I Cinque Stelle sognano Palazzo Chigi. «Adesso siamo pronti a governare»

Le aspirazioni grilline si fanno concrete e passano da un voto in primavera. Sono già partiti i lavori per scrivere il programma elettorale. Il candidato premier sarà selezionato dai parlamentari e scelto dalla Rete: in campo per ora Di Maio e Fico. Metà dei possibili ministri saranno esterni

La speranza grillina assume il profilo di un selfie. Sorridente, il deputato Carlo Sibilia si ferma sotto Palazzo Chigi e si fotografa davanti all’ingresso principale. Sono passate poche ore dalla sconfitta referendaria del premier Matteo Renzi e i Cinque Stelle si immaginano già al governo. «Non passerà molto tempo affinché una forza politica eletta del popolo possa fare una foto dall’interno», twitta ottimista. Non è il solo. La vittoria del No risveglia l’entusiasmo pentastellato. La batosta subìta dal Pd giustifica aspirazioni che fino a pochi mesi fa sembravano impossibili. Nei corridoi di Montecitorio, dai concitati capannelli di deputati M5S, trapela euforia e confusione. Improvvisamente anche i meno esperti si lasciano andare a sofisticate analisi di strategia politica.

La strada verso Palazzo Chigi prende la direzione del voto anticipato. Su questo aspetto i Cinque stelle sono tutti d’accordo. Lo spiegano a urne appena chiuse i parlamentari più influenti. Lo conferma il leader Beppe Grillo nei giorni successivi. Ieri il blogger genovese lo ha scritto nero su bianco, lanciando una sfida a Renzi (oggi alle prese con la Direzione Pd, anche lui tentato da un rapido ritorno ad elezioni): «Noi vogliamo andare al voto al più presto perché i cittadini hanno il diritto di esprimersi – così Grillo – L’arma contro la volontà popolare sono stati i governi alla Renzi e alla Monti non eletti da nessuno. Prima si vota meglio è. Noi la pensiamo così, il Pd che ne pensa?».

Già, ma realisticamente quando si potranno organizzare le prossime elezioni? Il Quirinale preferisce proseguire la legislatura fino alla sua naturale scadenza, nel 2018. Non è un mistero, il presidente Sergio Mattarella lo ha lasciato intendere più volte. Sul voto anticipato, intanto, si allungano i tempi. La Corte Costituzionale ha fissato l’udienza pubblica sui profili di incostituzionalità dell’Italicum per il 24 gennaio. Questo inverno – come invece qualcuno aveva ipotizzato – tornare alle urne è impossibile. I Cinque Stelle immaginano uno scenario diverso. Il calendario porta alla primavera. Recepite le indicazioni della Consulta, il Parlamento potrebbe mettere mano alla nuova legge elettorale in tempi brevi. Al massimo entro febbraio. Inevitabilmente le aspirazioni governative passano dal nuovo Italicum: si tratta di capire quali aspetti della legge saranno bocciati. Quasi sicuramente salteranno le pluricandidature e i capolista bloccati, forse anche il ballottaggio. Una volta approvata la nuova legge elettorale per entrambi i rami del Parlamento – l’Italicum è valido solo per la Camera – si potrà tornare al voto. «Entro aprile, al massimo maggio», spiegano i pentastellati.

Dopo il programma elettorale, si dovrà scegliere il candidato presidente del Consiglio. Al momento l’ipotesi più realistica è quella di una doppia selezione. In una prima fase i gruppi parlamentari potrebbero indicare sette-otto aspiranti premier. A quel punto sarà la Rete a scegliere il papabile premier grillino. Il favorito resta Luigi Di Maio

Superata l’incognita elettorale, resta da costruire la squadra di governo. Si partirà dal programma, raccontano, i nomi verrano dopo. Il sogno grillino di salire a Palazzo Chigi è concreto. Non a caso la costruzione del programma è già in corso. Sul blog di Grillo è iniziato il confronto sul primo tema, l’energia. Nelle prossime settimane seguiranno altri argomenti. Come era già accaduto per le amministrative, saranno i circa 130mila iscritti certificati a scegliere gli interventi prioritari. Non serve molta fantasia per immaginare il corpo centrale del progetto governativo Cinque Stelle. Che non potrà prescindere dalle storiche proposte grilline: dal reddito di cittadinanza a una nuova legge contro la corruzione.

E poi i nomi, a partire dal candidato presidente del Consiglio. Al momento l’ipotesi più realistica è quella di una doppia selezione. In una prima fase i gruppi parlamentari potrebbero selezionare sette-otto aspiranti premier. A quel punto sarà la Rete a scegliere il papabile premier grillino. Il favorito resta Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e volto istituzionale del Movimento. Volto noto e protagonista dell’ultima campagna referendaria. La notizia di ieri è la possibile competizione con Roberto Fico, altro deputato, ex membro del direttorio, presidente della commissione di vigilanza Rai e punto di riferimento dell’ala ortodossa. «Io candidato premier? Per il Movimento sono sempre disponibile» ha spiegato in un’intervista ad Avvenire. Qualcuno teme lo scontro. Una lotta tra fazioni che finirebbe per indebolire i Cinque Stelle nella fase più importante della loro esperienza politica. Altri gettano acqua sul fuoco. «Una competizione vera, dove la candidatura a premier sia davvero contendibile, sarà solo un vantaggio». Ed è anche l’unico modo per evitare le accuse di scarsa democrazia interna spesso rivolte dagli avversari. In questi giorni si è parlato anche della possibile candidatura di Chiara Appendino, neo sindaca torinese. In realtà dal Movimento respingono ogni scenario. Giovane, brava, preparata, sarebbe un’ottima carta da giocare alle elezioni. Ma andrebbe contro la filosofia del Movimento: chi ha già un incarico non può lasciarlo per un’altra poltrona. E su questo non sembrano possibili deroghe. «Non è nemmeno in discussione – raccontano alla Camera – Altrimenti avremmo già candidato Alessandro Di Battista a sindaco di Roma e avremmo vinto al primo turno…».

Solo all’ultimo, saranno selezionati i possibili ministri grillini. I Cinque stelle immaginano una squadra mista. Composta per metà da tecnici esterni al Movimento e per metà da personalità interne. Potrebbe essere un tecnico l’aspirante responsabile dell’Economia, ad esempio.

Solo all’ultimo, saranno selezionati i possibili ministri grillini. I Cinque stelle immaginano una squadra mista. Composta per metà da tecnici esterni al Movimento e per metà da personalità interne. Potrebbe essere un tecnico l’aspirante responsabile dell’Economia, ad esempio. Sicuramente sarà un parlamentare – Vito Crimi o Danilo Toninelli – il candidato titolare delle Riforme. Deduzioni o poco più. Ovviamente è ancora presto per immaginare la squadra. In ogni caso tutti i papabili ministri dovranno essere presentati prima del voto. Una scelta di trasparenza, e non solo. L’esperienza della giunta Raggi in Campidoglio, alle prese per settimane con la sfiancante nomina degli assessori, è un precedente da non ripetere.

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