Immaginate di lavorare duramente a una presentazione, in vista di un pitch per un’idea di business della vostra azienda. Vi ci mettete giorno e notte, saltate la visione di Rogue One cui tenevate tanto e vi chiudete in casa persino nel weekend, per gli ultimi ritocchi. Finalmente lunedì mattina vi presentate dal responsabile di progetto con l’ultima versione e lui vi dice: “Ottimo lavoro, però la presentazione è cancellata. Comunque non preoccuparti, ci saranno presto altre occasioni”.
Il vostro stipendio, alla fine del mese, arriva come sempre e il vostro contratto non è in discussione, eppure provate a rispondere sinceramente a questa domanda: non vi sentireste demotivati dopo un episodio del genere? È più o meno probabile che, la sera di quel lunedì, usciate dall’ufficio prima del solito? Se siete come la stragrande maggioranza delle persone, sicuramente questa situazione vi avrà scornato al punto giusto e non è improbabile che, appunto, quella sera decidiate di andarvene prima e che, magari, seguiate lo stesso comportamento per un po’ di tempo.
Un esperimento con i Lego ha provato che è la motivazione il motore della costruzione: vedere concluso il proprio progetto spinge a lavorare meglio
Il fatto è che il riconoscimento del nostro lavoro, o la parola ‘fine’ su un progetto cui lavoriamo, è un importante detonatore della nostra motivazione, che è un puzzle più complesso di quello che si possa pensare. L’incentivo monetario, lo stipendio insomma, è sicuramente un fattore importante, importantissimo anzi, nello spingerci a fare qualcosa. Ma non è tutto e, anzi, sempre più è importante, soprattutto nel mondo frenetico del digital e delle start up, tenere in considerazione altri aspetti altrettanto fondamentali e meaningful.
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