Era destino: prima o poi anche l’ipnosi sarebbe diventata uno strumento per produrre di più e meglio. Del resto, per sconfiggere le cattive pulsioni alla pigrizia del dipendente svogliato, l’unico modo possibile e non violento è hackerare l’inconscio. Lo descrive bene questo articolo di FastCompay, in cui un ipnotizzatore spiega i trucchi migliori per concentrarsi meglio ed evitare perdite di tempo.
“In tanti mi chiedono: esiste un modo in cui mi puoi ipnotizzare per rimanere concentrato durante una lunga giornata di lavoro quando, in realtà, vorrei fare tutt’altro?”, così spiega l’ipnotista. La risposta, purtroppo, è no: senza la sua presenza non si può essere e restare ipnotizzati. Esistono però dei trucchi che può fare, da solo, anche il pubblico a casa.
È la pratica della “trance indotta”: non porta a un’autoipnosi, ma a uno stato di concentrazione e rilassatezza importante, che è anche la via maestra per la produttività. Occorre fare un grande respiro, mantenere le mani fisse sul tavolo e fissare un’immagine mentale. Questo ultimo passo richiede qualche sforzo: l’immagine deve rappresentare, anche in modo simbolico, l’obiettivo che ci si prefigge (si vuole chiudere una pratica? Immaginare la pratica chiusa. Si vuole andare in vacanza? Si immagini la spiaggia, se ne senta l’odore, il sapore). Fatto? Bene.
A questo punto lo stato mentale è quello desiderato: rilassatezza e concentrazione. In più, spiega l’ipnotizzatore, si è avviato un meccanismo inconscio in cui la mente, di nascosto, comincia a lavorare per ottenere quell’obiettivo. Cambieranno le abitudini, i pensieri, le associazioni mentali. L’importante è rimanere concentrati, fissi e chini sull’obiettivo. I risultati, garantisce, arriveranno.