Il giornalista Riccardo Orioles, 67 anni e una pensione di soli 400 euro al mese, è l’ultimo nome ad aver mobilitato migliaia di persone per chiedere l’applicazione della legge Bacchelli, quella che garantisce un sostegno economico agli italiani di “chiara fama” che si sono distinti per le loro attività nel campo delle arti, delle scienze o dello sport. Il 26 dicembre è stata lanciata una petizione in favore di Orioles, che ha già raccolto quasi 28mila firme, ricevendo anche il sostegno del presidente del Senato Piero Grasso.
Orioles è stato fondatore de I Siciliani insieme a Pippo Fava, il direttore del giornale, ucciso in un agguato mafioso il 5 gennaio 1984. Negli anni ha formato generazioni di giornalisti. Ma oggi vive a Milazzo, sua città natale, solo con una pensione di vecchiaia di 400 euro, che non gli permette di arrivare a fine mese né di curare le patologie cardiache di cui è affetto, si legge nella petizione. Nonostante la lunga carriera, Orioles ha ottenuto i contributi pensionistici solo per quattro anni di lavoro. Ecco perché è partita la campagna #mandiamoinpensioneOrioles. Per garantire a lui, come ad altri prima di lui, un sostentamento economico tramite la legge Bacchelli.
Nella petizione, lanciata dal giornalista Luca Salici, si chiede al presidente della Repubblica di inserire il nome di Orioles tra i beneficiari della legge 440 del 1985, nata per soccorrere Riccardo Bacchelli, scrittore e drammaturgo, autore di numerosi programmi televisivi, finito nella miseria. Bacchelli per uno scherzo del destino morirà prima di ricevere il sussidio. La prima a usufruirne fu la scrittice Anna Maria Ortese. Da lì in poi, la legge negli anni ha aiutato e aiuta scrittori, poeti, cantanti, grazie a un fondo che garantisce un vitalizio fino a 24mila euro l’anno ai cittadini illustri in condizioni di necessità economiche. Non senza far storcere il naso a qualcuno, soprattutto in un periodo di crisi.
Ora la Bacchelli sarebbe l’unico modo per garantire un sostentamento anche a Riccardo Orioles, dopo una vita passata a scrivere e raccontare la mafia siciliana. Tra i primi sostenitori della petizione, ci sono stati i giornalisti della redazione de I Siciliani, tra cui Claudio Fava, figlio di Pippo, e Miki Gambino. E dopo poco è arrivato anche il sostegno del presidente dell’Ordine dei giornalisti, e di diversi artisti. L’obiettivo è arrivare alla soglia delle 30mila firme da consegnare al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per far partire poi la richiesta formale per poter accedere alla legge Bacchelli.
Nell’elenco dei beneficiari della legge, aggiornato a metà dicembre 2016, oggi compaiono 25 persone. Ci sono scrittori, poeti, cantanti, registi, giornalisti e sportivi. Alcuni noti, altri molto meno. Dietro ogni nome c’è una storia di fasti e notorietà, spesso dimenticate, a volte tragica. E la presenza di alcuni nella lista è una vera e propria sorpresa. Per la valutazione del requisito della “chiara fama” richiesto per poter ricevere il contributo, dal 2013 è stata pure istituita una commissione (la cosidetta commissione Bacchelli), composta da Emilia Chiancone, biologa, lo scrittore-editore Gian Arturo Ferrari, e il linguista Tullio De Mauro, scomparso da poco. L’approvazione non è una cosa semplice. Negli anni si sono accumulate pile di richieste arretrate. Da quando la commissione è partita, in tre anni sono state approvate dieci richieste, ma un’ottantina sono state respinte.
La prima della lista dei beneficiari, in ordine alfabetico, è Silvana Areggasc Savorelli, oggi quasi 70enne, conosciuta con il nome d’arte di Lara Saint Paul, cantante italiana diventata famosa negli anni Sessanta, con partecipazioni a Canzonissima e al Festival di Sanremo. Amica di Frank Sinatra, negli anni Ottanta fu pioniera dei dischi dance con gli esercizi di aerobica abbinati. Dopo la morte del marito, cominciò ad avere i primi problemi economici. Andò anche in tv a raccontarlo. Finché nel 2014 le è stato concesso il vitalizio della legge Bacchelli.
A seguire si trovano poi il regista e sceneggiatore Franco Brocani; il fumettista Renzo Calegari; il poeta Pierluigi Cappello, per il quale nel 2012 si mobilitò anche l’Accademia della Crusca; la poetessa Anna Cascella Luciani, 75 anni, che da poco ha raccontato ai giornali come sia difficile per lei, invalida al cento per cento, trovare una casa in affitto a Roma. Guido Ceronetti, scrittore, filosofo, poeta, traduttore, intellettuale stravangante tutt’ora in attività, beneficiario della Bacchelli dal 2009, ha dichiarato che non disdegnerebbe un aumento del sussidio mensile. E ancora nell’elenco compaiono il poeta operaio Tommaso di Ciaula; Domenico Colantoni, pittore di prestigio internazionale, che lo scorso anno arrivò a offrire al sindaco di Avezzano uno dei suoi quadri in saldo per potersi pagare le cure contro il cancro; e pure Franco Trincale, il poeta cantastorie siciliano.
Provocò diverse polemiche, tra politici e letterati, l’assegnazione nel 2006 del vitalizio al poeta veneto Arduino Della Pietra. Fu lo stesso Pierluigi Cappello, futuro beneficiario della legge, a ricordare che «il suo nome non rientra in alcuna delle principali antologie italiane». I benefici economici, a quanto pare, sembrarono superiori ai suoi meriti artistici. Nell’elenco c’è anche Lionello Ferrari, che pure faceva il cardiochirurgo, ma senza contributi a posto è rimasto con una pensione minima con la quale fatica a campare. C’è anche Giuseppe Giuliano, che faceva il regista lirico. E persino Gavino Ledda, che pure fu autore di un bestseller come Padrone Padrone, da cui venne tratto anche un film. Ma a quanto pare non è bastato a garantirsi un sostentamento.
Nell’elenco compaiono due nomi dello sport: il pugile Aureliano Bolognesi, campione olimpico dei pesi leggeri alle Olimpiadi di Helsinki del 1952; e la cestista Nicoletta Persi, entrata nell’Italia Basket Hall of Fame. Anche se per il sostegno degli sportivi in pensione esiste una legge ad hoc, la Giulio onesti.
Dell’assegno della Bacchelli usufruì anche Alda Merini, che dalla sua casa sui Navigli aveva accumulato non pochi debiti, vivendo in condizioni economiche precarie. L’attrice Laura Antonelli, invece, nel 2010 rifiutò il vitalizio, nonostante la risposta positiva dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L’ultimo a cui è stato concesso, nel 2016, è stato il poeta Valentino Zeichen, finito a vivere quasi indigente in una casupola fatiscente di Roma. A Zeichen la Bacchelli non piaceva, ma accettò l’aiuto. Lui, al contrario di Bacchelli in persona, riuscì a godere del vitalizio solo per qualche mese. Poco dopo, morì.