Quando si tratta di fondi comuni non c’è una correlazione diretta tra prezzi e qualità del fondo, anzi spesso è opposta. Detto altrimenti, i fondi migliori sono quelli che costano di meno, perché nel tempo il minor costo si traduce in extra rendimento. Per questo motivo è facile prendersi delle vere e proprie fregature, pensando, erroneamente, che maggiori sono i costi legati al fondo maggiore sarà il suo rendimento futuro.
Secondo un recente articolo accademico, dal titolo “Il puzzle dei fondi comuni” (Cooper et. al. 2016 ), durante l’arco temporale di riferimento dal 1966 al 2014, se un ipotetico investitore avesse continuamente investito sul fondo più economico avrebbe guadagnato più del 70% in più rispetto all’investitore che avesse acquistato la versione più costosa.
Ora un’app permette di confrontare più facilmente ed efficacemente la congruità tra costi e qualità di tutti i fondi comuni venduti in Italia e incoraggia la concorrenza di mercato al fine di ridurre le asimmetrie informative.
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