Dalle donne dell’Est agli uomini del Sud. Prima che l’onda dell’indignazione si sposti da Paola Perego a Jeroen Dijsselbloem, cioè il ministro delle finanze olandese e presidente dell’Eurogruppo, colpevole di aver detto che “i Paesi del Sud Europa spendono i soldi in donne e alcol”, è bene imparare a pronunciare il suo nome. Sai mai che serva.
Ebbene, il suono è questo:
Ecco: Jerùn Daiselblùm, per capirsi. O meglio, jəˈrun ˈdɛi̯səlblum, almeno secondo i caratteri della trascrizione IPA (International Phonetic Alphabet). Adesso lo si può insultare (o difendere) senza inciampi.
Povero. Nonostante la stampa olandese, nel 2013, lo avesse nominato politico dell’anno, in quanto “intelligente, equilibrato e bravo a trovare compromessi”, Jaroen ha sbroccato. In un’intervista alla Faz, uno dei principali giornali tedeschi, ha ricordato che “durante la crisi dell’euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti”. E che lui, “come socialdemocratico, do molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi: non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto”. Bum. Alcol e donne. Magari.
Anche se la vera colpa è aver detto ciò che pensano, nel loro intimo, gli europei del nord al completo, si è comunque sollevato subito un polverone. Tutti hanno chiesto le sue scuse, lui non le ha date, ora tutti chiedono le sue dimissioni, lui non ha intenzione di dare nemmeno quelle. Un enorme casino per niente. In particolare dopo che il suo partito, quello dei laburisti, è crollato alle ultime elezioni in Olanda. Con ogni probabilità, sarà escluso dal governo e, di conseguenza, Dijsselbloem non farà più parte dell’Eurogruppo.
Proprio “intelligente” ed “equilibrato”, questo Dijssel.. Dijssel.. Dijsselcoso.