I centristi sono tornati. E sognano la Balena Bianca

Sabato Alfano scioglie Ncd per un nuovo movimento sul modello Ppe. Appello anche a Forza Italia: l'idea è quella di staccarsi dal Pd senza rincorrere la Lega. Ma è la stessa poltrona dell'ex delfino di Berlusconi a essere nel mirino

Alberto PIZZOLI / AFP

Torna la balena bianca. A metà strada tra il Partito democratico e Forza Italia, c’è un’area politica in grande fermento. Mentre la legislatura sta per terminare, in molti cercano un riposizionamento. Il sogno è la creazione di un nuovo partito centrista e popolare. Una casa dei moderati italiani. Il primo passo è atteso sabato, quando l’assemblea nazionale del partito scioglierà ufficialmente il Nuovo Centrodestra. Si chiude il sipario sulla formazione del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che aveva divorziato da Berlusconi nel 2013 per sostenere i governi di centrosinistra di Letta, Renzi e Gentiloni.

A partire da sabato si cercherà di archiviare le decine di sigle nate negli ultimi anni, mettendo da parte invidie e divisioni, con l’obiettivo di dar vita a un unico contenitore politico capace di sfruttare la crisi del bipolarismo. Due mesi di tempo per quagliare entro la primavera. I protagonisti assicurano che lo spazio politico a disposizione è enorme. Lontano dai populismi di Lega e Cinque Stelle, ma alternativi al centrosinistra, sono convinti di poter ancora rappresentare milioni di elettori. Chissà se sarà davvero così. Tra due giorni intanto verrà battezzato un nuovo logo, con una nuova denominazione. Non più Ncd, diventato un acronimo impresentabile per chi vuole ricollocarsi con Berlusconi. Ma qualcosa che faccia riferimento diretto alla casa comune: il Partito popolare europeo.

Archiviare decine di sigle nate negli ultimi anni, mettere da parte invidie e divisioni, con l’obiettivo di dar vita a un unico partito capace di sfruttare la crisi del bipolarismo. I protagonisti assicurano che lo spazio politico a disposizione è enorme. Lontano dai populismi di Lega e Cinque Stelle, ma alternativi al centrosinistra, sono convinti di poter ancora rappresentare milioni di elettori

«Ncd si evolve in un nuovo soggetto politico che ne supera la denominazione – ha spiegato Alfano – ma che si conferma nella sua collocazione politica». Al centro congressi Roma Eventi ci saranno le delegazioni degli aspiranti compagni di viaggio. I centristi per l’Europa di Pier Ferdinando Casini, gli esponenti di Scelta Civica guidati da Enrico Zanetti. Tra gli interlocutori non mancano i reduci dell’Udc e i rappresentanti del movimento Fare! di Flavio Tosi, l’ex leghista agli ultimi mesi di mandato come sindaco di Verona. Spazio, poi, al progetto di Stefano Parisi, già candidato sindaco a Milano con il centrodestra ma finito in rotta di collisione con Forza Italia e fondatore del movimento “Energie per l’Italia”. A loro si aggiungono anche i moderati di Giacomo Portas, oggi stabilmente posizionati nell’area di centrosinistra. In altri tempi si sarebbero chiamati cespugli popolari. Ora sognano un nuovo grande partito di centro.

Ma quale sarà la sua collocazione? Una legge elettorale proporzionale apre alla possibilità di correre da soli e cercare di pesare sul tavolo delle trattative post-voto. Il disegno di molti, però, è quello di aprire un confronto da subito con Forza Italia, costruendo insieme a Berlusconi la versione italiana del Partito popolare europeo. Decisivo sarà dunque il ruolo della Lega Nord, visto che Salvini appare ancora distante da Berlusconi, nonostante le pressioni di Umberto Bossi. Salvini è considerato incompatibile dai centristi. E viceversa il leader leghista, forte di sondaggi a due cifre, considera i centristi irrilevanti. «Le forze che aderiscono al Ppe scelgano un minimo comune denominatore, basta recriminazioni – ha detto la settimana scorsa Casini -. Certamente Ncd fa parte di quest’area. Forza Italia? dipende da loro: se vogliono fare una lista anti-europea ne prenderemo atto».

E chi sarà il leader del nuovo partito centrista? In questi giorni si fa strada l’idea di lasciare scegliere gli elettori, in un percorso parallelo a quello del Pd. Una sfida a colpi di voti e gazebo. Le prime primarie con lo scudo crociato.

Ma ci sono due incognite. La prima riguarda proprio il perimetro del centrodestra. Se nessuno vuole avere a che fare con la linea lepenista di Salvini, è anche vero che nelle amministrazioni del Nord – a partire dalla Lombardia di Roberto Maroni, dove la componente ciellina resta forte – il rapporto con la Lega “di governo” è ancora solido. La seconda incognita riguarda la leadership. Quella di Alfano appare sempre più in bilico. Troppo riconoscibile come pilastro dei governi con il centrosinistra. Vicepremier con Letta. Ministro dell’Interno con Letta e Renzi. Ministro degli Esteri con Gentiloni. Non basta aver cercato di riallacciare il rapporto con Berlusconi in queste settimane. Il tentativo di mediazione per risolvere le due incognite è racchiuso nella stesura (in corso da giorni) di una mozione da presentare all’assemblea di sabato possibilmente in maniera unitaria. Tre i punti cardine. Il primo: no al rinnovo di un’alleanza a sinistra, sì a una prospettiva di centrodestra con chi ci sta, alla peggio si andrà da soli alle elezioni. Secondo punto: divieto di cumulo di cariche di governo e cariche dirigenziali di partito. Terzo: valorizzazione dei territori, a partire dalle aspirazioni autonomiste del Nord (diversi esponenti ex Ncd potrebbero ricandidarsi proprio nella lista civica regionale di Maroni). L’ex ministro Maurizio Lupi sembra essere il punto di riferimento principale di quest’area.

Insomma, soggetto unico o grande federazione centrista? E chi sarà il leader? In questi giorni si fa strada l’idea di lasciare scegliere gli elettori, in un percorso parallelo a quello del Pd. Una sfida a colpi di voti e gazebo. Le prime primarie con lo scudo crociato.

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