I giovani d’oggi? Un tripudio di musica di merda, risvoltini e barbe hipster

Lo scrittore Amleto Da Silva, autore del "Dizionario Illustrato dei #giovanimerda", entra a gamba tesa sui giovani d'oggi: «Sembra che degli alieni deficienti ed effeminati abbiano preso il controllo dei loro corpi»

C’è un fantasma che si aggira per l’Italia da qualche anno. È il fantasma di un conflitto, di una lotta che, non riuscendo più ad essere di classe, si è fatta generazionale. Da una parte i vecchi, ovvero i figli del boom economico, quelli nati tra la fine della guerra e gli anni Sessanta; dall’altra i giovani — i loro figli — ovvero la prima generazione da un bel po’ di tempo a potersi lamentare di avere davanti un futuro peggiore dei propri genitori.

I primi stanno contando sulle dita di una mano i giorni per andare in pensione, dopo una vita di sacrifici e fatiche per portare a casa la pagnotta. I secondi stanno aspettando davanti a un iPhone che qualcuno ofrfa loro un lavoro vero con uno stipendio vero e, a differenza dei propri genitori, la pensione non la vedranno mai e, quando sono fortunati, campano proprio grazie ai propri genitori, che comprano case, pagano vacanze e finanziano le università e i duecento master che pare servano al giorno d’oggi per trovare uno stage e magari pure un lavoro vero.

Nel bel mezzo di questa guerra fredda, se non gelida, entra a gamba tesa Amleto De Silvia, scrittore, fumettista e umorista nato a Napoli che, con il suo ultimo libro pubblicato da Magicpress e illustrato da Boban Pesov, non le manda certo a dire. Basta cominciare dal titolo: Dizionario Illustrato dei #giovanimerda, un viaggio linguistico antropologico tra i giovani d’oggi visti attraverso lo sguardo di uno che potrebbe essere loro padre.

Quello che emerge è il ritratto semiserio di una generazione perduta, una generazione che non si è ancora capito se si è perduta in un bicchiere d’acqua o se è veramente quello che dice di essere: la carne da macello di una società, quella occidentale, che ha scommesso sulle teste dei propri figli. E ha perso.

«Se mi chiedi qual è il tratto distintivo di questa generazione io ti direi, tra tutti, la ridicolaggine» racconta a Linkiesta Amleto De Silva, «li trovo ridicoli in modo imbarazzante. Se me ne importasse qualcosa, mi vergognerei per loro; per fortuna sono impegnatissimo a vergognarmi per me».

Di che natura è il sentimento che provi per questa generazione?
Non me ne faccio una ragione, davvero. Non è che non li capisco, anzi. Li capisco benissimo, e non mi piacciono affatto

Qual era il tuo obiettivo quando ti sei messo a lavorare a questo libro?
Beh, è un libro umoristico, quindi direi che il primo obiettivo era far ridere chi lo legge. Inutile dire che esagero spesso, e volutamente, ma un bel fondo di verità c’è eccome. Non è che intendo cambiare i giovani, li voglio sfottere, tutto qui. Lo sfottò è una cosa fantastica, è quella cosa che ti fanno gli amici al bar quando ti comporti da deficiente. La presa per culo e la paura di essere presi per il culo hanno evitato che quelli della mia generazione facessero troppe cazzate. Troppe eh, non poche. Diciamo troppe.

Il nostro mondo sta obiettivamente andando a rotoli. è colpa più dei giovani o più dei vecchi?
Chiaramente è colpa di tutti, ci mancherebbe. Il guaio è che i giovani, prima di precipitare nel baratro, prendono appuntamento dall’estetista per farsi modellare le sopracciglia.

Le storture della mia generazione le hai racchiuse tutte nel tuo libro, quali sono quelle della tua, invece?
Il fallimento della mia generazione è tutto nell’attuale presidente del consiglio, il conte Gentiloni, ex maoista. Manco comunista era, proprio maoista. Direi che questo dice tutto. Però. Però almeno noi possiamo dire di aver fatto la fine delle botte a muro perché miravamo in alto. Chi suonava voleva diventare Hendrix, chi scriveva Dickens. Questi vogliono diventare Calcutta, e ci riescono pure.

Ma non è che questi “giovani di merda” di cui parli sono solo i figli di “vecchi di merda” che a loro volta, da giovani, erano sempre di merda?
Nun ce prova’. Anche noi eravamo oppressi dai genitori, dalla scuola, dalla società. Che poi è esattamente quello che serve per crescere. Questi invece sono in perfetta sintonia con scuola, società, genitori. E’ questa la cosa terribile. Ognuno di loro è il kapò di sé stesso.

Cosa ha reso i giovani di oggi una generazione così molle?
Mi piacerebbe dire che è colpa di Internet, della televisione, dei computer, ma non sono sicuro che sia così. Mi piace pensare a una cosa tipo invasione degli ultracorpi, tipo che degli alieni deficienti ed effeminati abbiano preso il controllo dei loro corpi. O magari un maleficio stregonesco, cose così.

Perché non si ribellano più? È la rivoluzione ad essere passata di moda o sono loro che sono dei mollaccioni?
E a cosa dovrebbero ribellarsi? A loro questo sistema di vita piace, e pure assai. Al massimo si incazzano se non riescono a diventare ricchi e famosi in poco tempo. Comunque io non pretendo che si ribellino, mi basterebbe che ogni tanto incidessero un disco che posso ascoltare, o un libro che posso leggere, o un fumetto disegnato bene. E invece.

I giovani degli anni 60 e 70 spesso invecchiando sono diventati vecchi di merda. Che è successo? Erano di merda pure da giovani o è stato il tempo a farceli diventare?
Il tempo non sarà galantuomo ma non è manco stronzo. Chiaro che questi erano stronzi già da prima. E credimi, io quelli che sarebbero diventati assessori o artistucoli raccomandati li avevo già sgamati all’epoca. E’ che non erano, non eravamo tutti così. Lo prova, appunto, il fatto che abbiamo quasi tutto fatto una brutta fine.

Cosa credi succederà quando toccherà a questa generazione prendere le redini del potere?
Beh un governo giovane lo abbiamo appena avuto, e si è visto, direi. Quelli che verranno dopo questi saranno più giovani ancora, ancora più fessi e molto più cattivi. Si sbraneranno a vicenda, in un tripudio di musica di merda, risvoltini, barbe da boscaiuoli. Sempre che non si estinguano nei prossimi cinque o sei anni, con le loro diete bio vegane e gluten free: se domani, per dire, salta fuori un deficiente a dire che basta ingerire venti calorie al giorno questi in venti giorni schiattano tutti.