Ne sono assolutamente certo: noi dobbiamo tornare a valorizzare l’idea della forza. Noi dobbiamo – è davvero un dovere vitale, antropologico, evolutivo – tornare a familiarizzare con l’idea della forza, tornare a insegnarla, a raccontarla. Perché oggi nella nostra cultura si tende ad avere un pregiudizio negativo verso la forza, e chi invece elogia la forza lo fa spesso per i motivi più sbagliati.
Fate un esperimento: provate a parlare di forza a una cena o in una qualunque conversazione informale e vedrete che attirerete – a me capita di continuo – tante occhiate dubbiose se non sospettose, come se la forza fosse qualcosa di sconveniente. Qualcuno la identificherà con la violenza o con la sopraffazione, altri penseranno all’autoritario uomo solo al comando, altri ancora vi diranno che è cosa da arrampicatori pronti a farsi strada con tutti i mezzi. Ecco, davanti a queste interpretazioni si dovrebbe rispondere: bravi a preoccuparvi, ma cosa c’entra la forza con quello di cui state parlando? Perché la forza non è – non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo – aggressività né sopruso, non è bombardare, e non sta certo nelle sparate verbali. La forza sta nei propri valori e nei propri sentimenti, nella dedizione con cui li coltiviamo e li proteggiamo.
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