di libri che, con la loro sola presenza, già si fanno garanti della serietà della proposta. La scelta in sé non è molto originale: anche un altro comico italiano, poi diventato presidente del consiglio, amava comunicare con i video (va però detto che il primo usava le videocassette) con scrivania e parete di libri annessa. Ma sul blog di Grillo – primo caso al mondo in cui il sito ufficiale di un partito coincide con il sito personale del suo capo – al video si aggiunge un testo di 889 parole che dovrebbe essere il vero programma.
Ho chiesto in giro, ma diversi amici del Movimento mi assicurano che quel video e quel testo sono gli unici oggetti disponibili su cui fra pochi giorni saranno chiamati a votare.
Il comico comincia lamentandosi dello spreco di energia connesso con il mantenimento in stand by degli elettrodomestici. Sacrosanto ma un po’ datato: già dal 1992 la Environmental Protection Agency americana ha creato il programma Energy Star per ridurre drasticamente il consumo degli elettrodomestici in stand by. La maggior parte dei moderni elettrodomestici che avete in casa presenta questo marchio
Veniamo quindi al merito della proposta, che Grillo stesso ha deciso stia a fondamento dell’intero programma di governo di M5S.
Si parte alla grande: “Di nuovo a parlare di energia. Sono 30 anni che parlo di energia. Dal Wuppertal Institute al Fattore Quattro, ai fratelli Weizsäcker, Sachs, Lester Brown. Li avevo conosciuti tutti nel mondo. Tutti che parlavamo di energia perché è un cambio di civiltà.” Si spara una manciata di nomi sconosciuti – ma che trasudano autorevolezza – e si aggiunge che Grillo in questo mondo di insigni luminari ci sguazza alla pari da 30 anni. Mi immagino il militante medio annaspare su Wikipedia per cercare notizie su questi (Saranno istituti di ricerca o persone o un po’ e un po’? Il Fattore Quattro sarà mica un programma Mediaset? Mah…). E mi verrebbe da dire anche qualcosa sull’italiano, ma rimaniamo al merito.
Dopo il preambolo, finalmente si snocciolano le prime cifre: “Allora fatevi una domanda: un barile di petrolio costa 50 dollari, un barile di Coca Cola costa 350 dollari. Secondo voi è una cosa normale? Secondo voi è un’economia razionale? Intelligente? Di buon senso?”. E qui sorgono i primi dubbi. Ma Grillo compra la cocacola a barili (e già si capirebbero tante cose)? Se metto la cocacola nella mia Fiat quanti km faccio con un litro? E spero che a nessuno venga in mente di assaggiare il petrolio.
Comunque, il petrolio è una materia prima, il costo di produzione lo fa il produttore (di solito l’OPEC) e per utilizzarlo occorre cercarlo, estrarlo, raffinarlo, trasportarlo, aggiungere additivi vari, distribuirlo e venderlo al consumatore dopo l’aggiunta di tutte le tasse e le accise del caso. Di quello che noi paghiamo al benzinaio, solo gli spiccioli vanno nel costo del petrolio. Non entro nel dettaglio di cosa faccia il prezzo della cocacola ma siamo tutti d’accordo che questo prodotto segua un percorso differente.
“Che cosa c’è sotto che vogliono ancora ripristinarci il petrolio, il gas, il carbone. Ancora il carbone, perché i costi sono inferiori, mentre andiamo verso tecnologie raffinate.” Ho un dubbio sul “ripristinarci” ma vado avanti. Fortunatamente in Italia l’uso del carbone (il combustibile fossile più impattante in termini di inquinamento) è sempre più contenuto. Per quanto riguarda il petrolio ed il gas, attualmente queste sono le materie prime dalle quali si ricava il 90% dell’energia necessaria a fare andare avanti il pianeta. Anche volendo non si possono eliminare con un colpo di bacchetta magica senza aver prima trovato una alternativa, o meglio un pacchetto di fonti alternative di energia rinnovabile, in grado di sostituirli.
Si prosegue con “le stampanti 3D che metteranno assolutamente in crisi la vecchia e utopica industria pesante.” Veramente le stampanti 3D hanno una funzione diversa. C’è chi, come la Rolls Royce, già stampa con tecniche 3D i motori degli aerei, ma – seppure con una tecnica innovativa – li produce in alluminio, acciaio ed altre leghe, come al solito.
Andiamo avanti. “Abbiamo ormai il concetto di energia, ne parlavo 25 anni fa.” Mi pareva avesse detto 30. “Dicevo che le case – anche quando le spegni – consumano energia. Siamo scemi? Facciamo centrali nucleari per mantenere accese delle cose spente, i led dei nostri registratori, video e televisori, le nostre spie nelle case. Tutto acceso. Abbiamo una centrale nucleare in Europa che serve a dare energia alle nostre utenze spente. Avremo il futuro delle fibre ottiche che collegheranno i nostri elettrodomestici, tutte le nostre utenze collegate col WiFi, quindi avremo il riscaldamento, avremo il raffreddamento, avremo la lavanderia, avremo tutte le utenze di casa collegate, quindi toglieremo i picchi, l’energia, la potenza impegnata, paghiamo energia che non consumiamo.” Il comico comincia lamentandosi dello spreco di energia connesso con il mantenimento in stand by degli elettrodomestici. Sacrosanto ma un po’ datato: già dal 1992 la Environmental Protection Agency americana ha creato il programma Energy Star per ridurre drasticamente il consumo degli elettrodomestici in stand by. La maggior parte dei moderni elettrodomestici che avete in casa presenta questo marchio. Controllate. Anche i caricabatteria switch che alimentano i nostri dispositivi mobili sono da diversi anni quasi completamente inerti una volta completata la carica. Per verificarlo alla buona potete sentire che sono caldi solo quando stanno caricando. Poi, dopo essersi lamentati dello spreco dovuto allo stand by, si propone come soluzione una “smart” grid (le virgolette sono mie) che funziona tenendo tutto … in stand by.
Il comico comincia lamentandosi dello spreco di energia connesso con il mantenimento in stand by degli elettrodomestici. Sacrosanto ma un po’ datato: già dal 1992 la Environmental Protection Agency americana ha creato il programma Energy Star per ridurre drasticamente il consumo degli elettrodomestici in stand by. La maggior parte dei moderni elettrodomestici che avete in casa presenta questo marchio. Controllate
Grillo ignora la differenza fra capacità e picco di una rete di distribuzione dell’energia. L’energia che viene sprecata durante lo stand by da tutti gli apparecchi collegati alla rete è un peccato sprecarla, certo, ma è trascurabile rispetto all’energia necessaria per fare funzionare a pieno carico quegli stessi apparecchi. Una grid è veramente smart se è in grado di spegnere utenze non indispensabili se in quel momento altre utenze più prioritarie richiedono più energia, per tornare ad alimentare le utenze secondarie quando la rete è più scarica. Ricordiamo però che in questo modo si spianano i picchi ma non si altera il consumo totale. Allo stesso modo, una grid è veramente smart se è in grado di selezionare fra le fonti di energia da cui è alimentata privilegiando quelle più economiche e meno impattanti per l’ambiente e utilizzando le altre solo nei momenti in cui è indispensabile consumare di più.
“Siamo veramente al Paleolitico ancora. Per fare una casa oggi la fai in maniera che fa energia e non la consuma.” Ottima idea. Purtroppo una casa che produce energia ora richiede un investimento tecnologico tale da renderne il prezzo di acquisto semplicemente spaventoso. Per questo c’è bisogno di investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Ma ne parleremo più avanti.
“Non hai bisogno di fare centrali a carbone, centrali a turbogas. Si importa gas, si fanno gasdotti che arrivano dal Turkmenistan e passano sotto gli ulivi millenari della Puglia, il paradiso terrestre mondiale, per arrivare a Brindisi e poi dare il gas in Austria.” Se fosse passata la riforma costituzionale, allora sarebbe stato possibile creare e fare rispettare un piano energetico nazionale organico. Ma ora rimarremo alla paralisi anche su questo: il piano per trasformare il Mezzogiorno nel crocevia per le fonti di energia di tutta l’Europa meridionale è bloccato dall’opposizione della regione Puglia all’abbattimento di 124 piante di ulivo. Così il gas non arriverà dal TAP in Puglia ma dal raddoppio del Nord Stream a Grefiswald e noi italiani lo importeremo dalla Germania.
A parte questo, Grillo confonde l’energia con la sola energia elettrica e lascia intendere che il gas venga utilizzato principalmente per produrre elettricità. Anche questo è falso: meno del 30% del gas consumato nel nostro Paese viene impiegato in centrali termoelettriche per produrre elettricità, il 30% viene usato dall’industria e il restante 40% arriva nelle case per scaldare e cucinare.
Proseguiamo: “L’energia è un cambio di civiltà, l’energia è un cambio del mondo. Fra 25 anni il lavoro quale sarà? L’istruzione è in grado di capire che cosa sarà un lavoro tra 25 anni? Molti esperti dicono che il 50% dei lavori conosciuti spariranno, ne arriveranno degli altri: la robotica, l’intelligenza artificiale, i big data. Oggi la prima azienda mondiale è Alphabet (Google). Compra oggetti offline per collegarli in Rete. E noi di che cosa parliamo? Noi dobbiamo parlare con questi quesiti, dire se siete d’accordo se dobbiamo passare a l’elettrificazione, dal petrolio all’elettrificazione in 30 anni, un piano trentennale-quarantennale dell’energia”. Trascurando il dettaglio che personalmente mi sentirei in imbarazzo a “parlare con questi quesiti”, noto che Alphabet (Google) è solo al 36esimo posto fra le più grosse aziende mondiali, superata – fra gli altri – da Exxon Mobil, General Electric, Chevron, Valero (solo per limitarsi alle aziende energetiche).
“Allora noi abbiamo nel nostro programma, lo avete sempre visto, come punti di riferimento le rinnovabili. Gradualmente passiamo alle rinnovabili, le produciamo noi, il Paese del Sole. Sono stato fra i primi ad avere un impianto fotovoltaico, qua, che mi faceva 5/6 kilowatt, e dovevo recuperare, stoccare in batterie.” L’idea di un mondo basato sulle rinnovabili è bellissima, ma si scontra con una realtà in cui un impianto fotovoltaico basato su celle di Silicio, nonostante vari incentivi e sgravi fiscali, impiega diversi anni per ripagarsi e cominciare a fare risparmiare. Inoltre, senza batterie più efficienti delle attuali e senza una rete integrata – una vera smart grid – questa idea rimarrà un sogno. Invece di sognare occorre investire nella ricerca scientifica per realizzare tecnologie veramente efficienti per la cattura, l’accumulo e la distribuzione di energie rinnovabili.
Se fosse passata la riforma costituzionale, allora sarebbe stato possibile creare e fare rispettare un piano energetico nazionale organico. Ma ora rimarremo alla paralisi anche su questo: il piano per trasformare il Mezzogiorno nel crocevia per le fonti di energia di tutta l’Europa meridionale è bloccato dall’opposizione della regione Puglia all’abbattimento di 124 piante di ulivo
“Oggi c’è l’elettrico e la mobilità elettrica, Tesla, il signor Musk, ha fatto nei primi tre mesi della sua attività più guadagni di tutto l’anno dei petrolieri. La Rockefeller Foundation non investe più un centesimo nel petrolio. Ci dobbiamo investire noi con questi cazzoni che sono al governo? Ma vi sembra normale? Come guardiamo al futuro? Allora, Tesla elettrifica.. Poi c’è un progetto della Nissan – che ha coinvolto anche società italiane – per far diventare l’automobile in un accumulatore. Tu accumuli nella batteria della tua auto elettrica la corrente di notte e se non la usi la rimetti in rete e te la pagano di giorno il triplo, con la differenza di prezzo ti paghi il leasing della macchina. Quindi la macchina intesa non solo per muoverti, ma come accumulatore di energia che è uno dei più grandi problemi che abbiamo.”
La fantasia al potere… Oggi una Tesla costa quasi 100.000 Euro, e le auto elettriche più economiche costano almeno il doppio di un’auto normale. Il problema è che le batterie attuali hanno una capacità troppo bassa in confronto al loro peso: una modernissima batteria agli ioni di litio è in grado di accumulare 2,5 MegaJoule per Kg di peso, e non c’è partita rispetto al diesel ed alla benzina, che accumulano entrambi circa 46 MJ/kg, o al Gas naturale, che arriva a 54 MJ/Kg. Inoltre, la mia Fiat (a metano!) ha 30 anni ma funziona benissimo, mentre una batteria a ioni di litio si butta dopo un paio d’anni, come sanno tutti gli utenti di smartphone e tablet vari.
Grillo continua a ragionare con parametri obsoleti: oltre la metà della popolazione mondiale vive nelle metropoli e l’urbanizzazione è in aumento soprattutto nei Paesi che si affacciano al progresso. Il futuro non sarà nelle auto private ma molto probabilmente in trasporti pubblici efficienti e in varie forme di condivisione dei mezzi di trasporto.
“Bisogna pensare in avanti, a 50 100 anni. E bisogna cominciare adesso a dire: entro il 2025 faremo questa transizione dal fossile alle rinnovabili.” Oh, finalmente ha detto una cosa sensata, magari sui tempi è molto ottimista, ma ha detto una cosa sensata…
“Come si fa? C’è una sola politica su cui agire: il sistema fiscale: detassi il lavoro e tassi chi consuma energia e materie prime.” Ma che ideona. Quindi non c’è bisogno di ricerca, di tecnologia, di scienziati, di tecnici e di ingegneri, ma solo di maghi dell’economia che tirino fuori soldi da qualche parte. Non importa da dove.
“La nostra filosofia dovrebbe essere 2-20-20. 2: passare a un consumo medio di energia che è 6 kilowatt la media europea a 2, con l’efficienza e con le tecnologie. Ci lavorano i più grandi politecnici d’Europa, da 6 kw a 2 kilowatt. Poi da 40 tonnellate pro capite di materiale che consumiamo a 20 tonnellate, e da 40 ore di lavoro a 20 ore di lavoro. Questi tre pensieri sono tre pensieri per effettuare il cambiamento del mondo, sono mezzi per arrivare un tipo di società dove il lavoro pesante lo fa la macchina, dove io ho più ho più tempo libero e liberato dal lavoro, dove lavorano i robot e io posso dedicare tempo alla mia famiglia, leggermi un libro, agli amici, alla mia vita. Vogliamo mettere la vita delle persone al centro. E per fare questo bisogna fare un cambio di pensiero, di energia.” 10 e lode in demagogia. Questo non è un programma energetico: è una raccolta di sogni ad occhi aperti che certamente Grillo saprà concretizzare ma non ci vuole dire come…
“L’energia non è solo cambiare del gas o dal metano, arrivare all’idroelettrico o al fotovoltaico o all’eolico, è un cambio di civiltà. Ricordo una mia vecchia battuta: non bisogna aspettare che finisca il petrolio. L’età della pietra non è finita perché erano finite le pietre. Si va avanti solo mollando questi fossili che oggi ci vogliono riportare indietro nel tempo.” Quando ormai non ci speravo più, ecco una seconda cosa sensata. Infatti non bisogna aspettare che finisca il petrolio ma lavorare fin da ora per trovare alternative valide e meno inquinanti.
Quando sapremo sfruttare le fonti di energia rinnovabili avremo tutta l’energia che ci serve. Ma oggi non ne siamo ancora capaci, nonostante tutte le fanfaronate che sentiamo in giro. Occorre investire nella ricerca scientifica (e quindi nella scuola, nell’università, nel lavoro) per trovare nuove tecnologie per le rinnovabili. In parallelo occorre trovare altre soluzioni che ci permettano di realizzare al più presto un ponte fra le energie fossili più inquinanti e le energie rinnovabili del futuro. Ma, soprattutto, occorre frenare il cambiamento climatico limitando la produzione di anidride carbonica e di altre sostanze inquinanti.
Su queste cose in Italia ci lavorano il CNR, diverse università e Politecnici, Eni e Enea. Anche in Italia possiamo fare la nostra parte. Si tratta di finirla di sognare ad occhi aperti, studiare sul serio e rimboccarsi le maniche. Auguri a tutti.