Chi vuole tenere Lapo Elkann fuori degli affari di famiglia? La storia recente della dinastia Agnelli dice che Lapo, genio e sregolatezza, è mal sopportato come componente del cda Ferrari ed è stato per un certo periodo in ballo anche come presidente della Juventus. Ma la galassia di famiglia non si ferma a questo: c’è ovviamente il fondo Exor, la cassa degli Agnelli, che porta dritta dritta a Fca.
Di questo potrebbero scrivere più precisamente giornalisti esperti in economia e finanza. A noi interessa osservare qualcos’altro, ovvero che Lapo Elkann – l’unico nipote di Gianni Agnelli che ha creato qualcosa di proprio fuori del core business familiare, Italia indipendent e Garage Italia Customs – diventa periodicamente protagonista delle cronache nazionali con un’altalena infinita di belle e brutte figure.
L’11 ottobre 2005, viene ricoverato in gravissime condizioni presso il reparto di rianimazione dell’Ospedale Mauriziano di Torino, a causa di un’overdose per un mix di oppiacei dopo una notte in compagnia di più transessuali, tra cui la celebre trans Patrizia. Più recentemente il “sequestro” dai profili poco credibili che lo ha visto nuovamente in compagnia di un transgender, questa volta a New York, per una cifra ridicola per la famiglia Agnelli: 10 mila euro.
A noi interessa osservare che Lapo Elkann è l’unico nipote di Gianni Agnelli che ha creato qualcosa di proprio fuori del core business familiare
E qui tutti si sono domandati: c’era proprio bisogno che la famiglia portasse questa vicenda al disonore della ribalta? Un interrogativo che si rafforza visto che più che sequestrato, Lapo era stato in qualche modo trattenuto e che poi – superato lo strepitus mediatico – anche il profilo penale della vicenda si è subito smontato, con la procura che ha riconosciuto che Lapo non ha affatto organizzato un finto rapimento.
Dunque accuse cadute, ma screditamento pienamente realizzato. Non abbiamo mai amato il complottismo. Ma a indurre una riflessione sulla regia mediatica degli scandali di cui è in qualche modo vittima Lapo c’è un’ultima curiosa coincidenza.
Prosciolto dalla giustizia americana in tempi record per il nostro sistema giudiziario, il giovane Elkann ha usato parole misurate ma in qualche modo anche combattive: «Ho attraversato un momento difficile che però mi ha dato il tempo e il silenzio necessari per riflettere e soprattutto per rinforzare ciò che voglio fare in futuro». E anche: «So che voglio proseguire il lavoro che ho fatto su di me in queste settimane, per raccogliere nuove energie e mettere una consapevolezza diversa nella mia vita e nel mio lavoro». Ha quindi precisato che intende «sostenere le aziende cui ho dato vita e portare avanti i tanti progetti di collaborazione avviati con il massimo impegno».
Così si è espresso alla fine di gennaio. Il 7 febbraio il Corriere.it ha rilanciato, con il titolo ” Vi racconto quelle notti a Torino”, l’intervista al trans Patrizia che la trasmissione condotta da Luca Telese, “Bianco e Nero”, aveva nei giorni precedenti mandato in onda e che si riferiva al caso di undici anni prima.
Per Elkann speriamo di sbagliarci, ma non è solo e non tanto in tribunale che deve difendersi se non vuole essere tenuto sempre a debita distanza dagli affari di famiglia. Sempre che, naturalmente, la cosa gli interessi.