Bello figo trolla non solo i politici, ma anche i rapper italiani

Non è un rapper. Non dice niente di davvero politicamente rilevante. Ma con la sua stessa esistenza svela l'irrilevanza dei politici, e il vuoto di contenuti dei rapper

Non si deve dare da mangiare ai troll. Questa è un regola basilare per chi si muove in rete, mai dare da mangiare ai troll. Perché altrimenti i troll prolificano, e ritornano, come succede coi piccioni quando si è seduti al parco su una panchina.
Bene, oggi daremo da mangiare ai troll, perché la storia che racconteremo, a nostro modo, è animata quasi esclusivamente da troll, seppur da troll di natura differente e che si muovono, in apparenza, in ambiti diversi.
Vi sarà capitato di incappare nel nome di Bello Figo, ultimamente. È ricorso parecchio, sempre per motivi piuttosto stupidi. Magari vi sarà anche capitato di vedere la sua faccia, più o meno simpatica, il suo ciuffo colorato, vagamente richiamante alla memoria quello di Mirko dei Beehive di Kiss me Licia, anche se giocato su colori diversi, anche per una mera faccenda di pigmentazione dei due soggetti in questione.
Insomma, sia che vi sia capitato di sentirlo nominare e di vederlo, sia che questa sia per voi una epifania, sta di fatto che Bello Figo è uno dei personaggi del momento, nel nostro panorama mediatico attuale. Il che ci fornirebbe già sufficiente benzina per alimentare una legittima autocombustione stile bonzo tibetano, ma facciamo un passo alla volta.

Vi sarà capitato di incappare nel nome di Bello Figo, ultimamente. È ricorso parecchio, sempre per motivi piuttosto stupidi. Ha pubblicato svariate canzoni in cui si spaccia per quello che è l’incubo, reale, di una importante porzione di italiani: un emigrato che sta in Italia a nostre spese, non fa un cazzo tutto il giorno e, attenzione attenzione, si fa le fighe bianche

Chi è Bello Figo e perché se ne parla, altrove come qui?
Bello Figo, che da questo momento, come è recentemente successo sule pagine de Il Giornale chiameremo il signor Figo, è uno Youtuber di Parma di origini ghanesi che si è messo assai in evidenza per una sequela copiosa di canzoni rap che hanno letteralmente catalizzato l’attenzione prima degli internauti (sempre per dirla col Giornale) e poi degli osservatori dei costumi nazionali.
Perché? Semplice, il signor Figo (scusate, giuro che ora torno a chiamarlo Bello Figo) ha pubblicato svariate canzoni, tutte piuttosto approssimative da un punto di vista musicale e accompagnate da video piuttosto bruttini e amatoriali, in cui si spaccia per quello che è l’incubo, reale, di una importante porzione di italiani: un emigrato che sta in Italia a nostre spese, non fa un cazzo tutto il giorno e, attenzione attenzione, si fa le fighe bianche.

Chiaramente il linguaggio usato in questo ultimo passaggio è mutuato di sana pianta dalla poetica di Bello Figo, che come tutti i rapper, Q-Tip abbia pietà di noi, usa un suo slang fatto di termini ricorrenti (figa bianca è uno di questi) e di temi ricorrenti.

Quindi Bello Figo rappa, in canzoni dai titoli quali “Non pago affitto” “Swag Berlusconi” o “Referendum costituzionale” ci racconta la storia di un migrante che sta qui coi famosi 35 euro al giorno, in alberghi a cinque stelle, non fa nulla, se non delinquere e lamentarsi per l’assenza del wi-fi e vota Renzi (ma prima ammirava Berlusconi) perché gli permette di farsi seghe o, preferibilmente, si suppone, le fighe bianche. Fin qui, quindi, uno potrebbe serenamente dire, ok. Bello Figo ce sta a cojona’. È un personaggio tipo quelli che una volta stavano a Drive In, che so, il Paninaro di Enzo Braschi. Tutto è palesemente finto, a partire dai video in cui appare il troll dei troll. Andrea Dipre’. Però succede che il mondo della politica, o meglio, il mondo di certa comunicazione che ruota intorno alla politica, si accorga di Bello Figo, a partire da quella che sembrerebbe l’ennesima trollata del nostro, la notizia dell’annullamento di alcuni suoi concerti (chi cavolo andrebbe mai a vedere un concerto di Bello Figo?) per minacce razziste, facendo quindi assurgere Bello Figo da troll a ruolo di icona di se stesso.

La nipote del duce prende ovviamente sul serio il personaggio Bello Figo, dando da mangiare al suo troll in diretta tv e consentendo al medesimo troll di esemplificare pubblicamente il perché della sua esistenza

Così succede che Bello Figo passi da youtube, dove ha circa ventimila iscritti al suo canale e qualche milione di visualizzazione a pezzo, dentro la televisione, a confrontarsi con suoi simili, cioè troll che però operano in settori limitrofi. Il suo passaggio a Dalla vostra parte, talk show politico in onda su Rete 4 e condotto da Maurizio Belpietro, in cui si scontra con il troll principe della destra italiana, Alessandra Mussolini, sta giustamente diventando virale. Perché la nipote del duce prende ovviamente sul serio il personaggio Bello Figo, dando da mangiare al suo troll in diretta tv e consentendo al medesimo troll di esemplificare pubblicamente il perché della sua esistenza, esiste gente come la Mussolini che ha dentro la sua testa tanti spauracchi con la faccia di Bello Figo e che cantano le brutte canzoncine di Bello Figo. O peggio, in realtà alla Mussolini di Bello Figo non fregherebbe nulla, non fosse che l’elettorato a cui guarda, e a cui guarda sicuramente con più presa uno come Matteo Salvini, e probabilmente cui sta guardando sempre più attentamente Beppe Grillo, ha davvero paura di uno come Bello Figo, si indigna davvero per la faccenda dei 35 euro, del wi-fi e, ovviamente, ha paura che il nero col pisello più lungo finisca per farsi le fighe bianche.

Noi, ovviamente, stiamo a guardare, con lo sguardo divertito di chi applaudiva alla discesa in politica di Cicciolina o Moana Pozzi, e con la consapevolezza che un po’ di situazionismo, volontario o meno, non potrà che fare del bene a questo paese moribondo

Tutta una faccenda di troll, quindi, che diventa mainstream nel momento in cui, ovviamente con deferenza e sguardo ironico, Bello Figo esce da quel contesto per finire nei salotti buoni di Fazio, è successo anche questo, o passa dal salotto da Mercatone Z di Striscia la notizia, tutti lì a volerci spiegare che di scherzo si tratta, ma i realtà a dare troppo mangime al troll in questione (e ai troll alla Mussolini che per combattere il troll Bello Figo esistono).
La faccenda triste, perché questa è purtroppo una storia triste, è che nel suo evidenziare una stortura, Bello Figo rischia di diventare davvero una icona. Un rapper, ruolo che in realtà non dovrebbe essere associato a lui, a meno che non sia un rapper anche Rovazzi, politicizzato al punto da finire da Belpietro a scontrarsi con i politici di destra, un rapper i cui concerti saltano per minacce razziste. Questo succede quando si mette troppo cibo nella scodella di un troll. Questo succede quando i rapper veri, o presunti tali, si concentrano troppo a parlare di fighe (non necessariamente bianche) e bamba, invece che di immigrazione e sociale.
Noi, ovviamente, stiamo a guardare, con lo sguardo divertito di chi applaudiva alla discesa in politica di Cicciolina o Moana Pozzi, e con la consapevolezza che un po’ di situazionismo, volontario o meno, non potrà che fare del bene a questo paese moribondo. Solo un dubbio ci attanaglia, ma un dubbio serio. Se il messaggio di Bello Figo viene passato per vero dalla televisione, se Belpietro, Salvini, la Mussolini e compagnia cantante prendono sul serio Bello Figo, se le minacce arrivate alla Latteria Monloy di Brescia o al locale di Mantova dove Bello Figo avrebbe dovuto cantare, si fa per dire, all’ultimo dell’anno sono vere, non sarà che in una storia di troll gli unici personaggi reali siano solo i razzisti che hanno trovato in natali sul nostro patrio suolo?

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