Rumori di passi trascinati e lamenti. Porte che sbattono e luci che si spengono improvvisamente. Con buona pace degli scettici, le nostre città sembrano essere piene di spettri. Adesso un libro ricco di storie da brivido offre ai più coraggiosi un’insolita proposta di viaggio. Si chiama “Guida ai fantasmi d’Italia. Dove cercarli e trovarli”. Lo ha scritto AnnaMaria Ghedina, è in vendita da un paio di giorni edito da Odoya. Dall’anima di una misteriosa suora che si aggira tra le sale del teatro Massimo di Palermo allo spirito inquieto che nelle notti più scure passeggia nel giardino del Castello di Miramare a Trieste. Non c’è regione che possa considerarsi al riparo dallo spaventoso fenomeno. Gli inquieti spiriti raccolti nel libro raccontano tutti, loro malgrado, storie drammatiche. Tragedie amorose e intrighi di palazzo, ricordi spesso intrecciati con antiche leggende popolari. Testimoni di trapassi tutt’altro che sereni. «Del resto cosa sono i fantasmi? – racconta l’autrice – Energie rimaste aggrappate alla terra, anime rapite alla vita in maniera violenta. Nessuno, tra quelli che racconto nel mio libro, è morto in pace nel suo letto. Molti sono ancora in cerca di giustizia».
Dall’anima di una misteriosa suora che si aggira tra le sale del teatro Massimo di Palermo allo spirito inquieto che nelle notti più scure passeggia nel giardino del Castello di Miramare a Trieste. Con buona pace degli scettici, le nostre città sembrano essere piene di fantasmi
Il lungo viaggio su e giù per l’Italia racconta storie celebri e meno note. A Roma quasi tutti conoscono Beatrice Cenci. Decapitata l’11 settembre 1599 per volere di Papa Clemente VIII, la leggenda popolare racconta che lo spettro della giovinetta continui infestare Castel Sant’Angelo, mostrandosi senza testa nell’anniversario della sua morte. Molto meno famosa è la vicenda di Carlina di Schignano. La ragazza si uccise durante la luna di miele, gettandosi dalle guglie del Duomo di Milano. Qualcuno giura di aver visto il suo spirito mentre ancora si aggira nel luogo della tragedia, vestito del suo abito di seta nera. I lettori particolarmente suggestionabili rischiano di non addormentarsi più. Gli scettici probabilmente rimarranno tali. Ma insomma, i fantasmi esistono davvero? «Non è vero, ma io ci credo» ride l’autrice.
Il libro attraversa secoli di storia italiana. Ci sono spettri antichissimi, come quello dell’imperatore Nerone. Spirito irrequieto più volte visto passeggiare presso il Ponte Salario, sull’Aniene, dove sorgeva la villa in cui morì, ucciso dal liberto Epafrodito. Fantasmi noti e meno noti. Nel castello di Spilamberto, vicino Modena, nelle notti d’estate sembra che si possano ancora ascoltare i lamenti del povero Messer Filippo, mercante di stoffe che dopo aver conquistato il cuore della castellana, spingendola al tradimento, fu rinchiuso in una segreta fino alla morte. Cinquecento anni fa. Tra le pagine si avvicendano anime illustri come quella di Camillo Benso conte di Cavour, inquieto inquilino di un appartamento vicino Corso Matteotti, a Torino. E spettri sconosciuti. Nel borghese quartiere di Vigna Clara, a Roma Nord, pare abiti l’ectoplasma di un medico del Seicento, ancora prodigo di consigli su cure e malanni. «Un uomo cicciottello dal viso simpatico», si legge. Siamo un paese infestato, pare. «La città che ospita più spettri è sicuramente Napoli – racconta AnnaMaria Ghedina – È una città molto antica, fondata dai greci. Una città vulcanica, costruita su un’area particolarmente energetica». Poi Roma, Milano. «Ma anche la Toscana e l’Emilia sono piene di fantasmi».
Siamo un paese infestato, pare. Tra le pagine del libro si avvicendano anime illustri come quella di Camillo Benso conte di Cavour, inquieto inquilino di un appartamento vicino Corso Matteotti, a Torino. E spettri sconosciuti. Nel borghese quartiere di Vigna Clara, a Roma Nord, pare abiti lo spirito di un medico del Seicento, ancora prodigo di consigli su cure e malanni. «Un uomo cicciottello dal viso simpatico», si legge.
In tempi di antipolitica, non sorprenderà sapere che alcuni trapassati turbano persino la pace dei nostri leader. Almeno due infestazioni riguardano i più noti palazzi del potere. In Campidoglio, proprio vicino alla stanza del sindaco, si aggirerebbe ancora lo spirito di un vecchio monaco, murato vivo diversi secoli fa dalla guarnigione di guardia. Nei corridoi di Palazzo Vecchio, a Firenze, più di qualcuno racconta invece di aver avvistato lo spirito di Baldaccio d’Anghiari, pugnalato a morte nel 1414 e ancora in attesa di giustizia. «Il mio fantasma preferito sta a Napoli» racconta AnnaMaria Ghedini. È lo spettro di Giuditta Guastamacchia, a cui la scrittrice alcuni anni fa ha dedicato il libro “L’impiccata della Vicaria”. Assassina del giovane marito, la ragazza fu decapitata ai primi dell’Ottocento, al termine di un lungo processo. Si racconta che la sua anima vaghi ancora tra i corridoi di Castel Capuano, per secoli tribunale e prigione della città. La testa dell’omicida è conservata nel museo di anatomia di Napoli. «È un fantasma che vuole stare sempre al centro dell’attenzione – scherza la scrittrice – Se si prende il teschio, al momento di rimetterlo nella sua teca si spengono le luci del museo. L’ho visto con i miei occhi». Per chi ci crede, ce n’è abbastanza da farsi venire la pelle d’oca. «Ma no, perché? Non bisogna aver paura» si stupisce l’autrice. «Anzi, consiglio a tutti: se avete un fantasma in casa, mettetegli un fiore. Sarà più contento».