La strana corsa di Mondadori, il boom del petrolio: le dieci notizie finanziarie della settimana

La settimana dei mercati si apre con l’ottimo avvio del nuovo gruppo bancario Banco Bpm. Fiat Chrysler non tiene il ritmo del mercato italiano. Tesla scommette ancora sul fotovoltaico. E Prelios Sgr rompe gli indugi sugli immobili collegati ai crediti deteriorati

1) Parte a razzo l’avventura di Banco BPM a Piazza Affari. Il nuovo gruppo bancario, terzo del Paese, nato dalla fusione tra il Banco Popolare e la Banca Popolare di Milano, ha guadagnato nella sua prima giornata di contrattazioni il 9,08%, arrivando a 2,5 euro per azione. La capitalizzazione è arrivata a 3,7 miliardi di euro. Ad influire positivamente sull’esordio anche le voci secondo cui il nuovo gruppo sta trattando con la Bce per adottare i modelli interni di valutazione del rischio di credito, un’operazione che ha avuto in passato un ottimo effetto sulla solidità patrimoniale di Credem e Bper.

2) Il 2016 si è chiuso con il prezzo del petrolio Brent in salita del 56% e quello del Wti del 45%, grazie al determinante accordo concluso tra i produttori Opec e non a fine novembre. L’obiettivo è tagliare di circa 1,8 milioni di barili la produzione giornaliera, attraverso un processo graduale, che dovrebbe essere partita il primo gennaio. A che livelli si attesterà il prezzo nel 2017? Le previsioni di analisti e gestori vanno da Bank of America-Merrill Lynch, che vede possibili i 70 dollari al barile a metà anno, alla prudenza di Sociètè Gènèrale che stima un prezzo medio 2017 del Wti a 54,8 dollari al barile.

3) Uno dei membri più importanti dell’Opec è l’Iran, il cui ministero del Petrolio ha pubblicato ieri la lista di 29 compagnie straniere autorizzate a partecipare a gare per progetti relativi alla ricerca di petrolio e gas. Tra di essi c’è l’italiana Eni, che nell’ultimo mese ha messo a segno un rialzo del 18%. Le potenzialità offerte dal ritorno di Teheran sul mercato sono, secondo alcune stime, di oltre 100 miliardi di dollari di investimenti stranieri per accelerare la crescita della propria industria petrolifera, bisognosa di ammodernamenti dopo gli anni dell’embargo.

4) Parte con una buona notizia l’anno di Fiat Chrysler Automobiles. Si è infatti chiuso un ottimo anno per il mercato automobilistico. Il ministero dei Trasporti ha riportato per il 2016 una crescita delle immatricolazioni del 15,8% a 1.824.968 unità dopo un mese di dicembre che ha segnato un +13,1% a 124.438. L’anno di Fca si è chiuso con un risultato meno brillante, +1,55%, a causa di un inizio 2016 difficile. «L’andamento del mercato è stato caratterizzato da una crescita che non ha avuto riscontri nei consumi di altri beni durevoli», ha commentato l’Unrae, l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, citando due elementi ritenuti decisivi «nei primi sei mesi dell’anno le iniziative dei singoli produttori hanno determinato una spinta nel canale privati, mentre nella seconda metà il superammortamento».

Da fine novembre il titolo Mondadori ha guadagnato oltre il 40% e la stampa si interroga sulle possibili spiegazioni, dato che non ci sono state notizie di rilievo sulla società

5) Si è chiuso al rialzo anche l’anno di Tesla, il costruttore di auto elettriche Usa, dopo l’annuncio di un accordo con la giapponese Panasonic per la produzione di celle e moduli fotovoltaici. La società giapponese ha comunicato che investirà 30 miliardi di yen (256 milioni di dollari) per la costruzione dell’impianto e la produzione inizierà l’estate del 2017 a Buffalo, nello Stato di New York, e la capacità produttiva dello stabilimento arriverà a 1 gigawatt entro il 2019. Il bilancio borsistico del 2016 di Tesla resta però negativo: -8%.

6) Rally di fine anno per Mondadori, ma in apparenza senza un motivo. Da fine novembre il titolo del gruppo editoriale della famiglia Berlusconi ha guadagnato oltre il 40% e la stampa si interroga sulle possibili spiegazioni, dato che non ci sono state notizie di rilievo sulla società. Da possibili acquisizioni all’estero a più o meno probabili ricadute della guerra Fininvest-Vivendi anche su Segrate (clicca qui per tutti i dettagli).

7) Tra le società più attive a cavallo del passaggio dal 2016 al 2017 TerniEnergia, smart energy company del gruppo Italeaf (quotato al Nasdaq di Stoccolma). La società sta completando una complessa operazione di riorganizzazione strategica, spostando il proprio focus dalla produzione di energia da fonti rinnovabili allo sviluppo di soluzioni ad alta tecnologia per la gestione delle reti energetiche delle grandi utilities (qui la nostra analisi fondamentale dell’azienda). In questa direzione si inseriscono l’acquizione di Wisawe, società di Internet of Things e l’accordo con la britannica Juicepower, oltre all’aumento di capitale approvato in assemblea.

A che livelli si attesterà il prezzo del petrolio nel 2017, dopo la corsa di fine 2016? Le previsioni di analisti e gestori vanno da 54,8 dollari a 70 dollari al barile

8) Gli ultimi giorni del 2016 sono stati l’occasione per Dada, società italiana leader nei servizi IT in rete per le Pmi, per rinegoziare un’importante parte del proprio debito. Attraverso la sua sussidiaria Register.it, il gruppo ha ottenuto 22 milioni di euro da un pool di istituti, allungando la durata media del suo debito (per tutti i dettagli vedi qui). Il titolo ha reagito alla notizia molto positivamente, con una serie di rialzi importanti, anche a due cifre (qui la nostra analisi tecnica dell’azione Dada).

9) La società d’investimento immobiliare Aedes ha aspettato l’ultima seduta dell’anno per mettere a segno il suo record di volumi per l’intero 2016, mostrando anche una possibile inversione del trend di ribasso che aveva caratterizzato i suoi ultimi mesi (clicca qui per la nostra analisi tecnica del titolo). Il balzo ha seguito la notizia di un aggiustamento della società nella catena di gestione dei suoi immobili, con 8 edifici rilevati dal fondo ‘Redwood’ (per tutti i dettagli vedi qui).

10) Ancora giornate intense per Prelios. La società di gestione immobiliare del gruppo, Prelios Sgr, ha attivato il progetto REstart, un fondo dedicato agli asset immobiliari collegati in passato a prestiti bancari deteriorati, in particolare del segmento “incagli” (qui tutti i dettagli dell’operazione). Il titolo si è mosso in forte rialzo, rompendo la soglia psicologica degli 0,1 euro per azione e avvicinandosi alle resistenze di area 0,11/0,12 euro (qui la nostra analisi tecnica).

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