Gli youtuber sono morti, finiti, stecchiti: è arrivata la adpocalypse

Muore la libertà del tubo. I nuovi algoritmi di Youtube applicano una censura sempre più stretta. Chi ha fatto fortuna sulle provocazioni viene penalizzato. E i video virali sono sempre meno cliccati

Che poi, alla fine, è semplicemente abitudine. Noi pensiamo che sia il tempo a crearci quella disperata sensazione di nostalgia che ci porta ad amare eventi, personaggi, donne, momenti del passato. Invece no, non è nostalgia o meglio lo è ma non la crea il tempo, la crea la mancanza di un’ancora, di un appiglio, di un punto fermo, di riferimento. In sostanza, manca l’abitudine. E quando ci manca è come se la terra sotto piedi per un attimo ci mancasse, non sappiamo dove finiremo perché abbiamo paura di quello che non conosciamo, abbiamo timore del futuro perché nessuno sa in quale strada ci porterà sto futuro qua. E anche mondi nuovi, come YouTube, sono già parte del passato, qualcosa che crea nostalgia, qualcosa che sta per essere perduto, superato, sorpassato. La pacchia sembra essere finita per i creatori di contenuti, una volta chiamati semplicemente creativi e da qualche tempo diventati youtubers. Si, perché YouTube si è rivelata la donna dei sogni, quella che da ragazzo ti fa impazzire, con cui ti diverti, fai del gran sesso, è la partner perfetta dolce e sicura e poi dopo il matrimonio si trasforma nella strega cattiva, nella donna che non ti saresti mai aspettato potesse diventare, quella che sposta la coperta scoprendoti i piedi, quella che non ti aspetta a cena, quella che attacca l’aspirapolvere di sabato mattina. YouTube ha voltato le spalle ai suoi figli. Figli che, tra l’altro, hanno portato la piattaforma ai numeri degli ultimi anni: alti, altissimi, una certezza per i clienti. Ecco, sono proprio loro, i clienti, il problema. Pare proprio che alcune aziende che hanno investito i loro soldi nel broadcasting streaming americano si siano lamentate del fatto che i loro spot fossero inseriti all’interno di alcuni video (oppure inseriti come intro a dei video) dal contenuto discutibile. Mamma YouTube ovviamente ha voluto tutelare i suoi big money ottenuti grazie alle visualizzazioni enormi dei creativi, degli youtubers, che ovviamente si sono ribellati alla nuova norma, anzi all’aggiornamento dell’algoritmo della Modalità con restrizioni. In sostanza, attraverso un freddo e secco comunicato, YouTube avvisa i suoi figli che d’ora in avanti i video che presenteranno volgarità, temi violenti o di guerra (anche indirettamente) o temi legati alla sessualità verranno eliminati dalla Modalità con Restrizioni e questo comporta una frenata improvvisa delle visualizzazioni. È come dire: grazie per averci fatto conoscere a tutto il mondo e a tutti i brand, cari youtubers, ma adesso che siamo pieni di soldi non ci servite più e anzi se volete rimanere in casa e pagare l’affitto dovrete cambiare completamente il vostro modo di essere.

È come dire: grazie per averci fatto conoscere a tutto il mondo e a tutti i brand, cari youtubers, ma adesso che siamo pieni di soldi non ci servite più e anzi se volete rimanere in casa e pagare l’affitto dovrete cambiare completamente il vostro modo di essere

YouTube, agli albori, era un sacco pieno di clip senza senso. Poi diventata un gattile e un canile per poi, negli ultimi anni, diventare una vera e propria competirors della televisione offrendo, grazie a quei figli traditi, intrattenimento di qualsiasi tipo (dai gameplay, alle recensioni, dalle opinioni politiche alle lezioni di chitarra) e soprattutto GRATIS. Sembra incredibile ma era così e piaceva tanto a tutti proprio per la flessibilità dei temi, degli argomenti e per la libertà di espressione. Ma adesso YouTube si dimostra più bigotto e bacchettone della sua antenata e questo ha fatto suonare l’allarme chiamata Adpocalipse, l’apocalisse delle pubblicità. I creativi sono andati nel panico: molti si sono incazzati, molti hanno già dato l’addio, altri si sono messi da parte dei soldi per poter fare altre cose su altre piattaforme, magari Facebook, e altri ancora hanno iniziato a chiedere del denaro ai fan come se fosse il biglietto per uno spettacolo. Youtubers importanti come Quei Due Sul Server, Favij o i The Show hanno espresso il loro disappunto e hanno proposto, alcuni di loro, una soluzione. I The Show hanno proposta una soluzione a metà tra il crowdfunding e una donazione, a metà tra la carità e il rispetto per il lavoro svolto. Il pubblico si è spaccato in due, come spesso accade quando passi da “è Gratis” a “devi caccia fuori il grano”. Le lamentele da parte degli youtubers sono infinite e la mamma delle piattaforme video non ha ancora dato una risposta e anzi, nel comunicato, dice che questo algoritmo, si perché è un computer che deciderà cosa filtrare e cosa non filtrare per la modalità con restrizioni, è fluido. Come dire, dinamico e non fisso quindi è possibile che se io dico cazzo o parlo di guerra venga sanzionato finendo in questa modalità ma è anche possibile che un altro creativo dica cazzo o parli di un’altra guerra e non succeda nulla. Insomma, l’unica sicurezza è che qualcosa sta cambiando o forse è già cambiato e dobbiamo solo prenderne atto. Perché alla fine è solo abitudine. La morte degli youtubers, come li conosciamo noi, è vicina, la fine di YouTube è arrivata. Nessuno, forse, l’avrebbe mai detto ma ormai dopo la morte del Rock ‘n’ roll, dopo la fine del vero giornalismo, dopo l’addio al calcio di Totti e il Milan in mano ai cinesi non mi voglio più abituare a nulla. Sto già male. Stiamo vivendo ieri, senza accorgerci che il futuro è già qui, sotto il nostro culo. È già qui, ed è passato pure quello.

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