LavoroJobs Act, la Consulta boccia il referendum sull’articolo 18

Via libera al referendum su voucher e appalti

No al referendum sul ripristino dell’articolo 18, sì a quello sui voucher e gli appalti. È questo il verdetto della Corte costituzionale sui tre quesiti referendari promossi dalla Cgil. Il sindacato guidato da Susanna Camusso aveva raccolto 3,3 milioni di firme. I tre quesiti riguardavano le modifiche all’articolo 18 sui licenziamenti illegittimi contenute nel Jobs Act, le norme sui voucher e il lavoro accessorio e le limitazioni introdotte sulla responsabilità solidale in materia di appalti. Si potrebbe andare al voto in primavera.

La Corte costituzionale ha dichiarato “inammissibile” la richiesta di referendum sulla “abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi” (qui il comunicato). Secondo la normativa vigente, il licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di una indennità che cresce con l’anzianità di servizio, da un minimo di quattro a un massimo di 24 mensilità. Il quesito della Cgil chiedeva il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, estendendolo anche per le aziende fino a cinque dipendenti.

“Ammissibile”, invece, il quesito sulla “abrogazione delle disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)”. A seguito del boom dei buoni lavoro, nel quesito la Cgil chiede la cancellazione di questo strumento, nato per regolarizzare mansioni pagate in nero, ma spesso usato in maniera illegittima. “Ammissibile” anche il quesito sulla “abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti” che punta – spiegano dal sindacato – ad assicurare la tutela dell’occupazione nei casi di cambio d’appalto ripristinando la responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore (in questo caso si chiede l’abrogazione di una modifica introdotta dalla Legge Fornero).

Alle 15.30 è prevista una conferenza stampa del segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

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