«Adesso la situazione è davvero complicata». Giovanni Orsina, professore di Storia contemporanea a vicedirettore della School of Government della Luiss, non nasconde le preoccupazioni. «È vero, la sentenza della Consulta avvicina le elezioni – spiega – ma in questo contesto sarà impossibile formare una maggioranza in Parlamento». Il futuro della politica italiana si scopre ricco di incognite.
Professore, la recente decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum ci avvicina alle elezioni o allunga la vita al governo?
Sicuramente ci avvicina al voto. È inevitabile, dalla sentenza della Consulta è emersa una legge elettorale immediatamente applicabile. Le probabilità di tornare alle urne in primavera crescono, insomma. Ma non è detto che accada.
C’è un aspetto curioso in questa vicenda. I sistemi di voto per entrambi i rami del Parlamento sono il risultato di altrettante sentenze della Corte Costituzionale. La politica ha scoperto i suoi limiti?
E neanche poco. In questo momento la politica mi sembra in grande difficoltà. Personalmente non sono felice che il potere giudiziario, e così la Consulta, allarghi il proprio campo d’azione. Allo stesso modo sono molto scettico sull’opportunità che la Corte Costituzionale si occupi di legge elettorale. Ma se la politica lascia vuoto uno spazio, è normale che venga occupato da qualcun altro.
Eppure è proprio in Parlamento che ora bisogna trovare un’intesa sulla legge elettorale. Da più parti si chiede almeno di armonizzare i due sistemi di voto in vigore per Camera e Senato.
La situazione è oggettivamente difficilissima. È giusto pensare a un sistema elettorale in grado di garantire un governo al Paese, ma è difficile individuarne uno possibile. Con il doppio turno si offre un assist incredibile ai Cinque Stelle, e non vedo chi potrebbe averne l’interesse. L’uninominale a turno unico, modello Mattarellum, porta ad esiti imprevedibili. Premi di maggioranza non se ne possono fare…. Senza dimenticare che ogni partito ha le proprie posizioni, spesso distanti tra loro. Insomma, le probabilità che si trovi un accordo in Parlamento mi sembrano davvero molto basse.
«Renzi punta al voto anticipato? Vuole evitare di essere rosolato a fuoco lento e cerca di confermare la sua leadership nel partito. Almeno in termini politici, la sua è una posizione ragionevole. Ma resta un disegno molto rischioso. Affrettare i tempi e andare a elezioni con questo sistema è un azzardo. Renzi cerca una rivincita, ma potrebbe andare incontro a una nuova sconfitta»
Con il nuovo Italicum torneremo alla Prima Repubblica? I partiti stringeranno accordi e alleanze solo dopo il voto?
Teoricamente è così. Peccato che le varie simulazioni di questi giorni dimostrano come sarà quasi impossibile formare una maggioranza in Parlamento. L’area dei movimenti “non coalizzabili”, dai Cinque Stelle alla Lega, rischia di conquistare da sola il 50 per cento dei consensi. L’unica possibilità resta la nascita di una grande coalizione. Ma ci saranno i numeri?Eppure in questa fase Matteo Renzi spinge per andare al voto anticipato. Il leader del Partito democratico sbaglia strategia?
Dal giorno della sconfitta al referendum, Renzi ha sempre tenuto questa linea. Vuole evitare di essere rosolato a fuoco lento e cerca di confermare la sua leadership nel partito. Da questo punto di vista, almeno in termini politici, la sua è una posizione ragionevole. Ma resta un disegno molto rischioso. Affrettare i tempi e andare al voto con questo sistema è un azzardo. Renzi cerca una rivincita, ma potrebbe andare incontro a una nuova sconfitta. E cosa succede se dopo le elezioni non si riesce a formare una maggioranza in Parlamento?Al contrario Silvio Berlusconi può tirare un sospiro di sollievo? Il leader di Forza Italia auspicava un sistema proporzionale, sembra averlo ottenuto…
A Berlusconi è andata bene. Ma per lui sarebbe stata una piena vittoria se il modello elettorale emerso dalla Consulta non fosse stato immediatamente applicabile. Così, invece, si rischia di accelerare il ritorno alle urne.Il centrodestra resta un cantiere aperto. È possibile immaginare una ricomposizione della coalizione?
Qualche residuo di centrodestra storico è ancora vivo. Pensiamo alle Regioni dove Forza Italia e Lega Nord governano insieme. Ma certo, l’ipotesi di un’intesa tra Berlusconi e Salvini al momento mi pare morta. Quantomeno moribonda…«Per il momento i Cinque Stelle non hanno possibilità di andare al governo, è vero. Ma domani chi lo sa? Immaginiamo di tornare al voto con un sistema proporzionale. Se ci sarà una buona affermazione di Lega e Cinque Stelle, siamo così sicuri che dopo il voto non possano stringere un accordo?»
E Matteo Salvini?
Fratelli d’Italia e Lega Nord spingono per andare al voto subito. Ma anche per loro è un’opzione rischiosa. Se alle elezioni si fermano al 15 per cento non vanno da nessuna parte…. Intanto continuano a interpretare il ruolo di opposizione all’establishment. Ma la parte del leone nell’elettorato anti-establishment la fanno i Cinque Stelle.Già, i grillini. Un’altra forza politica che chiede di tornare al voto il prima possibile.
Insieme a Renzi sono quelli che hanno più interesse alle elezioni anticipate. Eppure per il Movimento Cinque Stelle potrebbe rappresentare un vantaggio anche il trascorrere del tempo. Un ulteriore aggravarsi della crisi, anche in Europa, vedrebbe accrescere il loro consenso. Tuttavia non va dimenticata la vicenda di Virginia Raggi a Roma. Alla lunga credo che le difficoltà dalla sindaca potranno danneggiare il Movimento.Nel nuovo Italicum il premio di maggioranza si ottiene conquistando il 40 per cento dei voti. Per i Cinque Stelle sembra un obiettivo irraggiungibile. Quali sono le prospettive di questa forza politica, è destinata a rimanere per sempre all’opposizione?
Per il momento i Cinque Stelle non hanno possibilità di andare al governo, è vero. Ma domani chi lo sa? Immaginiamo di tornare al voto con un sistema proporzionale. Se ci sarà una buona affermazione di Lega e Cinque Stelle, siamo così sicuri che dopo il voto non possano stringere un accordo? In generale c’è un dato innegabile: oggi i grillini occupano una posizione di grande vantaggio. Lucrano sulle incapacità della politica, possono stare alla finestra. Gli elettori sembrano perdonare i loro errori e le ingenuità compiute finora. Qualcuno diceva che si sarebbero sgonfiati, ma non è successo. Cosa si può volere di più? Dal mio punto di vista il Movimento è in una situazione perfetta.