Chiunque abbia provato il desiderio di esternare il proprio punto di vista attraverso un articolo, un video o una qualunque altra forma di espressione si è trovato almeno una volta di fronte a un ostacolo.
Seppur non particolarmente alto, quell’ostacolo è molto difficile da superare perché non si trova di fronte a noi, ma dentro di noi e corrisponde alla domanda “Ma a chi dovrebbe interessare ciò che faccio?”. Se la sono posta centinaia di scrittori, giornalisti, sceneggiatori, registi, fumettisti, autori TV, blogger, pittori e in alcune fasi del proprio percorso è una domanda legittima, sana. Se non altro denota umiltà e capacità di autoriflessione, ma attenzione perché gli eccessi di modestia sono ancora più dannosi degli eccessi di autostima. Nessun grande avanzamento dell’uomo è arrivato da chi si autolimitava.
Infatti l’insidia dietro a quesiti come questo è che spesso rappresentano una calda coperta in cui avvolgersi per non affrontare l’eventuale gelo del fallimento. Finché ci consoliamo dicendo “non mi esprimo, perché tanto quello che penso non importa a nessuno” non potremo mai avere la certezza che sia effettivamente così. Un sogno che non viene espresso rimane sospeso e non sbatte mai contro la realtà, quindi possiamo anche tenerlo vivo in eterno, ma rimarrà sempre un sogno.