Parigi è sempre Parigi, anche quando cambia la sua geografia. Dopo aver dato la smentita del secolo (ovvero, la Senna non è in realtà la Senna) vale la pena elencare le antiche isolette che popolavano il fiume di Parigi e che oggi sono scomparse. I lavori massici del XIX secolo hanno modificato il volto della città in modo notevole, tanto da non far notare, al turista di passaggio, che molte delle rive e delle banchine fossero, in origine, simpatici isolotti sparsi nella corrente. Alcuni sono stati uniti alla riva a suon di cemento e ponti, altri sono stati uniti tra loro. In entrambi i casi, la corrente è stata modificata, girata, rivoltata su se stessa.
Si comincia il tour con l’isola di Macquerelle
Nel XVI secolo era situata ancora fuori Parigi (oggi è il Quai Branli, appena dietro la Torre Eiffel) e veniva impiegata per l’agricoltura. Divenne per un breve periodo “l’isola dei Cigni” quando, nel 1676, re Luigi XIV si vide offrire dall’ambasciatore danese un bel donativo di 40 cigni, che il sovrano decise di inviare laggiù. Fu solo nel 1773 che l’isoletta venne trasformata in terraferma, riempiendo con un terrapieno lo spazio che la separava.
Si continua con l’ile de Juifs e l’ile de la Gourdain
Sono due antiche estensioni dell’ile de la Cité. La prima era stata utilizzata durante parte del medioevo, per le esecuzioni capitali. La seconda, lì vicino, doveva il suo nome al tipo particolare di barchetta utilizzato per raggiungerla. Furono unite durante la costruzione di Pont Neuf (1577-1607) e da quel momento sono diventati Place Dauphine.
E ci fu anche un’ile Louviers
Chiamata così dal nome del suo proprietario dal 1408, Nicolas Louviers. Venne attaccata alla terraferma nel 1847 per far nascere, più o meno, il quai Henry IV, in zona Sully-Morland.
E anche l’ile Saint-Louis
Che è la più grande e la più nota, è nata nel 1614, con l’unione di due isolone: quella di Notre Dame e l’ile aux vaches (l’isola delle mucche). Fu una decisione dell’architetto Christophe Marie, con i soldi del riccone Regrattier.